Il doppio pignoramento della pensione è legittimo. Ecco quando, a cosa fare attenzione e quali sono i limiti massimi.
Il pignoramento della pensione è sempre un problema, perché nonostante i limiti previsti dalla legge riduce comunque la possibilità economica del pensionato.
Le cose si complicano quando si è di fronte a un doppio pignoramento, che riduce ulteriormente la pensione disponibile. Quando il pensionato ha diversi debiti, infatti, può accadere che il trattamento pensionistico subisca più di una trattenuta.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questa prassi non è sempre illecita. La legge permette il doppio pignoramento della pensione, purché rientri in determinati criteri e soprattutto non superi le soglie massime previste per garantire al pensionato una fonte di sostentamento dignitosa. In questi casi è quindi opportuno controllare che le somme siano comprese entro questi limiti, potendo altrimenti contestare il pignoramento nella misura eccedente.
Il limiti al pignoramento della pensione
Per verificare che il pignoramento della pensione sia legittimo, a maggior ragione quando è doppio, è fondamentale conoscere le regole. Il pignoramento delle pensioni, infatti, segue criteri propri, differenti da altri tipi di pignoramento di beni mobili, come per esempio quello dello stipendio da lavoro dipendente. La nota regola del quinto viene applicata anche in questo caso, ma soltanto dopo aver sottratto dal rateo pensionistico il minimo vitale.
Quest’ultimo corrisponde idealmente alla quota indispensabile al pensionato per vivere e soddisfare le proprie necessità primarie. Convenzionalmente, la legge fissa l’importo del minimo vitale nel doppio dell’assegno sociale, essendo così soggetto alla stessa rivalutazione annua.
Per il 2025 l’assegno sociale base ammonta a 538,68 euro, di conseguenza per conoscere la quota di pensione pignorabile bisogna innanzitutto sottrarre 1.077,36 euro dalla rata mensile. È importante sapere che questo limite si applica indipendentemente dall’importo della pensione e dal reddito del pensionato, per esempio anche nel caso in cui possa comunque mantenersi con un ipotetico pignoramento maggiore. Il minimo vitale non può mai essere intaccato, perciò quando la pensione non arriva a 1.077,36 euro non può essere attuato alcun pignoramento.
Quest’ultimo può invece riguardare la parte eccedente del trattamento pensionistico, ma soltanto nella misura di un quinto dell’eccedenza.
Se per lo stipendio il quinto si calcola sull’ammontare complessivo, per la pensione si calcola dopo aver sottratto il minimo vitale. Prendiamo come esempio una pensione da 1.500 euro. Sottraendo il minimo vitale abbiamo un’eccedenza di 422,64 euro, di cui può essere pignorato al massimo un quinto, vale a dire 84,53 euro. La soglia precisa cambia ogni anno, in base all’importo dell’assegno sociale, ma il minimo vitale per il pignoramento pensionistico non può in ogni caso scendere al di sotto di 1.000 euro. Le pensioni inferiori a questa cifra, che può soltanto aumentare e non diminuire, non sono quindi mai pignorabili.
Questi limiti sono ancora più rigidi per i pignoramenti dell’Agenzia delle entrate, che non possono superare:
- 1/10 per pensioni inferiori o pari a 2.500 euro;
- 1/7 per pensioni superiori a 2.500 ma entro 5.000 euro;
- 1/5 per pensioni superiori a 5.000 euro.
A cosa fare attenzione nel doppio pignoramento
Le regole sul pignoramento della pensione non impediscono necessariamente il doppio pignoramento, che come anticipato può essere lecito. La legge consente infatti di pignorare fino a due quinti della pensione, ossia un massimo del 40% dell’eccedenza rispetto al minimo vitale.
Tornando a un’ipotetica pensione da 1.500 euro, il limite massimo sale a 169,06 euro se i pignoramenti sono due o comunque più di uno. Questa deroga non dipende dalla presenza di più creditori o diverse posizioni debitorie, ma dalla tipologia dei debiti. È possibile pignorare i due quinti soltanto quando ci sono crediti di diversa natura, per esempio delle cartelle di pagamento e un decreto ingiuntivo. Altrimenti, quando i crediti sono dello stesso genere, vale la regola di un quinto solo. I creditori si accodano quindi in ordine di azione.
In presenza di un doppio pignoramento bisogna quindi controllare che l’importo complessivamente pignorato non sia superiore al 40% della misura eccedente l’importo vitale. Poi, sarà necessario verificare che i debiti sommati abbiano diversa natura, poiché altrimenti dovrebbero rientrare nel limite del 20%. Quando il pignoramento si estende alla pensione giacente sul conto corrente, invece, deve preservare il triplo dell’assegno sociale.
Per il 2025, la giacenza può essere interamente pignorata una volta sottratti 1.616,04 euro. I pignoramenti della pensione superiori a quanto consentito possono essere rilevati d’ufficio, ma in presenza di anomalie è preferibile segnalarle con un ricorso in tribunale attraverso un avvocato. Il pignoramento sarà così annullato, ma soltanto nella misura eccedente rispetto alle soglie massime (a meno che sia illegittimo).
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