La Commissione europea ha pubblicato le nuove previsioni sul trend dell’economia UE e dell’area euro.
La Commissione europea ha pubblicato oggi, lunedì 19 maggio 2025, le Previsioni Economiche di Primavera, annunciando di prevedere per il 2024 un ritmo di crescita del PIL dell’area euro pari a +0,9% nel 2024 e 2025 e una ulteriore accelerazione, nel 2026, pari a +1,4%.
Bruxelles ha così sforbiciato l’outlook sulla crescita del prodotto interno lordo dell’Eurozona, rispetto alle precedenti proiezioni diffuse in autunno, che puntavano a ritmi di espansione pari a +1,3% per il 2025 e a +1,6% per il 2026.
Tasso inflazione euro, per Commissione UE giù fino all’1,7% nel 2026. Le previsioni sui tassi
In evidenza le attese sull’inflazione del blocco, che riaccendono la grande paura di un processo disinflazionistico fin troppo sostenuto nell’area euro: secondo la Commissione europea, il tasso di inflazione dell’Eurozona, dopo avere viaggiato in media al 2,4% nel 2024, scenderà nel 2025 fino al 2,1%, per poi attestarsi in media nel 2026 fino all’1,7%, valore al di sotto del target della BCE, pari al 2%.
Nel presentare le sue ultime proiezioni, Bruxelles ha fatto notare che sono diversi i fattori che esercitano una pressione al ribasso sui prezzi, in generale in tutta l’Unione europea.
“Primo (fattore), i prezzi delle materie prime energetiche più bassi in modo significativo ”, insieme al “trend al ribasso delle curve forward, che porterà l’inflazione energetica al consumo in territorio negativo, sia quest’anno che il prossimo ”.
Il “secondo fattore è rappresentato dalle relazioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina ”, che si stanno traducendo in una “intensificazione delle pressioni competitive sui beni industriali non facenti parte del settore energetico dell’UE” e, di conseguenza, nel “calo dell’inflazione di questa componente”.
“Terzo (fattore)”, prosegue l’Unione europea, è “ l’apprezzamento dell’euro e delle altre valute UE, che amplifica le pressioni disinflazionistiche sulle commodities e sui beni importati”.
Si tratta di elementi che “ sono in parte compensati da una inflazione più alta dei prezzi dei beni alimentari e dei servizi ”, precisano da Bruxelles.
Fatto sta, che “ con l’intensificazione delle pressioni disinflazionistiche , i mercati anticipano una politica monetaria (della BCE) lievemente più accomodante nell’orizzonte di previsioni” tanto che, “stando a quanto prezza il mercato, i tassi di interesse dovrebbero raggiungere la parte bassa della forchetta compresa tra l’1,75% e il 2,25% che la BCE considera neutrale ”.
A tal proposito, occhio al dato relativo all’inflazione dell’area euro che è stato reso noto anch’esso nella giornata di oggi. Così come merita di essere rispolverato l’allarme che è stato lanciato da un esperto di mercati alla BCE di Christine Lagarde, accompagnato da tanto di appello a fare di più per scongiurare il processo disinflazionistico dell’area euro.
Deficit-PIL e debito-PIL dell’area euro, le stime di Bruxelles
Riguardo al deficit-PIL dell’area euro, le attese sono di un valore in media al 3,1% nel 2024 e di un rialzo al 3,2% e al 3,3% rispettivamente nel 2025 e nel 2026.
Il tasso di disoccupazione è atteso al 6,4% nel 2024, e in ulteriore flessione al 6,3% e al 6,1% nei prossimi due anni.
Così si legge, nel report relativo alle previsioni economiche di primavera appena pubblicato dalla Commissione europea, che porta il titolo “Spring 2025 Economic Forecast: Moderate growth amid global economic uncertainty”, ovvero, tradotto: “Previsioni economiche di primavera 2025: crescita moderata in un contesto di incertezza economica globale”:
“Queste proiezioni di primavera stimano una crescita del PIL reale nel 2025 dell’1,1% in Unione europea e dello 0,9% nell’area euro”, valori che corrispondono “ampiamente agli stessi ritmi raggiunti nel 2024”.
Ma valori che, allo stesso tempo - precisa Bruxelles - “ rappresentano un downgrade considerevole rispetto alle previsioni dell’autunno 2024 , in gran parte a causa dell’impatto dell’aumento dei dazi e dall’elevata incertezza provocata dai recenti e bruschi cambiamenti avvenuti nella politica commerciale USA e dalla imprevibilità della configurazione finale delle tariffe ”.
PIL, deficit e debito Italia: UE sforbicia le previsioni sulla crescita e conferma angoscia rosso di bilancio
Per quanto riguarda il PIL dell’Italia, la Commissione UE ha tagliato le previsioni di crescita al ritmo dello 0,7% per il 2025, rispetto al +1% precedentemente previsto per l’economia italiana, e al +0,9% per il 2026, rispetto al +1,2% atteso lo scorso autunno.
Nelle previsioni primaverili della Commissione si legge inoltre che Bruxelles stima per l’Italia un rapporto deficit-PIL in discesa dal 3,4% del 2024 al 3,3% nel 2025 e al 2,9% nel 2026, mentre il rapporto debito-PIL è atteso a salire dal 135,3% del 2024 al 136,7% nel 2025 e al 138,2% nel 2026.
Da segnalare che le previsioni sull’Italia vanno confrontate con quelle rese note dal governo Meloni con la pubblicazione del Documento di Finanza Pubblica (DFP) da parte del MEF, che ha indicato una crescita del PIL reale per il 2025 pari a + 0,6%, in ulteriore accelerazione al ritmo dello 0,8% nel 2026 e 2027, “grazie alla spinta dei consumi”.

In quel documento, che è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 9 aprile scorso e commentato dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, sono state indicate anche le previsioni sui conti pubblici, che hanno segnalato un deficit-PIL in miglioramento, al 3,3% nel 2025, in ulteriore discesa al 2,8% nel 2026, “con l’obiettivo di uscire dalla Procedura per disavanzi eccessivi”, e al 2,6% nel 2027, prima di chiudere al 2,3% nel 2028.
Il rapporto debito-PIL dell’Italia è stimato invece dal governo Meloni ancora in salita al 136,6 per cento per il 2025 e al 137,6% nel 2026, con la traiettoria discendente che dovrebbe iniziare soltanto a partire dal 2027.
Proprio in quel documento del governo Meloni sono stati presentati alcuni scenari per il debito pubblico dell’Italia, di cui uno particolarmente allarmante.
In quell’occasione, non è mancato inoltre l’attenti dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, che ha avvertito che i veri numeri del PIL potrebbero rivelarsi decisamente peggiori rispetto a quelli comunicati.
Pur annunciando di avere validato lo scenario macroeconomico tendenziale contenuto nel DFP del 2025, comunque “assumendo la piena e tempestiva realizzazione dei progetti del PNRR e le ipotesi del MEF sul contesto internazionale”, l’UPB ha fatto notare infatti che proprio quest’ultimo è “scosso da recentissimi eventi, che potrebbero avere un impatto significativo anche sull’economia italiana, al momento non ragionevolmente quantificabile ”. Riferimento, ovviamente, alle scosse che hanno colpito in primis il commercio globale, attraverso i dazi reciproci annunciati dal presidente americano Donald Trump.
PIL, deficit e debito Italia, tutte le previsioni. Debiti su anche con avanzo primario
Tornando alle previsioni sul PIL e sull’economia dell’Italia, nella sezione dedicata al Paese la Commissione europea scrive di ritenere che la “crescita del PIL reale è attesa rimanere stabile al tasso dello 0,7% nel 2025 e salire allo 0,9% nel 2026”.
L’outlook è di una espansione dell’economia che dovrebbe essere “ sostenuta dalla domanda, in particolare dagli investimenti ” legati alle spese del PNRR.
“L’inflazione è attesa rimanere al di sotto del 2% sia nel 2025 che nel 2026, sulla scia di dinamiche negative dei prezzi alle importazioni e di aumenti dei costi domestici moderati”.
La Commissione europea ricorda che anche nel 2024 la crescita del PIL reale in Italia è stata pari a +0,7%, sulla scia di una “espansione moderata della domanda domestica e di un contributo robusto delle esportazioni nette”.
Nel commentare le attese per il 2025, Bruxelles avverte che, “sebbene la domanda domestica sia attesa accelerare nel corso del 2025, i dazi commerciali USA dovrebbero colpire le esportazioni dei beni, mentre le importazioni sono tuttora attese espanderasi sulla scia del rafforzamento della domanda domestica”.
Ancora, sempre in Italia “ i consumi privati sono previsti aumentare dell’1,2%, ampiamente in linea con il reddito disponibile reale, sostenuti dalla crescita della occupazione e dalla ripresa dei salari reali”.
Tornando all’angoscia dei conti pubblici italiani, la Commissione europea ha fatto notare che i livelli del debito-PIL continueranno a salire anche a fronte di un surplus primario che, in particolare nel 2026, dovrebbe crescere all’1,1% del PIL, a fronte di un calo del deficit-PIL al 2,9% e sulla scia di una crescita della spesa primaria moderata.
Allo stesso tempo, la spesa per interessi è attesa salire in modo lieve al 4% del PIL.
Nel far notare che nel 2024 il rapporto debito-PIL dell’Italia è salito al 135,3% nel 2024, rispetto al 134,6% dell’anno precedente, e che le previsioni sono di un debito-PIL nel 2025 e 2026 rispettivamente in ulteriore aumento al al 136,7% e al 138,2%, ancora zavorrato dall’effetto sulle finanze pubbliche dei crediti fiscali del Superbonus.
Bruxelles ha spiegato l’aumento del rosso di bilancio con gli ulteriori aggiustament stock-flussi e con il differenziale interesse-crescita, ovvero tra i tassi di interesse e il tasso di crescita del PIL. Per fortuna, pur rimanendo motivo di ansia per il governo Meloni, il debito italiano continua a riscuotere successo, con i BTP e altri Titoli di Stato italiani che vengono acquistati in modo sostenuto dalla comunità degli investitori.
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