Freelance: lo sconto sui contributi promesso da Renzi è a rischio. Ecco di cosa si parla e quali i nodi da risolvere per scongiurare l’aumento delle aliquote per gli iscritti alla Gestione separata Inps.
Freelance: lo sconto sui contributi previdenziali per gli iscritti alla Gestione Separata Inps potrebbe non essere inserito nella Legge di Bilancio 2017.
Ormai si avvicina il termine per l’approvazione della manovra finanziaria 2017-2019 e tra le misure a rischio c’è proprio lo sconto sui contributi previdenziali che era stato annunciato a settembre dal Governo Renzi e che potrebbe oggi diventare una delle promesse non mantenute.
Il popolo dei freelance con partita Iva lancia la protesta contro il possibile ritiro della misura che se non saranno trovate le adeguate coperture potrebbe concludersi con un vero e proprio buco nell’acqua e con nuovi costi a carico del lavoratori autonomi.
A lanciare l’allarme sono le associazioni di categoria dei freelance e dei lavoratori autonomi Acta, Alta Partecipazione, Confassociazioni e Confprofessioni per protestare contro un possibile passo indietro del Governo.
A rischio sarebbe l’intenzione già annunciata a settembre di abbassare i versamenti pensionistici al 25,72%. Se con l’approvazione ufficiale della Legge di Bilancio 2017 non dovesse essere approvata la riforma sui contributi dei freelance nel prossimo anno entrerebbero in vigore gli scatti contributivi disegnati dal Governo Monti e dall’ex Ministro Fornero nel 2012.
Dall’attuale 27,72% al 33,72% di contributi previdenziali sul reddito lordo per i freelance lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inps. Ecco perché i freelance lanciano l’allarme e la polemica a fronte anche dei nuovi adempimenti fiscali introdotti con il D.l. 193/2016 che si tradurranno in maggiori costi per la gestione della contabilità.
I freelance dovranno prepararsi ad una nuova stangata? Vediamo i dettagli dell’allarme lanciato dai freelance e di quanto potrebbero aumentare i contributi Inps per freelance e lavoratori autonomi nel 2017.
Freelance: a rischio lo sconto sui contributi promesso da Renzi. Ecco perché
Il taglio dei contributi previdenziali per i freelance lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inps potrebbe non essere inserito nel testo definitivo della Legge di Bilancio 2017 ormai vicino all’approvazione definitiva.
La riduzione delle aliquote potrebbe rivelarsi un buco nell’acqua e se non saranno trovate le adeguate coperture economiche la mancata riforma si tradurrà inevitabilmente in un salasso contributivo per i lavoratori autonomi.
Non soltanto l’aumento dei contributi previdenziali: a dar filo da torcere ai freelance e ad alleggerire le tasche dei lavoratori autonomi saranno anche gli 8 nuovi adempimenti fiscali introdotti dal Decreto Fiscale 193/2016. Il tutto si tradurrà in maggiori costi per la gestione della contabilità e in un sistema fiscale ancor più complicato di ora per tutti i professionisti e i freelance.
Nel programma del Governo Renzi e tra le misure da inserire nella Legge di Bilancio 2017 per agevolare il popolo dei freelance e delle partite Iva c’era appunto la riduzione delle aliquote contributive. Lo sconto sui contributi previdenziali per gli iscritti alla Gestione separata Inps si era ritenuto necessario per invertire il trend che ha portato, negli ultimi 20 anni, la contribuzione dei professionisti dallo 0 al 27,72%.
Ora sembrerebbe che la tanto agognata riforma previdenziale potrebbe non essere portata in porto. Il rischio, si legge nel comunicato delle associazioni di categoria, è che i fondi destinati per lo sconto contributivo della categoria saranno dirottati verso altre misure inserite nella Legge di Bilancio 2017.
Per i freelance il passo indietro del Governo Renzi si tradurrebbe in un aumento contributivo fino al 33,72%.
Freelance: senza il calo dei contributi si rischia una nuova crisi di categoria
Il motivo della polemica è che con la mancata approvazione della misura che consentirebbe di alleggerire i costi a carico di freelance e professionisti si rischierebbe una grave crisi economica di categoria.
La contribuzione previdenziale del 27,72% passerebbe al 32,72% per effetto della legge 92/2012 approvata dall’esecutivo Monti e voluta dall’ex Ministro Fornero. L’aggravio dei contributi a carico degli iscritti alla Gestione separata Inps era stato scongiurato nel 2015 e nel 2016 con un blocco sull’aumento delle aliquote.
Ma ad oggi quali sono i possibili scenari? Il comunicato delle associazioni di categoria lamenta il rischio di un “assalto alla diligenza” a svantaggio dei freelance. A fronte delle emergenze economiche che il Governo si trova ad affrontare e che dovrà risolvere con la Legge di Bilancio 2017 ci si chiede se i fondi necessari non saranno pescati proprio dalle tasche dei freelance.
A rischio ancora una volta l’equità contributiva che consentirebbe ai lavoratori autonomi e freelance di uniformare il prelievo fiscale a proprio carico a quello degli altri lavoratori, inclusi i dipendenti, e l’aggravio di costi che andrebbe ad aggiungersi ai problemi economici causati dalla crisi e appesantiti dall’alto carico di imposte da pagare.
Proprio il prelievo fiscale e l’aumento degli adempimenti tributari sono gli ulteriori nodi della polemica dei freelance: con le misure previste dal Decreto Fiscale 193/2016 sono 8 i nuovi adempimenti a carico di professionisti e freelance.
Nuovi costi, insomma, per la gestione della contabilità. Non sono bastati gli sconti sulle sanzioni introdotti dagli emendamenti relativamente alle nuove comunicazioni fiscali. Per far tirare un sospiro di sollievo al popolo dei freelance, lavoratori autonomi e partite Iva sono necessarie conferme.
Per capire gli scenari futuri non resta che attendere le risposte del Governo auspicando che con il passaggio alle camere della Legge di Bilancio 2017 le richieste della categoria saranno finalmente ascoltate.
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