Trovati documenti segreti del Dipartimento di Stato americano relativi all’incontro di Ferragosto tra Putin e Trump. Ecco tutti i dettagli
Filtrano nuove indiscrezioni sui retroscena dell’incontro tra il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e quello russo Vladimir Putin tenutosi in Alaska lo scorso 15 agosto.
I giornalisti della radio nazionale NPR avrebbero recuperato e pubblicato alcuni documenti governativi lasciati in un hotel in Alaska relativi agli aspetti organizzativi del summit. 8 pagine in cui erano presenti i luoghi precisi in cui si è svolto l’incontro, il programma dell’evento e i numeri di telefono di alcuni dei dipendenti del governo statunitense coinvolti.
Cosa contengono i documenti segreti
I documenti riservati, redatti, secondo le indiscrezioni, dall’Ufficio del Capo del Protocollo di Trump sono stati ritrovati sul retro di una stampante.
Nelle pagine 2 e 5 c’erano i nomi e i numeri di telefono di 3 rappresentanti della delegazione americana e alcune indicazioni sulla pronuncia fonetica di tutti i partecipanti russi, incluso il presidente «Mr. President POO-tihn».
Sulle pagine 6 e 7, invece, era riportato il programma previsto per il pranzo (poi annullato). Un menù “parco” di tre portate a base di insalata verde, filetto mignon e halibut e con della crème brûlée a fare da dessert.
Dimenticanza o strategia?
Interrogati al riguardo dai giornalisti di NPR, sia la Casa Bianca che il Dipartimento di Stato a Stelle e Strisce hanno evitato qualsiasi commento.
Il ritrovamento dei documenti riservati è soltanto l’ultima fuga di notizie in ordine cronologico. Il caso più eclatante del 2025 resta ancora quello di marzo, mese in cui alcuni funzionari della sicurezza nazionale statunitense hanno “accidentalmente” incluso il caporedattore della rivista The Atlantic in una chat di Signal sulla preparazione degli imminenti attacchi militari nello Yemen.
Il silenzio sulla questione dei documenti riservati, però, ha fatto interrogare molti addetti ai lavori sul fatto che si sia trattata di semplice inadempienza o di una precisa strategia comunicativa.
D’altronde il rapporto tra Trump e i media è sempre stato tribolato e conflittuale, sin dal suo primo mandato presidenziale.
Basti pensare che il Presidente ha sostenuto più volte che sarebbe stata la stampa ad aver tentato di sabotare i suoi primi 4 anni alla Casa Bianca, diffondendo fake news e garantendogli una copertura sempre negativa, e, accusa molto grave, in quanto corrotta e al servizio del Partito Democratico.
Una visione distorta che ha portato Trump a definire i giornalisti “nemici del popolo” e a sostenere che il loro lavoro calpestasse tutti i diritti di libertà di parola.
Purtroppo a queste dichiarazioni sono seguiti anche i fatti. L’obiettivo dichiarato dal Presidente per il suo secondo mandato è quello di “ripristinare la libertà di parola e porre fine alla censura federale”. Per raggiungerlo è arrivato un ordine esecutivo in cui viene incaricata la Federal Communications Commission (addirittura con portata retroattiva) di visionare i principali organi giornalistici e di revocare le licenze alle emittenti di cui l’amministrazione non condivide copertura giornalistica e contenuti.
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