Il costo della pandemia sugli italiani: 5.420 euro a testa. Lo studio dei Commercialisti

Rosaria Imparato

5 Febbraio 2021 - 16:37

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Il costo della pandemia sugli italiani è stato, nel 2020, di 5.420 euro pro-capite: i dati vengono dallo studio realizzato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti sul debito pubblico, in cui vengono comparati i dati italiani con quelli degli altri Paesi del G20.

Il costo della pandemia sugli italiani: 5.420 euro a testa. Lo studio dei Commercialisti

La pandemia ha un caro prezzo per gli italiani: il 2020 è costato più di 5.000 euro a testa, 5.420 euro a testa per la precisione. Lo dice lo studio “Il debito pubblico italiano e il Covid-19” realizzato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti.

Lo studio ha misurato l’impatto dell’emergenza sanitaria sull’economia italiana, facendo un confronto tra quanto avvenuto nel Belpaese e negli altri Paesi del G20.

Per Massimo Miani, Presidente Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, vanno evitati ulteriori shock fiscali: lo studio evidenzia come l’Italia sia uno dei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia nel PIL e nel rapporto debito/PIL: bisogna fare in modo che la pressione fiscale, già alta, non aumenti ancora di più.

Il costo della pandemia sugli italiani: 5.420 euro a testa. Lo studio dei Commercialisti

La pandemia del 2020 è costata all’italiano medio 5.420 euro a testa: il dato viene dallo studio del Consiglio e della Fondazione Nazionale dei Commercialisti “Il debito pubblico italiano e il Covid-19”.

Secondo questo studio, di questi 5.420 euro sono costati:

  • 2.371 euro di minore Pil pro capite;
  • 3.049 euro di incremento di debito.

La base di partenza per fare il confronto tra i dati italiani e quelli degli altri Paesi del G20 è costituita dai dati del Fondo Monetario Internazionale, secondo i quali il PIL è crollato in Italia per il -9,2%. Peggio dell’Italia solo l’Argentina con -10,4% e il Regno Unito con -10,%.

Di seguito la tabella con i dati del crollo del PIL a causa della pandemia tra i Paesi del G20 (Fonte: Elaborazione FNC su dati IMF, World Economic Outlook, Update January 2021).

Country Var. % 2020 su 2019CountryVar % 2021 su 2019
Argentina -10,4% Italy -6,5%
United Kingdom -10,0% Argentina -6,4%
Italy -9,2% United Kingdom -6,0%
France -9,0% South Africa -4,9%
Mexico -8,5% Germany -4,8%
India -8,0% Mexico -4,6%
South Africa -7,5% France -4,0%
Canada -5,5% Japan -2,2%
Germany -5,4% Canada -2,1%
Japan -5,1% Saudi Arabia -1,4%
Brazil -4,5% Brazil -1,1%
Saudi Arabia -3,9% Indonesia -0,9%
Russia -3,6% Russia -0,7%
United States -3,4% Australia 0,5%
Australia -2,9% United States 1,5%
Indonesia -1,9% Korea 2,0%
Turkey 1,2% Turkey 7,3%
United Kingdom -10,0% India 9,4%
United States -3,4% China 10,6%

Durante il 2020 la spesa pubblica aggiuntiva e gli sgravi fiscali per aiutare i contribuenti durante i mesi più critici hanno raggiunto il 6,8% del Pil collocando l’Italia al 9° posto nel G20.

In termini pro-capite, cioè valutando in media per ogni italiano, il sostegno statale è stato pari a 1.858 euro. In altri Paesi l’aiuto statale è stato più alto: in Germania 4.414 €, in Francia 2.677 €, negli Stati Uniti 9.311 € e nel Regno Unito (5.752 €).

Il costo della pandemia sugli italiani: per i commercialisti va evitata ulteriore pressione fiscale

Massimo Miani, Presidente Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, ha dichiarato:

“lo studio evidenzia come il nostro sia uno dei paesi più colpiti a livello mondiale nel Pil e nel rapporto debito/Pil. Allo stesso tempo è uno di quelli che meno ha adoperato la leva finanziaria per resistere alla crisi pandemica, da cui deriva una perdita di Pil nominale pro capite piuttosto rilevante. Le analisi e i dati presentati nella ricerca mettono in luce significativi profili di rischio per l’economia italiana tra cui il pericolo di nuovi shock fiscali che potrebbero aggravare la pressione fiscale italiana, già di per sé molto elevata”

Quali sono le soluzioni per il Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti? Per Miani bisogna agire su più fronti: non solo puntare su politiche fiscali espansive, così da sfruttare al meglio le risorse del Recovery Fund, ma anche ridiscutere le regole fiscali che governano la finanza pubblica (e va fatto a livello europeo):

“È assolutamente imprescindibile riconsiderare la sostenibilità del debito pubblico italiano alla luce delle mutate condizioni economiche post-pandemiche. Solo così si eviteranno shock pericolosi per l’economia del Paese che colpirebbero in modo sensibile la ricchezza degli italiani.”

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