Cosa può fare l’Italia se lo spread BTp-Bund è di 130 punti

Violetta Silvestri

01/11/2019

Cosa può fare l’Italia se lo spread BTp-Bund è di 130 punti? Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, risponde all’interrogativo e sprona il governo ad agire.

Cosa può fare l’Italia se lo spread BTp-Bund è di 130 punti

Cosa può fare l’Italia con lo spread BTp-Bund a 130 punti? Dinanzi ad un dato considerato positivo, quale il differenziale di rendimento tra i titoli decennali italiani e tedeschi oscillante intorno a quota 130, il nostro Paese potrebbe trovare giovamento per i suoi conti pubblici.

A sostenere questa tesi è il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, che in occasione della Giornata mondiale del risparmio, avverte il governo italiano sull’opportunità da saper cogliere per dare un impulso alla crescita.

Lo spread, indicatore seguito con attenzione per capire il trend dell’economia interna e le sue prospettive, è influenzato da molte variabili di natura politica, economica e finanziaria.

In un momento storico cruciale a livello internazionale e anche per il nostro Paese, alle prese con la legge di Bilancio 2020 e con costanti tentennamenti sulla tenuta del governo Conte-bis, agire dinanzi ad una prospettiva di spread in calo diventa fondamentale secondo la visione di Visco.

Ma cosa può fare l’Italia con lo spread BTp-Bund a 130 punti?

Spread BTp-Bund a 130 punti: ecco come può agire l’Italia

Nell’ultima settimana di ottobre 2019, lo spread Btp-Bund ha registrato oscillazioni tra 130 e 137 punti. Al momento, il differenziale è in salita, attestandosi su 142 punti.

Nonostante l’incertezza sul valore dell’indicatore, la previsione per lo spread italiano non è negativa secondo l’analisi di Visco. Questa considerazione fa supporre che:

“In prospettiva l’onere medio del debito resterebbe su una traiettoria discendente, riducendo lo sforzo necessario a ottenere un avanzo primario sufficiente a garantire l’equilibrio dei conti pubblici”.

L’Italia, dunque, dovrebbe approfittare dell’opportunità offerta da uno spread che si aggira intorno a valori comunque in calo rispetto ai mesi precedenti. Cosa fare?

Avviare un processo di cambiamento in più settori: questo l’imperativo proveniente da Visco. È quanto mai necessario, in questo momento di condizioni finanziarie più accomodanti, selezionare con attenzione le misure da intraprendere per sostenere la crescita e riequilibrare i conti pubblici.

Più risorse, quindi, vanno immediatamente destinate agli investimenti nel settore produttivo, in primis manifatturiero, che più ha risentito di un clima sfavorevole a livello globale, ma anche del terziario e delle costruzioni.

Maggiore attenzione, inoltre, deve essere posta nei confronti delle conseguenze degli interventi sulla domanda aggregata. Fondamentale, secondo Visco, intervenire anche nelle aree più arretrate e nell’efficienza della pubblica amministrazione.

Investire con coraggio e per il cambiamento: con un livello di spread intorno ai 130 punti la sfida può essere più facile e, soprattutto, non deve essere lasciata incompiuta secondo il governatore Visco.

Differenza rendimenti a 130 punti: quanto durerà? Le insidie

Se Ignazio Visco insiste sull’occasione da non perdere per incentivare l’economia con uno spread a 130 punti è perché l’indicatore è piuttosto oscillante e ancora soggetto a molte insidie.

Il governo sembra sull’orlo della crisi ogni giorno ed ha subito uno scossone anche dai risultati delle elezioni umbre. Inoltre, l’andamento economico UE continua ad essere incerto, con la Germania a rischio recessione.

Nonostante l’aumentata fiducia nei confronti dell’esecutivo giallo-rosso, più vicino e conforme alle regole europee rispetto alla linea politica di Salvini, le insidie interne ed internazionali restano.

Lo spread, già al rialzo, potrebbe subire altri trend negativi. Per questo, dinanzi a tendenze al ribasso, l’Italia è chiamata ad agire.

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