Cosa sono le obbligazioni e come funzionano in borsa: scopriamo tutto quello che c’è da sapere su tipi di bond, rendimento, costi e opportunità d’investimento.
Le obbligazioni rappresentano strumenti finanziari fondamentali per il funzionamento dei mercati e per la gestione del risparmio. Si tratta di titoli di debito emessi da enti governativi o società private per raccogliere capitali, con l’impegno di restituire il capitale investito alla scadenza, maggiorato degli interessi periodici, noti come cedole.
Difatti, stando alle indicazioni della Banca d’Italia, l’acquisto di un’obbligazione comporta il versamento di una somma di denaro all’emittente, che si impegna a restituirla alla scadenza, insieme agli interessi pattuiti.
In Italia, il mercato obbligazionario è particolarmente attivo. Tanti investitori, però ancora non conoscono fino in fondo il funzionamento e l’utilità di questo strumento. Ecco, allora, tutti i dettagli, nella nostra guida completa.
Obbligazioni, cosa sono? Definizione e significato
Le obbligazioni, come detto, sono titoli di debito attraverso i quali un emittente - che può essere un ente pubblico, come lo Stato, oppure un soggetto privato, come una società - raccoglie capitali da investitori terzi. In pratica, quando un investitore acquista un’obbligazione, sta prestando denaro all’emittente, il quale si impegna a restituirlo alla scadenza, con l’aggiunta di un interesse, detto cedola.
Questi titoli vengono negoziati nei mercati obbligazionari, suddivisi in:
- mercato primario, dove vengono collocate le nuove emissioni;
- mercato secondario, dove è possibile scambiare obbligazioni già esistenti.
Le obbligazioni sono tradizionalmente considerate tra gli strumenti di investimento più sicuri, soprattutto quando emesse da enti sovrani con elevato rating creditizio, come ad esempio i titoli di Stato di Paesi sviluppati. Tuttavia, il grado di sicurezza varia in base all’affidabilità dell’emittente: maggiore è il rischio percepito, maggiore sarà il rendimento offerto. Questo principio segue la ben nota relazione rischio-rendimento, alla base di ogni strategia finanziaria.
Secondo i dati della Banca d’Italia, nel 2024 il valore totale dei titoli obbligazionari detenuti dalle famiglie italiane era pari a circa 240 miliardi di euro, in crescita rispetto agli anni precedenti, grazie anche al ritorno dell’interesse per gli strumenti a reddito fisso in un contesto di tassi in rialzo. I BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) rappresentano ancora una fetta significativa di questi investimenti.
Come vedremo, gli interessi percepiti dai detentori di obbligazioni possono essere a tasso fisso (pagamento periodico sempre uguale), a tasso variabile (legato a parametri come l’Euribor o il tasso BCE), oppure zero coupon, cioè senza cedola, ma con rimborso finale superiore al prezzo di acquisto.
Conoscere il funzionamento delle obbligazioni è fondamentale per costruire un portafoglio di investimento equilibrato e consapevole, soprattutto in un’epoca di incertezza economica e inflazione elevata.
Obbligazioni e bond sono la stessa cosa? Che differenza c’è con i titoli azionari?
Nel linguaggio finanziario, i termini «obbligazioni» e «bond» sono sinonimi: entrambi indicano titoli di debito emessi da enti pubblici o privati per raccogliere capitali. Acquistando un’obbligazione, l’investitore presta denaro all’emittente, che si impegna a restituirlo alla scadenza, insieme agli interessi pattuiti, noti come cedole.
Le obbligazioni possono essere emesse da governi (titoli di Stato) o da aziende (obbligazioni societarie) e, in entrambi i casi, l’investitore assume il ruolo di creditore. In caso di insolvenza dell’emittente, gli obbligazionisti hanno priorità nel rimborso rispetto agli azionisti.
Le azioni, invece, rappresentano una quota del capitale di una società. Chi acquista azioni diventa socio dell’azienda, con diritti patrimoniali (come la partecipazione agli utili) e, in alcuni casi, diritti amministrativi (come il voto in assemblea). Il rendimento delle azioni dipende dai risultati economici dell’azienda e dalle decisioni del management.
Dal punto di vista del rischio, le obbligazioni sono generalmente considerate meno rischiose delle azioni, poiché offrono rendimenti più prevedibili e una maggiore protezione in caso di fallimento dell’emittente. Tuttavia, le obbligazioni non sono prive di rischi, come il rischio di credito (possibilità che l’emittente non sia in grado di rimborsare il debito) e il rischio di tasso di interesse (variazioni dei tassi possono influenzare il valore delle obbligazioni).
Come funzionano le obbligazioni concretamente?
Per capire come funzionano le obbligazioni e quale meccanismo si instaura con la loro emissione può essere utile il seguente esempio:
- un’azienda intende finanziarsi tramite l’emissione di un’obbligazione, che risulterà più conveniente di altri prestiti poiché ha un interesse minore a quello offerto dal tradizionale finanziamento bancario;
- il risparmiatore è incentivato ad acquistare l’obbligazione perché da essa può ottenere un rendimento più alto rispetto alla media del tasso offerto da altri investimenti in liquidità;
- il risparmiatore può rivendere l’obbligazione sul mercato secondario oppure attendere la scadenza per ricevere il valore nominale del titolo, incassando un interesse periodico per tutta la durata del bond.
A sua volta, ogni obbligazione presenta queste caratteristiche:
- scadenza: è la data entro la quale il debitore (Stato o società) deve rimborsare il capitale ricevuto;
- emittente: soggetto che emette l’obbligazione, ovvero lo Stato, la società o l’ente che contrae un debito tramite l’emissione di obbligazioni;
- cedola (o coupon): è l’interesse che l’emittente paga ai propri debitori, detti anche obbligazionisti. La cedola può essere fissa o variabile nel tempo (condizionata all’andamento di un indice o di un tasso). Piccola curiosità: il rendimento delle obbligazioni viene chiamato cedola perché agli inizi le primissime obbligazioni erano cartacee e avevano una cedola che veniva staccata dall’acquirente e presentata presso una banca per richiedere il pagamento degli interessi spettanti;
- prezzo di sottoscrizione: il capitale pagato al momento dell’acquisto di un’obbligazione;
- valore nominale: il capitale al netto degli interessi maturati che viene rimborsato dall’emittente al momento della scadenza dell’obbligazione;
- tipologia di emissione: le obbligazioni possono essere emesse alla pari, quando il prezzo pagato per acquistare l’obbligazione è lo stesso del valore nominale (ossia il capitale rimborsato a scadenza) al netto degli interessi; sotto la pari, quando il prezzo di sottoscrizione è inferiore al valore nominale al netto degli interessi. Questo accade per esempio per i BOT.
I tipi di obbligazioni più importanti in borsa
Le obbligazioni possono essere distinte in tre principali tipologie in base all’emittente:
- titoli di Stato: obbligazioni emesse da uno Stato per finanziare il proprio debito in cambio del pagamento di interessi. In Italia BTP e i BOT rientrano in questa categoria;
- obbligazioni societarie (corporate bond): obbligazioni societarie emesse dalle aziende;
- obbligazioni sovranazionali: titoli di debito i cui emittenti sono organismi internazionali (come la Banca Mondiale o la Banca europea degli investimenti).
Inoltre, i titoli obbligazionari si possono suddividere generalmente anche in ordinari e strutturati, in base alla loro composizione.
- Le obbligazioni ordinarie possono essere a tasso fisso (con cedole predeterminate) e a tasso variabile (con interessi che variano in base al mercato).
- Le obbligazioni strutturate sono quelle che prevedono anche un contratto derivato. Secondo quest’ultimo la remunerazione dell’investitore dipende dall’andamento di uno o più parametri finanziari come, per esempio, gli indici azionari.
E, ancora, in base alle caratteristiche specifiche dei titoli, le obbligazioni possono suddividersi in diverse tipologie.
- obbligazioni indicizzate le cedole di questa tipologia di obbligazioni sono legate all’andamento di un sottostante. Ne sono esempi:
- le obbligazioni inflation linked, legate al tasso di inflazione,
- le obbligazioni CMS linked, con flusso cedolare calcolato in base all’andamento dei tassi a medio e lungo termine (Interest Rate Swap)
- obbligazioni zero coupon (senza cedola): bond che non prevedono il pagamento della cedola ma per cui il prezzo di emissione è inferiore al valore nominale, così da comportare comunque un rendimento (obbligazioni sotto la pari);
- obbligazioni a cedola fissa: la tipologia di obbligazione più diffusa in assoluto, un bond che paga un interesse fisso a cadenza prefissata;
- obbligazioni convertibili: titoli che l’emittente può convertire (trasformare) in azioni;
- obbligazioni cum warrant: corrisponde alla tipologia di obbligazione convertibile ma il diritto alla conversione da obbligazione ad azione è separabile e negoziabile sul mercato;
- covered bond: obbligazioni bancarie garantite da una parte dell’attivo patrimoniale dell’emittente. Hanno un basso profilo di rischio ed elevata liquidità;
- obbligazioni subordinate: sono titoli di debito che, in caso di fallimento dell’emittente, vengono rimborsati solo dopo aver soddisfatto i creditori ordinari. Offrono rendimenti più elevati per compensare il maggiore rischio e sono spesso emesse da banche o grandi aziende per finanziare il capitale di rischio.
Come si muove il prezzo di un’obbligazione?
Le obbligazioni sono oggi il principale strumento di finanziamento a disposizione di Stati o società e, nel corso tempo, si sono trasformate in strumenti finanziari via via più complessi. Le obbligazioni sono dei titoli di credito (un tempo, cartacei e anche di grandi dimensioni!) emessi da un soggetto debitore e sottoscritti da un soggetto creditore nell’ambito di un vero e proprio contratto legale. L’obbligazione deve necessariamente riportare alcuni dati «anagrafici» fondamentali, che sono la data di emissione, la data di scadenza, il valore nominale e il tasso di interesse annuo.
La differenza tra la data di scadenza e la data di emissione equivale alla durata del prestito. All’emissione, il debitore riceverà il nominale, mentre alla scadenza il creditore riceverà il nominale accresciuto degli interessi maturati sul prestito. Gli interessi possono essere pagati a scadenza in un’unica soluzione oppure essere dilazionati nel tempo mediante pagamenti periodici, le cosiddette cedole.
Il prezzo di un’obbligazione può essere diverso dal suo valore nominale, che si fissa convenzionalmente come pari al valore di 100 euro. Se al momento dell’emissione il prezzo è pari al valore nominale del titolo, si dice che l’obbligazione è emessa alla pari. Se il prezzo è superiore a 100, l’obbligazione è detta sopra la pari, in caso contrario sarà sotto la pari.
Il prezzo di un’obbligazione dipende dal tasso di interesse di mercato, con il quale ha una relazione inversa, dalla durata dell’investimento, dal valore nominale e dal tasso cedolare determinato al momento dell’acquisto. Per calcolare il prezzo di un bond è necessario attualizzare il suo valore nominale e le eventuali cedole e dunque stabilire la cifra che è necessario impiegare oggi per ottenere le cedole e poi il valore nominale alla scadenza del titolo.
Nel caso più semplice di un titolo zero-coupon (cioè, senza cedole) il prezzo sarà calcolato come segue:
P=VN/(1+i)t
Dove VN è il valore nominale (posto pari a 100), i è il tasso di interesse di mercato e t è la scadenza in anni. In pratica, questa formula consente di calcolare la cifra che dobbiamo prestare oggi per ottenere 100 euro tra t anni con le condizioni di mercato descritte dal tasso i.
Nel caso di un titolo che paga cedole periodiche, la formula di attualizzazione dovrà tenere conto anche del tasso cedolare.
I rischi delle obbligazioni
Investire in obbligazioni è in generale sicuro, ma questi titoli non sono del tutto privi di rischi. Ce ne sono almeno 4 da conoscere:
- rischio dell’emittente, ossia il rischio che l’emittente non onori i propri impegni e non paghi una cedola o non rimborsi il capitale a scadenza;
- rischio di liquidità, per i prodotti non quotati su un mercato ufficiale come il MOT o l’EuroTLX;
- rischio di cambio, nel caso di acquisto di obbligazioni emesse in valuta diversa dall’euro;
- rischio di tasso, un aumento dei tassi di interesse farà diminuire il valore delle obbligazioni
Il valore, e quindi il rendimento, di un’obbligazione - ma anche il suo grado di rischio - sono strettamente correlate al rating.
Con questo termine si intende il giudizio che le agenzie di rating (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, tra le principali) danno dopo aver valutato il grado di rischio nel sottoscrivere tale titolo.
Il rating sulle obbligazioni va da AAA, il grado massimo che esprime la migliore qualità e sicurezza del titolo, a D, giudizio che indica un bond molto pericoloso poiché difficilmente rimborsabile da parte dell’emittente al momento della scadenza.
Come anticipato, il grado di rischio si ripercuote direttamente sul rendimento delle obbligazioni e quindi sul profitto che l’investitore può avere investendo in bond.
Più un’obbligazione è rischiosa, più il rendimento è alto così da attrarre comunque investitori, nonostante la possibilità che il capitale investito non venga rimborsato a scadenza.
Obbligazioni, tassazione e costi da sostenere
Le obbligazioni in Italia sono soggette a tassazione e questo significa che chi le compra ha un costo da sostenere.
Nello specifico, cedole e plusvalenze (differenza di prezzo tra acquisto e vendita) hanno un regime fiscale del 26%.
I titoli di Stato godono di un’aliquota più bassa, al 12,5%. La stessa tassazione ridotta spetta anche a obbligazioni emesse da comuni, province e regioni, da organismi internazionali da Stati eseteri e daai titoli compresi nella specificia white list.
Gli interessi da pagare a chi acquista il titolo obbligazionario, il cosiddetto stacco dellaa cedola, è invece il costo sostenuto da chi emette un’obbligazione. Solitamente avviene ogni semestre o ogni trimestre.
Perché investire in obbligazioni?
L’investimento in obbligazioni è il più diffuso tra i risparmiatori poiché presenta gradi di rischio assai minori rispetto alle azioni o ad altri strumenti finanziari. Gli investitori che desiderano impegnare anche somme non molto consistenti in titoli obbligazionari, solitamente investono anche poche migliaia di euro in titoli di Stato. I Btp italiani, per esempio, sono molto amati tra i piccoli risparmiatori poiché consentono di ottenere cedole interessanti con la garanzia che lo Stato italiano pagherà.
Ma, in linea di massima, un investitore può decidere di inserire obbligazioni nel proprio portafoglio per svariati motivi. Ecco i principali:
- generare reddito: le obbligazioni offrono una fonte di rendimento certa rappresentata dalle cedole, che sono pagate periodicamente. Il reddito che deriva dalle cedole può essere utilizzato per ulteriori investimenti ed è normalmente più elevato e più certo rispetto a quello offerto dai dividendi delle azioni;
- proteggere il capitale: il valore nominale delle obbligazioni sarà restituito a scadenza e questa, a meno di non investire in junk bond, dovrebbe essere una certezza;
- far apprezzare il proprio capitale: ad esempio, approfittando di un aumento del prezzo delle obbligazioni presenti nel proprio portafoglio per venderle sul mercato secondario;
- proteggersi dai rischi del mercato: in caso di un deterioramento del contesto economico e finanziario, l’investimento in obbligazioni può risultare un porto più sicuro rispetto all’investimento in azioni.
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