Di Maio e lotta all’evasione: tensioni sulla manovra

Violetta Silvestri

18 Ottobre 2019 - 00:04

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Di Maio riaccende la tensione sulla lotta all’evasione fiscale. Appena trovato l’accordo sul testo della manovra e del Decreto Fiscale, infatti, emergono nuovi malumori. Il ministro degli Esteri non sembra in sintonia con Conte. Scopriamo perché.

Di Maio e lotta all’evasione: tensioni sulla manovra

Luigi Di Maio parla chiaro sulla lotta all’evasione e riaccende le tensioni sulla manovra. Appena approvato il testo della Legge di Bilancio nel travagliato Consiglio dei Ministri di martedì notte, non c’è serenità tra i membri dell’esecutivo.

Le parole più dure e di disagio arrivano dal ministro degli Esteri. Di Maio ribadisce ai suoi elettori che la priorità è punire i grandi evasori e non criminalizzare categorie di cittadini già vessati negli anni precedenti. Il leader del Movimento 5 Stelle si riferisce ai commercianti, la cui difesa sta diventando un cavallo di battaglia per i ministri pentastellati.

Si riaccendono le tensioni sulla manovra? Giuseppe Conte è tornato a parlare di lealtà ed unità, probabilmente proprio a seguito di un sentore - più che realistico - di diversi malumori tra i membri della maggioranza.

I più critici oggi sembrano proprio Di Maio e i ministri dei 5 stelle. La lotta all’evasione è invocata come un’urgenza da tutti, Conte in primis. Ma le misure approvate nel Decreto fiscale non accontentano allo stesso modo le parte del governo.

Cosa sta succedendo? E soprattutto, quali sono le intenzioni di Di Maio?

Lotta all’evasione: per Di Maio carcere e confisca beni sono le priorità. E si accende la tensione

Lo dice a chiare lettere Di Maio nel suo consueto video sulla pagina Facebook: la lotta all’evasione va portata avanti con fermezza attraverso l’inasprimento del carcere e la confisca per sproporzione dei beni dei grandi evasori.

Parla di grandi evasori il ministro degli Esteri, proprio a sottolineare che il movimento vuole scagliarsi contro i più disonesti del Paese. Quelli che a seguito di dichiarazioni fraudolente dal valore di 1 miliardo pagano multe irrisorie e rimangono, quindi, impuniti.

“Lo Stato non può essere debole con i forti e forte con i deboli”: una dichiarazione che riaccende la tensione sulla manovra approvata salvo intese. Perché?

Il motivo lo spiega lo stesso ministro. I riferimenti sono specifici e riguardano alcune misure approvate dal CdM. L’abbassamento della soglia del contante e le multe per chi rifiuta pagamenti Pos proprio non piacciono al leader pentastellato.

La sua è una difesa dei piccoli, dei commercianti, dei negozianti che, a suo avviso, rischiano di essere penalizzati dalle nuove decisioni anti-evasione.

Le parole di Di Maio appaiono come una sfida al Presidente del Consiglio, tanto che il Ministro degli Esteri arriva ad ipotizzare l’approvazione di un testo di manovra riformulato lunedì prossimo, durante il Consiglio dei Ministri.

Ed è proprio questa esternazione che pare abbia agitato le acque e acceso la tensione con Conte. Cosa succederà?

Lotta all’evasione: tensione Di Maio-Conte. Crisi in arrivo?

Le parole di Di Maio, quasi dei distinguo sulla posizione del Movimento 5 Stelle rispetto alla linea di Conte sulla lotta all’evasione, hanno riportato un clima di tensione intorno alla manovra.

Il Presidente del Consiglio ha richiamato alla lealtà nei confronti di un progetto unitario e approvato da tutti, come quello della lotta contro gli evasori per recuperare risorse preziose all’Italia. Conte ha esortato il governo alla collaborazione, considerando anche le richieste non sempre concilianti di Italia Viva.

La posizione di Di Maio a difesa dei commercianti sembra però netta e molto legata a strategie politiche del movimento, intenzionto a recuperare consensi dopo le ultime difficoltà interne ed elettorali.

La manovra e, soprattutto, la lotta all’evasione si trasformerà in una crisi di governo?

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