Debito: l’Italia attende la risposta dell’Ue

C. G.

03/06/2019

03/06/2019 - 11:11

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L’Italia attende la risposta dell’Ue dopo la lettera sul debito: la procedura d’infrazione è alle porte?

Debito: l’Italia attende la risposta dell’Ue

L’Italia sta attendendo con il fiato sospeso la risposta dell’Ue alla lettera inviata dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria.

Per il Belpaese gli ultimi giorni sono risultati decisamente impegnativi. L’aumento del debito pubblico e l’allontanamento dalle regole europee hanno acceso i fari della Commissione Ue.

L’Italia ha rispolverato ancora una volta lo spettro della procedura di infrazione. Tutto è iniziato con la lettera inviata da Bruxelles la scorsa settimana, lettera che ha aperto un vero e proprio scambio epistolare tra le parti. Dove condurrà tutto questo? Gli occhi saranno puntati sulla giornata di mercoledì 5 giugno.

Leggi anche: Cos’è la procedura d’infrazione e cosa rischia l’Italia

Debito Italia: cosa è successo?

Lo scorso 29 maggio l’esecutivo comunitario ha inviato all’Italia un’attesa lettera nella quale ha chiesto di spiegare i fattori rilevanti che hanno impedito la riduzione del rapporto defict/PIL.

Nel testo, firmato dal Vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e dal Commissario agli affari monetari Pierre Moscovici, all’Italia è stato contestato il fatto di non aver compiuto alcun progresso nel rispetto delle regole sul debito.

A questa prima lettera ha risposto il Ministro dell’Economia Tria nel corso del fine settimana appena terminato. Le giustificazioni italiane ai rilievi sul debito sono già arrivati nei corridoi della Commissione europea che, stando alle ultime indiscrezioni di stampa, ha già iniziato a studiare una controrisposta.

Quest’ultima verrà ufficializzata nella giornata di mercoledì 5 giugno, quando verrà reso noto il rapporto sul debito che verrà accompagnato dalle tradizionali raccomandazioni economiche.

Cosa accadrà adesso

I continui botta e risposta tra Roma e Bruxelles stanno trovando fondamento nell’articolo 126.3 del Trattato sul Funzionamento dell’Ue. Essi saranno propedeutici (ma non necessariamente indirizzati) all’apertura di una procedura d’infrazione per debito eccessivo contro l’Italia.

Se la Commissione la riterrà necessaria passerà la palla al Comitato Economico e Finanziario del Consiglio che si esprimerà a sua volta nell’arco di 2 settimane. Poi spetterà all’Ecofin dire la sua probabilmente nella riunione prevista per l’8 e per il 9 luglio prossimo.

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