Fattura elettronica 2024: cos’è e come funziona

Nadia Pascale

2 Gennaio 2024 - 09:41

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Dal primo gennaio 2024 la fattura elettronica diventa obbligatoria per tutti i forfettari, senza limiti di reddito. Ecco cosa cambia per tutte le tipologie di partita Iva e come adeguarsi.

Fattura elettronica 2024: cos’è e come funziona

Cos’è la fattura elettronica e come funziona? La rivoluzione digitale che interessa i titolari di partita Iva è iniziata dal 1° gennaio 2019 e continuano a esserci novità.

Parte dal 1° gennaio 2024 una vera rivoluzione: tutti i titolari di partita Iva devono adottare il sistema di fattura elettronica. Esclusi solo alcuni professionisti che vedremo a breve.

È dal 2019 che le partite Iva sono obbligate a emettere fattura elettronica (e non più cartacea). Dal 2022 l’obbligo viene esteso anche i forfettari (seppur con delle deroghe).
Dal 1° gennaio 2024, cadono invece tutti limiti e di conseguenza tutti i titolari di partita Iva, anche i forfettari senza limiti di reddito, devono adeguarsi alla nuova disciplina.

Tutte le fatture viaggiano esclusivamente tramite il SdI, Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate. Per consentire l’emissione e la ricezione dei documenti, le Entrate hanno messo a punto una serie di servizi: dal software fino all’App gratuita per la fatturazione elettronica.

Essere pronti alla fattura elettronica 2024 significa innanzitutto sapere cos’è e come funziona. Per questo vediamo di seguito le regole basilari per approcciarsi in maniera corretta alla rivoluzione digitale della fatturazione B2B e B2C.
Prima però vediamo le novità introdotte a gennaio 2024 per la fattura elettronica.

Fattura elettronica 2024, le novità

A partire dal 1° gennaio 2024 tutte le partite Iva, compresi coloro che sono in regime forfettario e che hanno compensi e ricavi di ammontare fino a 25.000 euro, finora esclusi, sono tenuti a utilizzare la fatturazione elettronica.

Finora il regime forfettario è stato adottato da 2 milioni di partite Iva, di queste circa il 24,9% ha un volume di ricavi e compensi fino a 25.000 euro.

Si tratta di circa 500.000 partite Iva che dovranno adeguarsi ai nuovi obblighi, deve però essere ricordato che anche questi soggetti, pur non essendo obbligati potevano già negli anni passati aderire alla fatturazione elettronica su base volontaria.

Per alcuni professionisti c’è una piccola scappatoia, infatti il decreto Milleproroghe ha previsto per odontoiatri e medici il divieto di fatturazione elettronica in caso di prestazioni effettuate nei confronti di persone fisiche non soggette a Iva.
Tale deroga è prevista a tutela del diritto di privacy dei «pazienti». Ne consegue che tutti coloro che inviano i dati tramite il Sistema Tessera Sanitaria, non devono adottare la fattura elettronica per il 2024. Nel frattempo sono allo studio soluzioni volte a conciliare il diritto alla privacy con la fatturazione elettronica.

Dall’introduzione delle nuove norme derivano ulteriori conseguenze, in particolare viene meno, dall’anno di imposta 2024, dell’obbligo di ricevere la Certificazione Unica per i forfettari.

Cos’è la fattura elettronica

La fattura elettronica è un documento informatico, in formato strutturato, trasmesso in modalità telematica al Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate e recapitato tramite lo stesso mezzo al soggetto ricevente.

La definizione di cos’è la fattura elettronica è contenuta nel provvedimento pubblicato il 30 aprile 2018, all’interno del quale sono fornite tutte le regole e istruzioni su come funziona la fatturazione obbligatoria per le partite Iva.

L’obbligo di fattura elettronica è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2018 al fine di contrastare l’evasione e le frodi in materia di Iva: con l’invio digitale al SdI, l’Agenzia delle Entrate avrà a disposizione in tempo reale - o quasi - tutti i dati relativi alle operazioni di acquisto e cessione effettuate da ciascun soggetto Iva.

La fattura elettronica, ricordiamo, non è obbligatoria solo nel caso di operazioni tra soggetti Iva (operazioni B2B, cioè Business to Business), ma anche nel caso in cui venga effettuata da un operatore Iva verso un consumatore finale (operazioni B2C, cioè Business to Consumer).

Fattura elettronica obbligatoria anche per i forfettari

Fino al 2022 le partite Iva in regime forfettario erano esonerate dall’obbligo, ma le regole sono cambiate.

Fino al 31 dicembre 2023 la fattura elettronica non è stata obbligatoria per le partite Iva con ricavi e compensi fino a 25mila euro annui, ora la norma cambia e di conseguenza a partire dal 1° gennaio 2024, tutte le partite Iva sono assoggettate a tale obbligo.

Cos’è il Sistema di Interscambio

Cos’è il Sistema di Interscambio? Si tratta di una sorta di “postino” che, oltre a consegnare la fattura al destinatario, sottopone a preventiva verifica i dati indicati nella fattura, l’indirizzo telematico del destinatario (codice univoco o indirizzo Pec).

Lo SdI sarà il primo controllore delle fatture elettroniche: verifica in via preliminare che il file trasmesso dal titolare di partita Iva contenga i dati minimi necessari e che la partita Iva della controparte o il codice fiscale del cliente siano esistenti.

Soltanto dopo aver superato il primo scoglio, la fattura verrà recapitata al destinatario e quindi potrà essere considerata effettivamente emessa. A preoccupare sono però i possibili casi di scarto, per i quali è prevista una procedura di correzione ad hoc.

Come funziona la fattura elettronica

Per capire come funziona la fattura elettronica bisogna analizzare le due fasi principali: quella dell’emissione e quella della ricezione.

Per quanto riguarda la compilazione e l’emissione della fattura elettronica, sarà necessario avere a disposizione:

  • un pc ovvero di un tablet o uno smartphone;
  • un programma (software) che consenta la compilazione del file della fattura nel formato xml.

Per i titolari di partita Iva, l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione tre programmi gratuiti: un software da scaricare sul pc, una procedura web e l’app Fatturae.

In alternativa, è possibile utilizzare software privati individuabili in internet (soprattutto quelli rilasciati dagli stessi produttori dei software gestionali utilizzati dagli operatori per predisporre e registrare in contabilità le fatture).

Sono previste tre diverse modalità di ricezione delle fatture elettroniche:

  • pec;
  • hub o software di mercato;
  • sito dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando il servizio gratuito sul portale Fatture e Corrispettivi.

Tra i servizi gratuiti messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate vi è quello di pre-registrazione dell’indirizzo telematico.

Questa funzione consiste in sostanza nella possibilità di comunicare in anticipo l’indirizzo telematico prescelto per la ricezione delle fatture elettroniche da parte dei propri fornitori.

Con la registrazione dell’indirizzo telematico è possibile abbinare alla propria partita Iva un indirizzo di posta elettronica certificata (pec) o un “codice destinatario” (nel caso di invio dei file delle fatture su canale web service o Ftp). Il servizio è disponibile all’interno del portale Fatture e Corrispettivi dell’Agenzia delle Entrate.

In tutti e tre i casi le e-fatture verranno ricevute in formato xml e saranno recapitate al canale telematico indicato nella fattura una volta superati i controlli del Sistema di Interscambio (SdI).

Modalità di invio della fattura elettronica al SdI e controlli

Le fatture elettroniche dovranno essere trasmesse al SdI dell’Agenzia delle Entrate dal soggetto che lo emette, anche tramite un intermediario abilitato.

Le modalità di trasmissione della fattura elettronica sono le seguenti:

  • posta elettronica certificata;
  • servizi informatici messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate, quali la procedura web e l’app dedicata;
  • sistema di cooperazione applicativa, su rete Internet, con servizio esposto tramite modello “web service”;
  • sistema di trasmissione dati tra terminali remoti basato su protocollo FTP.

I file delle fatture elettroniche trasmessi all’Agenzia delle Entrate saranno sottoposti a controlli e, in caso di mancato superamento, verrà recapitata entro 5 giorni una ricevuta di scarto.

Al contrario, a seguito del superamento dei controlli, la fattura elettronica verrà trasmessa al destinatario tramite indirizzo Pec, cooperazione applicativa o tramite la trasmissione dei dati tra terminali remoti tramite protocollo FTP.

I titolari di partita Iva potranno comunicare l’indirizzo presso cui si intende ricevere la fattura elettronica mentre, in caso contrario, i documenti verranno trasmessi sulla base delle indicazioni contenute nel campo “Codice Destinatario”.
Ricordiamo che dal 1° febbraio 2024 sarà operativa la versione 1.8 delle specifiche tecniche sui tracciati Xml delle e-fatture tra privati, rilasciata il 12 dicembre scorso.

Conservazione delle fatture elettroniche

Le fatture elettroniche potranno essere conservate utilizzando il servizio messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate che, già con il provvedimento del 30 aprile 2018, ha annunciato il lancio di un servizio di ricerca, consultazione e acquisizione delle fatture emesse e ricevute tramite l’area riservata del portale delle Entrate.

Nel rispetto della privacy, i dati contenuti nelle fatture potranno essere consultati e acquisiti soltanto dall’utente o da un intermediario abilitato, fatta eccezione delle attività di accertamento e controllo ammesse soltanto previa comunicazione formale al contribuente.

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