5 rischi del nuovo BTP Valore che devi conoscere assolutamente

Stefano Vozza

18 Ottobre 2025 - 18:24

Non esiste strumento di investimento che non presenti rischi associati alle opportunità di guadagno che lo stesso è in grado di offrire

5 rischi del nuovo BTP Valore che devi conoscere assolutamente

Ultime ore di valutazioni per gli investitori retail prima dell’atteso lancio del BTP Valore ’32. Compro o non compro? E se sì, per quale importo? E se no, su quale alternativa virare? I dubbi, legittimi e personali, non mancano, al netto di quelli più tecnici legati al bond e ai mercati in generale. Sul capitolo “incognite”, per esempio, ecco i 5 rischi del nuovo BTP Valore a tassi fissi e crescenti e cedole ogni 3 mesi.

Il rischio emittente di un bond sovrano

Ogni bond sovrano è un prestito il cui debitore è lo Stato emittente che si impegna al rimborso del capitale a scadenza e a corrispondere interessi periodici a chi gli presta i soldi. L’associato rischio, quindi, misura la probabilità che non vengano onorati, in tutto o in parte, gli impegni in termini di cedole e/o restituzione del capitale.

Tecnicamente non esiste debitore che potenzialmente non possa fallire; del resto se fosse finanziariamente solido non ricorrerebbe a prestiti. A variare sono le sfumature di questo pericolo, che vanno dal bianco tenue al cupo pesto, diciamola così. Il parametro solitamente impiegato per misurarlo è il rating emittente, un giudizio terzo e sintetico circa la sua solvibilità. Al momento quello dato dalle tre principali agenzie di rating ai titoli sovrani nazionali è il seguente:

  • Fitch: BBB+ con outlook stabile, giudizio alzato a settembre dal precedente BBB grazie alla buona gestione dei conti pubblici, la stabilità dell’Esecutivo, la credibilità fiscale;
  • S&P: BBB+ con prospettiva stabile;
  • Moody’s: Baa3 con outlook positivo.

In altri termini le obbligazioni MEF sono investment grade. Ancora, tecnicamente parlando va ricordato che il rischio emittente è uno specifico tipo del più generale e più vasto rischio di credito (o di insolvenza).

Il rischio mercato associato ai titoli di Stato

Si tratta del rischio di vedere crollare il prezzo di un’azione di Borsa appena acquistata o che vada sotto la parità un bond sul mercato secondario. Sui BTP le cause possono essere diverse ma la principale resta quella legata alle variazioni dei tassi di riferimento. Se questi salgono o sono attesi al rialzo allora i prezzi scendono in quanto gli operatori scontano i rialzi degli yield prossimi a venire.

È un rischio tutt’altro che remoto che ha colpito negli anni scorsi tutti e 4 i BTP Futura e, in piccola parte, il Valore ’27. Quest’ultimo è l’unico che è nato nell’ultima fase ascendente dei rialzi dei tassi BCE, e difatti è l’unico delle 5 serie dei Valore che ad oggi vanta il calo più profondo a 97,36. Gli altri sono nati invece o all’apice (la 2° serie) o nella fase ascendente (3°, 4° 5° serie), per cui i rispettivi corsi hanno retto alla prova mercati.

Ora, sul BTP Valore ’32 due circostanze peseranno come incognite sul futuro trend dei suoi corsi. Uno, il nascere in una fase di calo dei rendimenti, a beneficio dell’emittente che potrà fissare cedole più contenute. Al riguardo i tassi minimi garantiti ufficiali sono il 2,60% p.a. il 1° triennio, poi il 3,10% p.a. e 4,00% p.a. nei successivi due. Secondo, la durata complessiva medio-lunga come nel caso del BTP Più, 8 anni, dove l’emittente ha aperto all’esercizio della call a metà durata alla pari. In entrambi i casi il Valore ’32 nasce due passettini “indietro” rispetto ad altre serie tipo la 2°, per esempio. Più in generale, dovrebbe essere il 1° triennio il vero banco di prova di tenuta dei corsi dell’obbligazione.

Il rischio interessi

È un rischio tipico soprattutto dei bond a cedola fissa, il cui adeguamento dello yield a scadenza alle dinamiche dei mercati avviene tramite i movimenti dei prezzi. Se ad esempio scoppia una crisi X sul comparto obbligazionario sovrano nazionale e non, i corsi scendono più o meno tanto in base a più parametri. Vale a dire la cedola, la durata residua, il rating emittente, muovono i prezzi, le variabili macroeconomiche e monetarie, etc.

Al riguardo il Valore ’32 è del tipo step-up, ossia tassi fissi all’interno delle finestre ma crescenti nel tempo. È una struttura che depone a suo favore (e di tutte le obbligazioni fisse e crescenti) in quanto man mano che il tempo si riduce il rendimento medio ponderato tende a salire.

Il rischio di inflazione da qui al 2032

È il rischio più bistrattato dalla generalità dei risparmiatori ed investitori, e riguarda la protezione del potere d’acquisto del capitale a scadenza. In genere dallo yield lordo si tolgono solo le spese fiscali e bancarie. Le prime riguardano la ritenuta del 12,50% su interessi ed eventuale capitale gain (26% sui corporate), più l’imposta di bollo dello 0,2% del valore del bond al tempo della rendicontazione. Le seconde, le commissioni di intermediazione e quelle legate al dossier titoli (pro quota nel caso di più prodotti). Tuttavia, per ottenere il ritorno reale serve sottrarre anche l’inflazione di periodo e accertarsi che il valore reale sia rimasto (almeno) invariato a scadenza.

A grandi linee, il neo BTP Valore ’32 dovrebbe assicurare tale protezione fino a un livello medio di inflazione dei prossimi 7 anni del 2,6% circa. Il resto poi andrebbe via tra tasse e spese di gestione. Se invece restasse al di sotto di tale livello garantirebbe un ritorno reale positivo, tanto maggiore quanto meno dovessero crescere i prezzi.

Ecco i 5 rischi del nuovo BTP Valore a tassi fissi e crescenti e cedole ogni 3 mesi

Infine ecco quello che, concedendoci una libertà espressiva, potremmo definire il rischio operativo-opportunità. Cioè il rischio di impegnare oggi un capitale per 7 anni e scoprire poi che altre scelte avrebbero prodotto di più a quasi parità di parametri. Potrebbe dipendere da una superficiale analisi attuale dello status quo delle opportunità di mercato o dal sopraggiungere di un futuro contesto di mercato più conveniente dell’attuale.

È vero che i bond consentono sempre di uscire dall’investimento, ma ci sono due considerazioni da fare. A queste emissioni retail affluiscono spesso molti cassettisti che comprano in origine e tengono fino alla fine. Secondo, spesso la tentazione di cambiare titolo arriva quando le quotazioni scendono sotto la parità. Tuttavia, in questi casi il rifiuto di monetizzare una perdita in conto capitale spesso porta a tenere il titolo fino al termine o quasi. Pensiamo a chi ha sottoscritto i BTP Futura tra il ‘20-’21, le cui quattro serie sono tutte rigorosamente sotto la parità.

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