Francia vota la digital tax, Trump pronto a nuovi dazi

Massimiliano Carrà

11/07/2019

11/07/2019 - 13:02

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Il Senato francese ha approvato la digital tax, la tassa che impone ai colossi hi-tech di pagare una tassa del 3% sul fatturato. Gli USA e il Presidente degli Stati Donald Trump sono pronti ad aumentare i dazi contro i prodotti francesi

Francia vota la digital tax, Trump pronto a nuovi dazi

Dopo lo scontro tecnologico con la Cina, gli USA hanno messo nel mirino un altro nemico: la Francia e la sua cosiddetta digital tax che è appena stata approvata dal Senato transalpino.

L’amministrazione del Presidente statunitense Donald Trump ha infatti dato vita mercoledì a un’indagine formale proprio contro questo provvedimento che prevede l’introduzione di una tassa per le grandi aziende hi-tech.

Andando più nel dettaglio, la digital tax francese imporrà una tassa del 3% sul fatturato alle società che offrono servizi digitali ai consumatori francesi, con ricavi annui superiori ai 750 milioni di euro su scala globale e di 25 milioni di euro in Francia.

La mossa non è affatto piaciuta agli Stati Uniti, tant’è che il rappresentante al Commercio Robert Lighthizer ha annunciato: “Questa tassa darebbe vita a una barriera leale nei confronti delle esportazioni americane”.

La digital tax colpirà i colossi dell’hi-tech

Approvata in via definitiva, la digital tax francese colpirà i veri e proprio colossi dell’hi-tech. Tra questi è possibile ritrovare: Alphabet, la holding di controllo di Google, Apple, Amazon e Facebook.

Oltre a questi colossi americani, saranno anche colpite numerose aziende cinesi, come Alibaba, tedesche, spagnole, inglesi e anche una francese, ossia la piattaforma Criteo.

La Francia avrebbe deciso di realizzare questa nuova imposta digitale perché da anni ormai, insieme ad altri Paesi dell’Unione Europea, accusa le aziende come Google, Facebook e Amazon di produrre elevati ricavi nei rispettivi mercati nazionali, ma di non pagare le tasse negli stessi Paesi sfruttando le succursali europee situate in Paesi come Olanda e Irlanda dove la tassazione è notevolmente inferiore.

Un problema che in Italia ha sottolineato anche il Presidente dell’Antitrust Roberto Rustichelli che ha attaccato apertamente la decisione di FCA di trasferire la propria sede fiscale.

Ritornando alla digital tax, la Commissione europea ha evidenziato che le aziende tecnologiche pagano una percentuale di tasse effettiva del 9,5%, quelle dei settori più tradizionali, come quelle industriali, invece in media il 23%.

Il pericolo adesso è che gli USA e il Presidente Donald Trump potrebbero decidere di aumentare i dazi sul vino e le auto francesi. L’indagine americana infatti sarà condotta ai sensi dell’articolo 301 del Trade Act del 1974, una normativa che conferisce al Presidente l’autorità di decidere dei dazi nei confronti dei partner commerciali.

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