Cosa hanno fatto Berlusconi e Forza Italia quando erano al governo

Giacomo Andreoli

19/08/2022

19/08/2022 - 14:49

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Silvio Berlusconi, nonostante gli 85 anni, è uno dei protagonisti di questa campagna elettorale, in vista del voto del 25 settembre. Ma cosa ha fatto durante i suoi governi con Forza Italia e Pdl?

Cosa hanno fatto Berlusconi e Forza Italia quando erano al governo

Silvio Berlusconi non smette di sorprendere. A 85 anni il leader di Forza Italia, nonché imprenditore ed ex presidente del Consiglio, è uno dei protagonisti indiscussi di questa campagna elettorale, in vista del voto del 25 settembre. Berlusconi è in politica fin dal 1994 e da allora è stato diverse volte al governo come capo dell’esecutivo o come leader di un partito di maggioranza.

Vediamo le principali riforme fatte in tutti questi anni durante i governi Berlusconi e cosa ha portato a casa Forza Italia nelle ultime esperienze di esecutivo allargato con altre forze politiche, a cominciare dal Partito democratico, il suo competitor storico.

Quando è stata al governo Forza Italia

In tutto ci sono stati quattro governi Berlusconi, che hanno guidato l’Italia a fasi alterne dal 1994 al 2011, intervallati da due governi di centrosinistra. Il primo è stato in carica dal 10 maggio 1994 al 17 gennaio 1995, il secondo dal 10 giugno 2001 al 23 aprile 2005, il terzo dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006, il quarto dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011.

Il Popolo delle libertà prima e poi Forza Italia hanno però aderito anche a tre governi di larghe intese o unità nazionale: l’esecutivo di Mario Monti (2011-2013), quello guidato da Enrico Letta (2013-2014) e l’ultimo da Mario Draghi (2021-2022). Nei primi due casi l’esecutivo è stato fatto assieme a centristi e Partito democratico (ma Giorgia Meloni durante il periodo Monti era ancora nel Pdl assieme a Berlusconi), mentre l’ultimo è stato condiviso anche con la Lega, Liberi e Uguali e il Movimento 5 Stelle.

Le vicende giudiziarie e la nuova candidatura

In questi anni da politico, alla guida e non del governo, Berlusconi è stato imputato in più di venti procedimenti giudiziari ed è stato condannato in via definitiva una volta. Nel 2013, infatti, la Corte di Cassazione lo ha condannato per frode fiscale a quattro anni di carcere e all’interdizione ai pubblici uffici (che è stata valida per due anni).

Per effetto della legge Severino, quindi, il capo di Forza Italia è decaduto da parlamentare dopo 19 anni di presenza ininterrotta tra Camera e Senato (la prima volta era stato eletto nel 1994). Poi, nel 2019, è diventato parlamentare europeo e ora si candidata al Senato nella sua Monza per le prossime elezioni del 25 settembre.

Cosa ha fatto Berlusconi nel suo primo governo

Berlusconi annunciò la sua famosa prima “discesa in campo” da imprenditore (nei campi dello sport, l’edilizia, l’editoria e le telecomunicazioni) a politico nell’inverno del 1993. Alle successive elezioni del 1994 la sua Forza Italia vinse guidando una coalizione di centrodestra. Il suo era un governo rivoluzionario per i tempi, vista l’inedita composizione politica, che chiudeva la stagione della cosiddetta Prima Repubblica dopo la tempesta di Tangentopoli. La prima esperienza di governo ebbe però vita breve, perché alla fine dell 1994 la Lega ritirò l’appoggio all’esecutivo, facendolo cadere.

Nei mesi di governo Berlusconi varò una legge di Bilancio che vale 48.000 miliardi di lire, quasi 25 miliardi di euro, che prevedeva anche un consistente taglio della spesa per le pensioni, scatenando una serie di proteste dei sindacati, che portarono in piazza oltre 3 milioni di persone.

Cosa ha fatto Berlusconi nel suo governo dal 2001 al 2006

Dopo aver ricucito con la Lega, Berlusconi e la sua Forza Italia tornarono al governo nel 2001, in quello che, fino al 2006 (con un rimpasto in mezzo), è stato il governo più longevo della storia d’Italia. Tanti gli interventi legislativi fatti: dall’abolizione dell’imposta sulle successioni e donazioni (poi re-introdotta dal governo Prodi), alla legge sul conflitto di interessi (criticata dalla maggioranza dei magistrati italiani), passando per le contestate riforme del lavoro (la legge Biagi del 2003 che introdusse più flessibilità, riducendo i diritti per i lavoratori), dell’immigrazione (con la cosiddetta Bossi-Fini che rese più difficile i corridoi di ingresso legale e organizzato dall’estero nel nostro Paese) e della scuola (con la legge Moratti).

Durante questi anni il governo alzò anche l’età minima per andare in pensione, aumentò la pensione minima a un milione di lire per quasi 2 milioni di persone e varò la legge elettorale cosiddetta "Porcellum", poi bocciata dalla Corte Costituzionale. E ancora, furono approvate: la legge ex Cirielli (che prevedeva una prescrizione molto più breve per una serie di reati), la legge Cirami (che introduceva il legittimo sospetto come causa di rimessione del processo) e il lodo Schifani (con il divieto di sottomissione a processo delle cinque più alte cariche dello Stato, poi dichiarata incostituzionale dalla Consulta).

Infine ci furono la riforma del sistema delle telecomunicazioni firmata dal ministro Gasparri, accusata di aiutare Mediaset, così come il cosiddetto "Decreto salva-Rete 4", che concesse un’ulteriore proroga di sei mesi all’emittente. Molte di queste misure furono definite dalla stampa "leggi ad personam".

Fecero discutere anche la legge Pecorella (disponeva l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione pronunciate nel processo penale e fu dichiarata incostituzionale) e il cosiddetto "decreto salva-Milan", di cui Berlusconi era il presidente (consentì alle società di calcio di ammortizzare in dieci anni le svalutazioni dei giocatori). Tuttavia in questi anni il Pil continuò a crescere, fino ad oltre il 2%, spinto da dinamiche internazionali positive e con una grossa fetta del mondo dell’impresa soddisfatto per le politiche liberiste del presidente del Consiglio.

Cosa ha fatto Berlusconi nel suo ultimo governo

Non è andata altrettanto bene dal punto di vista della tenuta economica del Paese per l’ultimo governo guidato da Berlusconi, dal 2008 al 2011, durante i quali Forza Italia si tramutò nel Popolo delle Libertà.

In questo periodo fecero discutere: la riforma Gelmini sulla scuola (che portò a manifestazioni di protesta molto forti in tutto il Paese); il lodo Alfano (simile al lodo Schifani e dichiarato incostituzionale); la legge sul legittimo impedimento (con previsioni di casi in cui ministri e presidente del Consiglio possono non presentarsi a dei processi); lo scudo fiscale (con il rimpatrio o la regolarizzazione delle attività finanziarie e patrimoniali detenute illegalmente dagli italiani all’estero).

Travolto dalla crisi economica del 2008, i cui effetti per tutto il Sud Europa arrivarono con forza nel 2011, Berlusconi provò a minimizzare parlando di ristoranti sempre pieni. Anche per questo, nonché per i rapporti travagliati con le altre cancellerie europee in un momento delicato (da ricordare le tensioni con Sarkozy e Merkel), gli investitori cominciarono a perdere fiducia e speculare sul nostro debito pubblico.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi volò, fin quasi a sfiorare i 500 punti base. La tempesta perfetta portò a un crollo del Pil del 3% e Berlusconi costretto a dimettersi dall’allora Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Cosa ha fatto Forza Italia nei governi Monti e Letta

Durante l’esecutivo guidato da Mario Monti, il Popolo delle libertà si è opposta all’introduzione di una tassa patrimoniale per aiutare i conti pubblici, bloccando la riforma, ma ha votato la legge Fornero per alzare fino a 67 anni l’età pensionabile e dare alle imprese la facoltà di licenziare per “motivi economici”. Alla fine del 2012, poco prima delle elezioni di inizio 2013, Berlusconi staccò la spina all’esecutivo.

Dopo il risultato sorprendente del Popolo delle libertà alle urne, nell’esecutivo di larghe intese con il Partito democratico e guidato da Enrico Letta, Berlusconi chiese l’abbassamento drastico delle tasse sulla casa, trovando un accordo per cancellare l’Imu sulla seconda abitazione e rimodulare quella sulla prima con la tassa sui rifiuti. Si generarono però, così, una serie di problemi burocratici segnalati dagli enti locali e dai fiscalisti, su cui si dovette intervenire negli anni successivi.

Poco prima del passaggio di consegne tra Letta e Matteo Renzi, la neonata Forza Italia, nata dalla scissione con il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, aveva tolto la fiducia all’esecutivo.

Cosa ha fatto Forza Italia nel governo Draghi

Forza Italia è poi tornata al governo otto anni dopo, nell’attuale compagine guidata da Mario Draghi. Durante questa esperienza il partito è sembrato affine alla linea politica del presidente del Consiglio, supportandolo in modo deciso soprattutto nella politica europea e, dopo il ripensamento di Berlusconi su Vladimir Putin, anche nella politica estera.

Qualche dubbio è stato posto sulle riforme della giustizia targate Marta Cartabia, ritenute insufficienti e sulla politica fiscale, con i forzisti che volevano maggiori interventi a favore delle imprese ed erano scettici sull’introduzione della tassa sugli extraprofitti delle società energetiche, che non hanno voluto superiore al 25%.

Il governo ha varato una serie di misure economiche approvate anche da Forza Italia: dal bonus 200 euro per i lavoratori fino a 35mila euro, al taglio del cuneo fiscale del 2% in busta paga, fino alla rimodulazione dell’Irpef in quattro aliquote (abbassando la pressione fiscale) e l’introduzione di Quota 102 per le pensioni.

A luglio di quest’anno, 2022, Forza Italia non ha partecipato al voto di fiducia al governo assieme a Lega e M5s, determinandone la caduta e la fuoriuscita dal partito dei suoi tre ministri (Renato Brunetta, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini).

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