Debitore nullatenente, cosa rischia?

Ilena D’Errico

03/02/2023

Nullatenente con debiti: cosa succede in questo caso? Ecco quando si viene considerati nullatenenti e quali sono i rischi evitabili.

Debitore nullatenente, cosa rischia?

In caso di debiti si va incontro a procedure esecutive volte al soddisfacimento del creditore. Procedure pressoché impossibili se il debitore è nullatenente, ossia quando non possiede beni. O meglio, non possiede beni pignorabili. Quest’ultimo requisito può variare a seconda dell’ente creditore poiché esistono alcune specifiche in merito.

Chi è un nullatenente

Con il termine nullatenente ci si riferisce ha una persona che non ha nulla, perlomeno nulla di intestato o rintracciabile. Per il punto di vista giuridico bisogna anche considerare che non tutti i beni sono pignorabili in caso di posizioni debitorie, dunque si può, ma solo in linea generale, definire il nullatenente come una persona che:

  • Non è proprietaria di beni immobili;
  • non ha un’entrata economica rilevante, quindi niente stipendi, canoni di locazione o altro tipo di compensi professionali o diritti di credito;
  • percepisce una pensione inferiore molto bassa;
  • non possiede un’automobile, a meno che sia indispensabile per l’esercizio professionale;
  • non è proprietario di beni immobili;
  • non ha alcun diritto a un risarcimento danni o alla pensione di invalidità;
  • non è titolare di un conto corrente (quest’ultimo vale anche quando è in rosso);
  • non possiede obbligazioni.

Si tratta molto spesso di situazioni che facilmente hanno una natura solo temporanea, perciò è importante capire anche cosa succede al nullatenente una volta cambiato il suo stato. Fino a quel momento, in ogni caso, i rischi sono pressoché nulli. Allo stesso tempo, bisogna tener conto dei limiti legali alle procedure di riscossione e pignoramento. Di conseguenza, non è detto che chi ha un’entrata o altro tipo di credito non possa essere considerato nullatenente.

Per capire i rischi collegati alla propria posizione debitoria, perciò, non bisogna concentrarsi troppo sui requisiti generali, quanto piuttosto conoscere le diverse previsioni in base al soggetto creditore. Il debitore viene infatti considerato nullatenente quando è impossibilitato ad adempiere, sia in modo assoluto, sia nel caso in cui l’adempimento ne ostacolerebbe la sopravvivenza.

Cosa rischia un debitore nullatenente

Il debitore nullatenente rimane nella sua condizione di debitore, ma la legge deve garantire la dignità e la sopravvivenza anche in caso di debiti. Questo comporta che se una persona è nullatenente non può essere attaccata dalle procedure di recupero crediti, in quanto non ha beni idonei o possiede esclusivamente il minimo indispensabile alla sussistenza. La norma vuole che non possa essere preteso l’adempimento dal debitore impossibilitato, perciò la percentuale di rischio è ridotta anche per coloro che, pur non essendo nullatenenti, vivono in una condizione fragile.

Pignoramento di stipendio, pensione e conto corrente

Per i debiti riguardanti le cartelle esattoriali (Agenzia delle entrate riscossione):

  • La casa di residenza non è pignorabile, a meno che non sia accatastato in A/1, A,8 o A9, cioè un immobile di lusso. Allo stesso tempo, se il debitore dovesse acquistare o ricevere (come donazione o lascito ereditario) un altro immobile diventerebbero entrambi pignorabili.
  • A prescindere dal numero di immobili, questi non sono pignorabili per debiti inferiori a 120.000 euro.
  • L’ipoteca sulla prima casa può essere iscritta dall’esattore soltanto per debiti superiori a 20.000 euro.

Esistono, poi, alcuni casi particolari in cui il soggetto non è nullatenente ma non va incontro ad alcun rischio fiscale perché possiede esclusivamente entrate non pignorabili, ad esempio:

In caso di pignoramento presso l’Inps:

  • Non può essere pignorata la pensione inferiore a 1.000 euro;
  • sopra i 1.000 può essere pignorato solo un quinto della pensione, calcolato dopo aver detratto il minimo vitale (il doppio dell’assegno sociale).

In caso di pignoramento presso il datore di lavoro, invece, il limite è sempre di un quinto dello stipendio, ma in questo caso non si tiene conto del minimo vitale. Per quanto riguarda il pignoramento del conto corrente sui cui vengono versati lo stipendio o la pensione:

  • Sono pignorabili le somme depositate prima dell’atto di pignoramento, ma solo per la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale;
  • le somme accreditate successivamente possono essere pignorate solo per un quinto;
  • non può essere pignorata l’ultima mensilità di pensione o stipendio.

Pignoramento di beni mobili e veicoli

Il pignoramento dei beni mobili è pressoché inutilizzato, a meno che si tratti di crediti poco consistenti. In ogni caso la proprietà di beni mobili è raramente rilevante, in quanto si considera nullatenente chi non possiede oggetti di valore. Oltretutto, non possono essere pignorati:

  • Oggetti casalinghi indispensabili, ad esempio frigorifero e cucina;
  • oggetti sacri o necessari all’esercizio di un culto religioso;
  • decorazioni al valore;
  • registri di famiglia;
  • manoscritti (a meno che facciano parte di una collezione);
  • armi e oggetti che il debitore deve conservare per adempiere a un servizio pubblico;
  • animali in affezione;
  • beni in usufrutto legale.

Il pignoramento dei beni mobili, quindi, è riservato agli oggetti di particolare valore economico. L’auto può essere pignorata, soltanto per la quota di proprietà del debitore, ma questa procedura ha un senso soltanto se si tratta di un’auto particolarmente costosa. Il pignoramento di un’auto di poco valore, infatti, sarebbe un’ulteriore perdita di denaro per il creditore. In ogni caso non può essere pignorata l’auto se indispensabile allo svolgimento dell’attività professionale e/o lavorativa. Il mancato pagamento di un servizio, ad esempio, comporterà necessariamente la sua interruzione e così via.

Donazioni, eredità o nuovo lavoro

In base a quanto stabilito dal Codice civile, il debitore risponde dei debiti con il suo patrimonio presente e futuro. Ciò significa che nel caso in cui dovesse ricevere beni in donazione o eredità, oppure un nuovo lavoro gli consentirebbe un’entrata economica più redditizia, da ex-nullatenente tornerà a dover rispondere dei debiti e sottostare anche alla procedura esecutiva. In ogni caso, i rischi evitabili dal nullatenente riguardano esclusivamente la procedura esecutiva. Il mancato pagamento di un servizio, ad esempio, comporterà necessariamente la sua interruzione e così via. Tentare di nascondere i beni, sopraggiunti o meno, è in ogni caso, oltre che illegale, molto rischioso e con conseguenze penalmente rilevanti.

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