Mario Draghi torna a tirare le orecchie all’Europa, affrontando diversi argomenti, tra cui il rischio rappresentato dal debito del blocco.
L’ex presidente del Consiglio ed ex presidente della BCE Mario Draghi è tornato a parlare oggi, 1° dicembre 2025, rivolgendosi alla platea dei giovani, con un intervento alla cerimonia di inaugurazione del 163esimo anno accademico del Politecnico di Milano.
Diversi gli argomenti affrontati da Draghi, che è tornato a tirare le orecchie all’Europa, lanciando diversi attenti.
In evidenza l’alert sul rischio che il debito pubblico diventi insostenibile in caso di mancata crescita del PIL, ma anche la sveglia suonata all’Europa, che continua a rimanere indietro in campi dove le altre economie internazionali gà eccellono, e che conferma così uno spirito improntato più alla letargia che all’innovazione.
A tal proposito, Draghi ha dato una sferzata al Continente, invitandolo a colmare il divario che lo separa dagli altri Paesi nel campo dell’AI, ovvero dell’intelligenza artificiale.
Di seguito le frasi chiave che riassumono cosa ha detto oggi Mr. Whatever It Takes, l’ex banchiere centrale che è riuscito a salvare l’euro dal periodo della crisi dei debiti sovrani, che ha messo a repentaglio la sua sopravvivenza.
L’alert di Draghi sul rischio di debiti insostenibili senza crescita
Nel lanciare l’allarme sul rischio che i rapporti debito-PIL diventino insostenibili, Draghi si è così espresso:
“Esiste un’illusione secondo cui la crescita sarebbe meno essenziale una volta raggiunto un alto livello di sviluppo. Secondo questo ragionamento, il calo della popolazione potrebbe consentire un aumento del benessere anche se l’economia ristagna. Ma questo non è vero in generale e in particolare per i Paesi che si trascinano un alto livello di debito. Ciò che conta per la sostenibilità del debito è la dimensione complessiva dell’economia. Se l’economia smette di crescere mentre gli interessi continuano a maturare, il rapporto tra debito e prodotto aumenterà fino a diventare insostenibile. A quel punto i governi saranno costretti a scelte dolorose tra le loro ambizioni fondamentali, tra le pensioni e la difesa, tra il preservare il modello sociale e finanziare la transizione verde”.
Le quattro frasi di Draghi sull’AI e sulla grande sfida che l’Europa non ha saputo ancora cogliere
Riguardo all’intelligenza artificiale, l’ex numero uno della BCE Mario Draghi ha avvertito l’Europa sul rischio di una stagnazione dell’economia, invitando il blocco a cogliere la sfida che vede già molte economie rivaleggiare da un po’ di tempo, alla ricerca di nuove tecnologie che possano far leva sull’occasione dell’AI.
Tra l’altro, Mario Draghi ha sottolineato che i progressi in questo campo potrebbero inaugurare anche una fase di boom economico. Diverse le frasi che Draghi ha detto affrontando la questione.
- “Una politica efficace in condizioni di incertezza richiede adattabilità, rivedere le ipotesi e adeguare rapidamente le regole man mano che emergono evidenze concrete sui rischi e i benefici. È qui che l’Europa si è inceppata. Abbiamo trattato valutazioni inziali e provvsorie come se fossero dottrina consolidata inserendole in leggi estremante difficili da modificare”.
- “Se non colmiamo questo divario e non adotteremo queste tecnologie sul larga scala l’Europa rischia un futuro di stagnazione, con tutte le sue conseguenze”.
- L’applicazione delle tecnologie AI potrebbe “innalzare in modo significativo la crescita delle economie avanzate: se si muovesse sulla stessa linea del precedente sviluppo del digitale negli Stati Uniti” potrebbe manifestarsi “una spinta poco inferiore al +0,8% annuo ” in termini di PIL. Se invece l’applicazione seguisse i ritmi dell’elettrificazione negli anni 20 del secolo scorso, “l crescita potrebbe essere superiore dell’1% all’anno”, ha spiegato Draghi, facendo notare che si tratterebbe dell’“ accelerazione più significativa che l’Europa abbia visto da decenni”.
- Riferendosi all’impatto dell’AI sull’occupazione, Draghi ha sottolineato che “la storia economica indica che la disoccupazione di massa non è l’esito più probabile”, aggiungendo che “le precedenti rivoluzioni tecnologiche non hanno generato perdite occupazionali permanenti. Nel tempo sono nate nuove professioni, industrie e fonti di domanda. Ma la transizione raramente è lineare”.
La lezione di Draghi ai giovani di Italia ed Europa
Nel corso del suo discorso al Politecnico di Milano, Draghi ha poi dato un consiglio ai giovani riunitisi per ascoltare la sua lezione, sia d’Italia che di Europa:
“Devono pretendere di avere le stesse condizioni che permettono ai loro coetanei di aver successo in altre parti del mondo e combattere gli interessi costituiti che si oppongono. I loro successi cambieranno la politica più di qualunque discorso o rapporto e costringeranno regole e istituzioni a cambiare”.
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