Sono aumentati gli interessi annui lordi sulla prima serie del BTP Valore emesso ai primi di giugno del 2023
In un certo senso i bond step down sono fatti per stupire in positivo il risparmiatore con il passare del tempo grazie all’incremento dei potenziali ritorni. L’affermazione è vera in linea di principio, mentre nei fatti, concretamente, tutto dipende dal diverso disporsi di due variabili chiave: la vicinanza degli step, ossia l’ampiezza temporale delle finestre in cui è scissa la vita fruttifera del prodotto in questione; l’entità stessa degli interessi nominali annui associati ai singoli step.
Consideriamo il BTP Valore 2027, il primo in assoluto di questa famiglia di titoli di Stato emessi dal Dipartimento del Tesoro. Bene, sabato 13 dicembre è arrivata una cedola più ricca sul primo BTP Valore che ora paga il 4% di interessi annui lordi.
Le caratteristiche del BTP Valore 2027
Questa obbligazione fu emessa da lunedì 5 a venerdì 9 giugno 2023 per una durata complessiva di 4 anni, scissi in 2 step di durata biennale. Il primo si è sviluppato dal 13/06/2023 incluso al 13/06/2025 escluso, giorno a partire dal quale è iniziato il 2° step che terminerà il 13 giugno 2027. Tra 18 mesi il Tesoro rimborserà i 18.191,090 mln di € raccolti agli inizi (attuale flottante) e, verosimilmente, a emetterne un altro (del tipo Valore o meno lo vedremo) con cui ripagare questo debito. In alternativa l’Esecutivo dovrà essere così “bravo” da far quadrare i conti e/o generare un avanzo di bilancio che lo dispensi dal raccogliere provviste sul mercato.
L’attuale ISIN ordinario sul MOT è IT0005547408, ai titolari del quale non arriverà alcun premio fedeltà a scadenza. Quest’ultimo è appannaggio dei soli investitori della prima ora con ISIN IT0005547390. Per essi è prevista un’extra cedola finale dello 0,5% del nominale sottoscritto (netto: 0,4375%) ma solo sul capitale effettivamente portato a scadenza.
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Quanto rende oggi il BTP Valore sul mercato secondario?
Al netto di chi lo ha rivenduto per esigenze di cassa, poi l’ultima affermazione va compresa alla luce delle attuali quotazioni sopra cento ma non ai livelli dei massimi storici. Il prezzo di chiusura della scorsa ottava è stato a 102,31 mentre il massimo di sempre a 103,65 ad aprile ‘25. In 7 mesi ha perso l’1,34% di apprezzamento e questo malgrado lo step up intervenuto il 13/06/’25.
Dopo il 3,25% annuo lordo pagato il 1° e 2° anno, cioè sino al 13/06/’25, la cedola è salita al 4% per il 3° e 4° anno di vita, per un attuale 2,00% lordo semestrale. Ancora, ricordiamo che è l’unica obbligazione della famiglia dei Valore che stacca la cedola ogni 6 mesi (il 13 dicembre e il 13 giugno) e non ogni 3.
Ora, dato che la cedola è aumentata perché i corsi non formano un nuovo massimo e anzi dal grafico sembra che non abbiano la minima intenzione di farlo? Il motivo è da ricercarsi nel contrarsi della durata residua. Fatto cento il quadriennio di vita utile del bond, è già andato il 62,5% di tempo utile e tra soli 3 semestri sarà rimborsato.
Ai corsi attuali di mercato, infine, il rendimento effettivo a scadenza è del 2,41%, mentre la duration modificata è all’1,43.
I prezzi purtroppo (al 99%) non formeranno nuovi massimi di mercato
Insomma, data la durata e la duration è tutto da vedere se i corsi del Valore 2027 torneranno ai prezzi di aprile ’25. Figuriamoci se proveranno a formare nuovi massimi. Teoricamente la cosa è possibile, ma la probabilità che la cosa si avveri è prossima a zero. Difficilmente il mercato lo comprerà a 103 tra 3 mesi, per esempio, quando a quella data saranno rimasti 15 mesi prima del rimborso a 100. Lo farebbe solo se gli yield di mercato dovessero crollare da qui ad allora, scenario sul quale oggi nessuno crede e scommette.
Morale, i soldi si rivolgeranno verso altre soluzioni di investimento di nuova o vecchia emissione ma dalle prospettive di profitto più interessanti. Tutto dipenderà dalle strategie di fondo, gli orizzonti temporali a disposizione e, soprattutto, la propensione al rischio dell’investitore di turno.
Cedola più ricca sul primo BTP Valore che ora paga il 4% di interessi annui lordi
Il discorso diventa invece più interessante per il sottoscrittore iniziale: vendere o tenere fino alla fine? Dipende dalle alternative di mercato che eventualmente si vorrebbe cogliere.
Se decidesse di liquidarlo incasserebbe un 2,31% di plusvalenza che si sommerebbe all’8,50% di cedole finora staccate per un guadagno del 10,8% lordo complessivo in 30 mesi. Di contro perderebbe il 2% di interessi del 2° semestre dell’anno cedolare in corso, il 4% del 4° e ultimo anno e lo 0,50% di premio fedeltà. Sommando il tutto, un 6,50% di incasso lordo atteso nei prossimi 18 mesi.
Per cui la migrazione su un altro strumento dovrebbe dare un ritorno a un anno e mezzo più o meno pari a quello che oggi si perderebbe. Vale relativamente, invece, la prospettiva del possibile apprezzamento dei corsi di mercato del prodotto “concorrente”. Questo perché l’attuale 2,31% di apprezzamento sul Valore ’27 è una certezza, mentre sul bond concorrente su cui switchare il capitale sarebbe attesa, e quindi tutta da dimostrare. Un discorso che, come dicevamo, vale relativamente per i trader in bond ad elevatissima propensione al rischio. Per essi, infatti, i movimenti attesi dei corsi valgono in genere più della cedola, alla quale comunque non si rinuncia mai di default.
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