Cosa sta per decidere la Bce sui tassi?

Violetta Silvestri

15 Gennaio 2024 - 12:08

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La Bce sta per abbassare i tassi di interesse? La risposta in un sondaggio di economisti e nelle parole di Lagarde e altri funzionari, tra aspettative ottimistiche e toni prudenti.

Cosa sta per decidere la Bce sui tassi?

La Bce si riunirà il prossimo 25 gennaio, con un interrogativo in cerca di risposte: quando inizierà a tagliare i tassi di interesse?

Con un costo del denaro al 4,5% e un tasso sui depositi al 4,00%, la banca centrale sembra aver concluso il suo storico ciclo di inasprimento della politica monetaria. Attualmente, l’Eurotower è in attesa di vedere come i 10 rialzi attuati dalla metà del 2022 influenzeranno l’economia, pur avendo già ammesso nell’ultimo bollettino economico che i segni di tali aumenti si intravedono sulla domanda del credito e sulla crescita.

I politici osservano ora soprattutto gli sviluppi salariali nella prima metà del 2024, per valutare se l’aumento del costo del lavoro impedirà o meno all’inflazione di rallentare fino all’obiettivo del 2%.

Il 2024 si preannuncia un anno molto impegnativo per la Bce. Per questo gli investitori e i capi di Governo attendono con impazienza la prossima riunione di gennaio e gli altri incontri, mentre si moltiplicano le scommesse su cosa decideranno Lagarde e gli altri sulla riduzione dei tassi.

Bce e tassi di interesse: cosa sta per accadere? Le previsioni

Secondo un sondaggio di economisti eseguito da Bloomberg, la Banca centrale europea abbasserà i tassi di interesse quattro volte quest’anno e l’inflazione si ridurrà più rapidamente di quanto previsto in precedenza.

Si prevede che i tagli, ciascuno di 25 punti base, inizieranno a giugno, con ulteriori riduzioni a settembre, ottobre e dicembre portando il tasso sui depositi al 3%. Sebbene si tratti di una mossa in più rispetto a quanto previsto nel sondaggio del mese scorso, è comunque più prudente rispetto ai sei tagli, a partire da aprile, che scontano gli investitori.

La riunione di gennaio, quindi, dovrebbe confermare il costo del denaro attuale al 4,5% e lasciandolo ancora invariato in un approccio attendista e di cautela.

Gli economisti ora si aspettano un rallentamento più rapido della crescita dei prezzi, al 2,3% nel 2024. Si tratta di una revisione al ribasso di 0,3 punti percentuali rispetto al sondaggio di dicembre. Vedono ancora un percorso ostico, poiché l’inflazione accelererà nuovamente dal livello obiettivo nel quarto trimestre fino alla media del 2,1% nel 2025.

Il tasso di inflazione core, che esclude le componenti volatili tra cui energia e cibo, è visto più basso quest’anno, ma leggermente più alto nel 2025, rimanendo al di sopra dell’obiettivo della Bce del 2,2%.

Secondo l’indagine, infine, una recessione nella seconda metà del 2023 dovrebbe essere seguita da una ripresa graduale che potrebbe accelerare nel corso di quest’anno. Le aspettative di crescita sono state mantenute stabili per il 2024 e aumentate di 0,1 punti percentuali per il 2025.

Riduzione dei tassi Bce? Un errore agire troppo presto

Tra le ultime dichiarazioni sulla politica Bce dei prossimi mesi, spicca quella del capo economista Philip Lane. Secondo lui, una riduzione troppo precoce dei costi di finanziamento potrebbe ostacolare la politica monetaria della Banca centrale europea.

I policy maker dell’Eurotower sono in attesa di ricevere dati che confermino l’inflazione in rallentamento a un ritmo tale da consentire loro di iniziare a tagliare i tassi. Prima di avere questi numeri, però, la prudenza rimane la via da seguire.

In una intervista al Corriere della Sera, Lane ha ricordato che “una falsa alba, una ricalibrazione troppo rapida, possono essere controproducenti. La storia degli episodi di alta inflazione ci dice che se le banche centrali tentano di normalizzarsi troppo rapidamente, prima che il problema venga davvero risolto, si avrà un’altra ondata di inflazione, e poi un’altra ondata di rialzi dei tassi di interesse. Sarebbe uno scenario molto peggiore”.

Lagarde ha dichiarato qualche giorno fa a France 2 TV che la fase più difficile e peggiore dell’inflazione è probabilmente passata e i tassi di interesse saranno tagliati se la Bce ha la certezza che i prezzi sono scesi al livello il livello del 2%.

“Penso che i tassi, salvo ulteriori shock o dati inattesi, non continueranno a salire. E se vinciamo la nostra lotta contro l’inflazione, e se siamo certi che l’inflazione sarà effettivamente al 2%, a quel punto i tassi cominceranno ad andare giù, ha specificato la governatrice.

Alla domanda se il 2024 sarà l’anno in cui i tassi scenderanno, Lagarde ha risposto: “Come presidente della Banca centrale europea, non posso darvi una data”.

Chi scalpita per vedere una diminuzione del costo del denaro imminente rimarrà quindi deluso. Il timore di tutti, Bce compresa, è che le tensioni geopolitiche e i venti di guerra si traducano in un improvviso rialzo dei prezzi. A quel punto, la politica monetaria potrebbe restare ancora aggressiva per molto.

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