Perché Renato Brunetta e Maria Stella Gelmini hanno lasciato Forza Italia

Alessandro Nuzzo

21/07/2022

22/07/2022 - 09:32

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Vediamo perché due figure storiche del partito di centrodestra hanno deciso di lasciare dopo la giornata di ieri in Senato.

Perché Renato Brunetta e Maria Stella Gelmini hanno lasciato Forza Italia

Mario Draghi, dopo la fiducia risicata di ieri al Senato senza di fatto il voto di Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega, si è recato al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, preso atto dell’impossibilità di trovare una soluzione parlamentare non ha potuto far altro che sciogliere le camere annunciando le elezioni entro 70 giorni. Il consiglio dei Ministri ha poi confermato come data per la tornata elettorale quella del 25 settembre.

La giornata di ieri è stata incandescente all’interno dei vari partiti politici. Soprattutto in Forza Italia c’è chi non ha accettato la decisione di non votare la fiducia a Mario Draghi e per questo si è tirato fuori. Stiamo parlando di due figure di spicco, due attuali ministri: Maria Stella Gelmini e Renato Brunetta. Nelle ultime ore anche Mara Carfagna ha annunciato di voler prendere le distanze dal partito.

La prima a lasciare è stata Maria Stella Gelmini

Il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Maria Stella Gelmini è stata la prima a decidere di lasciare Forza Italia, dopo la decisione del partito di uscire dall’aula durante il voto di fiducia al Governo Draghi.

«Questa Forza Italia non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di più in questo partito», ha detto.

Gelmini non ha condiviso la scelta del partito in un periodo storico particolare tra guerra e crisi economica. «Una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi», ha ribadito.

Per il ministro, ormai il partito fondato da Silvio Berlusconi si è concesso a forze populiste ed estremiste come Lega e Fratelli D’Italia «voltando le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia».

Poi è toccato a Renato Brunetta

Dopo le dimissioni di Maria Stella Gelmini, un altro big del partito azzurro ha decido di defilarsi. Stiamo parlando dell’attuale ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. Anche lui ha lasciato il partito per la decisione di non votare la fiducia a Mario Draghi.

«Non sono io che lascio, ma è Forza Italia, o meglio quel che ne è rimasto, che ha lasciato se stessa e ha rinnegato la sua storia», ha scritto Brunetta in una nota, definendo da irresponsabili «anteporre l’interesse di parte all’interesse del Paese, in un momento così grave».

Anche Mara Carfagna ha annunciato di aver preso le distanze da Forza Italia

Anche Mara Carfagna, ministro del Sud, ha annunciato di aver preso le distanze da Forza Italia e di riflettere sul suo futuro politico. «Quanto accaduto ieri rappresenta una frattura con il mondo di valori nei quali ho sempre creduto, che mi impone di prendere le distanze da Forza Italia e di avviare una seria riflessione politica», ha detto.

Con gli addii di Gelmini e Brunetta, il partito perde due dei tre ministri azzurri al Governo. Ieri in Forza Italia sono andati in scena duri scontri tra l’ala moderata, che chiedeva di votare la fiducia al Governo, e l’ala più radicale, che ha spinto per la caduta del Governo e le elezioni anticipate. Alla fine ha prevalso il secondo fronte. Un interesse di partito messo dinnanzi a quello del Paese, con la consapevolezza di andare al voto come prima coalizione politica e larghe possibilità di salire a Palazzo Chigi dopo le elezioni del 25 settembre.

Ma oltre ai tre ministri figure storiche del partito a lasciare è stato anche il senatore Andrea Cangini, che ieri era in aula a votare la fiducia al Governo. «Sono consapevole del fatto che, rinnovando la fiducia al presidente del Consiglio in coerenza con quanto detto e fatto da Forza Italia fino a due giorni fa, mi sarei messo automaticamente fuori dal partito», ha detto.

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