Erdogan e la teoria dei terroristi curdi nelle proteste USA

Violetta Silvestri

09/06/2020

22/09/2020 - 17:40

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Erdogan, a caccia di sostegno internazionale, ha promesso a Trump collaborazione per la lotta al terrorismo interno nei due Paesi. Ci sarebbe, secondo il presidente turco, un pericoloso legame tra PKK, Antifa e proteste negli USA.

Erdogan e la teoria dei terroristi curdi nelle proteste USA

Erdogan ha avuto un colloquio telefonico con Trump, nel quale sarebbe emersa la volontà di collaborare contro il terrorismo curdo e statunitense.

Il legame, infatti, esiste secondo il presidente turco, che nel tentativo strategico di rafforzare la sua posizione a livello internazionale, e a caccia soprattutto di un sostegno da parte degli USA, ha cercato di trovare punti in comune con la Casa Bianca.

Non solo la Libia come terreno di collaborazione. La Turchia ha tentato - di nuovo - di collegare le proteste contro la violenza della polizia sul caso Floyd negli Stati Uniti ai gruppi curdi in Medio Oriente.

Un modo per insistere sulla sua lotta contro il PKK e, soprattutto, per trovare in questo suo obiettivo un sostegno a Washington.

La teoria di Erdogan: PKK e Antifa nelle proteste USA

Nella telefonata con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente turco ha illustrato la sua teoria: le persone che hanno commesso atti di violenza e saccheggi negli Stati Uniti sono collaboratori del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) in Turchia e delle Unità di protezione del popolo (YPG) in Siria.

Non a caso, i nemici principali e storici di Erdogan.

Il PKK combatte per i diritti politici curdi in Turchia ed è considerato un’organizzazione terroristica sia da Ankara che da Washington. L’YPG in Siria condivide l’ideologia con il PKK ma nega ulteriori collegamenti.

Gli Stati Uniti hanno appoggiato l’YPG nella sua lotta contro lo Stato islamico. La Turchia si è sempre opposta fortemente a questo sostegno, ritenendo che l’YPG sia la versione siriana del PKK.

Anche in virtù di questa considerazione, quindi, Erdogan ha condiviso la sua preoccupazione a Trump: il movimento Antifa negli USA e i gruppi PKK e YPG hanno legami e hanno operato insieme nelle proteste statunitensi di questi giorni.

Le osservazioni di Erdogan seguono la minaccia di Trump di etichettare l’Antifa come un’organizzazione terroristica a causa del suo presunto ruolo nel saccheggio e nella distruzione della proprietà verificatosi durante le proteste negli Stati Uniti.

Durante il colloquio, i due leader mondiali avrebbero già programmato un secondo incontro proprio per approfondire la tematica. Che, visto quanto accaduto negli USA e considerata la reazione della Casa Bianca alle proteste, interessa - e molto - anche Trump.

Cosa c’entrano i gruppi curdi con Antifa USA?

Alcuni sostenitori dell’Antifa hanno combattuto nell’YPG in Siria e su questo si basano le affermazioni turche. A seguito di segnalazioni di presunti legami YPG-Antifa nei media turchi, alcuni combattenti stranieri YPG hanno rivelato che c’erano alcuni sostenitori dell’Antifa nel gruppo, ma senza alcuna relazione formale tra i due.

La rivalità tra Erdogan e YPG è molto accesa. La Turchia ha preso alcuni territori dall’YPG l’anno scorso a seguito di un’ampia offensiva militare, vedendo la presenza del gruppo vicino al confine turco come una minaccia.

L’YPG ha affermato che la Turchia e i suoi alleati ribelli siriani stanno perseguendo un cambiamento demografico forzato contro i curdi nell’area.

La mossa di Erdogan, quindi, ha uno scopo be preciso: rafforzare la caccia ai terroristi curdi, o presunti tali, coinvolgendo anche gli USA nel loro territorio.

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