L’Eurozona va in recessione: cambia tutto per la Bce?

Violetta Silvestri

08/06/2023

08/06/2023 - 15:04

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Eurozona in recessione tecnica: questo hanno svelato nuovi dati. Cosa significa per la regione a moneta unica e quanto inciderà sulla decisione Bce? La politica sui tassi può davvero cambiare?

L’Eurozona va in recessione: cambia tutto per la Bce?

Dopo la Germania, tutta l’Eurozona scivola in recessione tecnica. Questo hanno svelato i dati preliminari sul Pil del primo trimestre 2023: due contrazioni di seguito hanno sancito l’amaro bilancio per la ripresa della regione.

L’economia delle 20 nazioni si è ridotta dello 0,1% tra gennaio e marzo, aggiungendo la diminuzione a un calo del quarto trimestre della stessa entità e determinando così la prima contrazione di sei mesi dalla pandemia di Covid-19.

Il risultato dovrà ora essere valutato dalla Bce, dopo che i funzionari hanno più volte affermato che la recessione sarebbe stata evitata, anche se l’inflazione è schizzata al livello più alto dall’introduzione dell’euro. La riunione dell’Eurotower del 15 giugno diventa ancora più cruciale: ci sarà un ripensamento sull’aumento dei tassi di interesse?

Recessione in Eurozona: quanto temere la contrazione?

L’economia dell’area euro si è leggermente contratta alla fine dello scorso anno e all’inizio del 2023, secondo i dati rivisti giovedì, sottolineando l’impatto della perdita di gas naturale russo e dell’elevata inflazione sulla spesa dei consumatori.

Il dato sulla crescita economica per i 20 Paesi che utilizzano l’euro è stato rivisto al ribasso da zero a -0,1% per il quarto trimestre del 2022. Anche il numero per i primi tre mesi di quest’anno è stato declassato da una scarsa crescita dello 0,1% a una negativa di -0,1 %.

Ciò significa che l’Eurozona ha subito due trimestri consecutivi di calo della produzione, che è una definizione di recessione spesso utilizzata nelle discussioni politiche ed economiche, soprannominata “recessione “tecnica””.

Secondo Eurostat, la debolezza del primo trimestre dell’area dell’euro è dovuta a un calo della spesa pubblica e delle famiglie. Le scorte hanno fornito un contributo negativo, mentre il commercio ha sostenuto la produzione.

I dati seguono i numeri tedeschi che rivelano che anche la più grande economia europea ha subito una recessione invernale, così come Grecia e Irlanda, mentre l’Estonia non è cresciuta dalla fine del 2021. Anche altri tre Paesi dell’area dell’euro - Lituania, Malta e Paesi Bassi - hanno evidenziato una contrazione nel primo trimestre.

In tutta l’Unione Europea, la produzione è invece aumentata dello 0,1% nel primo trimestre dopo essere scesa dello 0,2% alla fine dello scorso anno, il che significa che l’intera unione a 27 Stati ha evitato una recessione.

Andrew Kenningham, capo economista per l’Europa presso Capital Economics, ha osservato che la spesa dei consumatori è stata “colpita duramente” dalla combinazione di alta inflazione e aumento dei tassi di interesse. “Sospettiamo che l’economia si contrarrà ulteriormente nel resto dell’anno”, ha affermato in una nota.

La Bce pronta a cambiare passo con i tassi?

La lettura del Pil in Eurozona per il primo trimestre 2023 non cambierà la politica monetaria della Bce: questo il sentiment degli analisti.

Con la probabile ripresa della crescita in questo trimestre, la Banca centrale europea vorrà continuare la sua storica campagna di aumenti dei tassi di interesse come promesso per sconfiggere l’inflazione, unico vero prerequisito per un’espansione economica sostenibile.

Da evidenziare, infatti, che gli economisti di un panel che dichiara le recessioni della zona euro utilizzano una serie di dati più ampia, comprese le cifre sulla disoccupazione. I mercati del lavoro europei hanno resistito relativamente bene ai recenti shock economici. La disoccupazione è al livello più basso da prima della creazione dell’euro nel 1999, toccando il 6,5% in aprile.

C’è da ricordare anche che la stretta al credito portata avanti da Francoforte sta effettivamente restringendo l’acceso ai prestiti di cittadini e imprese, con la prospettiva di una domanda in calo. Tuttavia, difficilmente Lagarde e gli altri membri rinunceranno a un ulteriore rialzo di 25 punti base a giugno e a luglio, poiché questi sono considerati passi necessari per smorzare prezzi core ancora bel oltre il 2%.

La tendenza dei dati macro in Eurozona sta mostrando segnali di indebolimento “sperati” dalla Bce per raffreddare i prezzi. Ma i tempi non sembrano maturi per fermare l’aumento del costo del denaro. Probabilmente, con una recessione tecnica ora confermata, Lagarde userà toni meno aggressivi sul prossimo futuro.

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