Il CFO è una figura chiave trasversale, capace di coniugare precisione contabile, visione strategica e abilità relazionali. Ecco cosa fa, quali competenze deve avere e quanto guadagna.
Il termine CFO, acronimo di Chief Financial Officer, si può tradurre in italiano come direttore finanziario. Si tratta di una figura dirigenziale cruciale all’interno delle imprese moderne, la cui origine affonda le radici in ruoli tradizionali come quello del revisore contabile o del revisore legale. Tuttavia, il ruolo del CFO ha subito una profonda trasformazione, arricchendosi notevolmente grazie ai processi di digitalizzazione, globalizzazione e finanziarizzazione che hanno investito il mondo economico negli ultimi decenni. Oggi, infatti, il CFO non si limita a “fare i conti”, ma ricopre responsabilità strategiche, decisionali e gestionali di primaria importanza.
A livello gerarchico, il CFO è una delle figure apicali dell’azienda, secondo solo al CEO (Chief Executive Officer), con cui collabora in stretta sinergia, specialmente nelle decisioni strategiche più complesse e ad alto impatto. Essere CFO oggi significa possedere una gamma ampia e sofisticata di competenze, una formazione solida e trasversale, e un approccio orientato al futuro dell’impresa. Nei paragrafi che seguono, approfondiamo l’identikit completo di questo ruolo: chi è, cosa fa, come si diventa CFO e quanto guadagna.
Chi è un CFO
Il Chief Financial Officer è un dirigente aziendale responsabile della gestione finanziaria, della contabilità e della pianificazione economica di un’organizzazione. A differenza del revisore, che opera come figura esterna e indipendente, il CFO è una figura interna, integrata nella governance aziendale, spesso parte del consiglio di amministrazione o del comitato direttivo.
Il CFO è infatti un perno fondamentale nelle decisioni economico-strategiche ed è coinvolto sia nella gestione del presente sia nella costruzione del futuro aziendale. Supervisiona la salute finanziaria dell’organizzazione, coniugando numeri, analisi e relazioni istituzionali. È uno stratega che fornisce prospettive concrete per la crescita e un diplomatico che cura i rapporti con stakeholder esterni: banche, investitori, azionisti, enti pubblici e partner.
Essendo chiamato a gestire una vasta mole di dati e a interfacciarsi con molteplici attori, interni ed esterni all’impresa, il CFO deve quindi possedere una mente analitica e una spiccata capacità relazionale.
Cosa fa un CFO
A testimonianza della complessità e della rilevanza strategica del ruolo, le responsabilità di un CFO sono numerose e articolate. Di seguito le attività principali.
- Redazione del bilancio: uno dei compiti fondamentali è garantire la corretta e tempestiva redazione del bilancio aziendale, assicurando la conformità alle normative vigenti. Questo processo richiede una supervisione costante e competenze contabili avanzate.
- Controllo dei flussi di cassa: il CFO è responsabile del monitoraggio dei flussi finanziari in entrata e uscita, della gestione della liquidità e dell’ottimizzazione del capitale circolante. Analizza costi, ricavi, debiti e crediti, e tiene sotto controllo i rapporti con le banche, tassi d’interesse e condizioni di finanziamento.
- Pianificazione finanziaria: oltre alla gestione corrente, il CFO deve occuparsi della pianificazione di lungo periodo, individuando strategie per ridurre i costi, aumentare la redditività e allineare le politiche finanziarie agli obiettivi strategici dell’impresa.
- Sviluppo di strategie aziendali: il direttore finanziario partecipa attivamente alla definizione delle linee strategiche dell’azienda, contribuendo alla valutazione degli investimenti, alle operazioni di crescita (fusioni, acquisizioni, joint venture), nonché a decisioni relative a nuove assunzioni o alla riorganizzazione interna.
- Analisi economico-finanziaria: tra le competenze chiave del CFO c’è la capacità di elaborare analisi approfondite e previsioni attraverso l’uso di modelli econometrici e statistici. Produce report per la direzione, monitora i KPI e valuta l’impatto delle decisioni strategiche sui risultati aziendali.
- Gestione dei dati e delle tecnologie: il CFO deve essere in grado di raccogliere, elaborare e interpretare grandi quantità di informazioni, spesso attraverso l’utilizzo di software gestionali, ERP, strumenti di business intelligence e tecnologie di analisi predittiva.
Come diventare un CFO
Diventare CFO richiede anni di formazione e una carriera solida nel campo economico-finanziario. La maggior parte dei CFO ha conseguito una laurea in Economia, Finanza, Management o Ingegneria gestionale, a cui spesso segue un master MBA o corsi executive in business administration o controllo di gestione. Tuttavia, anche percorsi di studio in ambito umanistico possono condurre a questo ruolo, se completati da specializzazioni in economia aziendale.
Oltre alla formazione accademica, è necessaria una lunga esperienza lavorativa, preferibilmente in ruoli progressivamente più rilevanti nell’ambito della contabilità, dell’auditing, del controllo di gestione o della consulenza finanziaria.
Tra le abilità essenziali per un CFO troviamo:
- visione strategica e capacità di pianificazione nel medio-lungo termine;
- problem solving, leadership e capacità di negoziazione;
- conoscenza normativa, fiscale e legale;
- competenza nei mercati finanziari e comprensione delle dinamiche settoriali;
- padronanza degli strumenti digitali, tra cui fogli di calcolo avanzati, software ERP, tool di business intelligence e data analytics.
Quanto guadagna un CFO
Il ruolo di CFO è tra i più retribuiti nel panorama aziendale, in virtù della sua complessità e responsabilità. La retribuzione annuale varia sensibilmente in base alla dimensione dell’impresa, al settore e all’area geografica. In Italia, uno stipendio iniziale può aggirarsi sui 70.000 euro annui, ma in aziende strutturate o multinazionali può facilmente superare i 200.000 euro, arrivando in alcuni casi anche oltre.
La retribuzione è quasi sempre composta da una parte fissa e da una parte variabile legata ai risultati aziendali. A questi si aggiungono benefit accessori come l’auto aziendale, i bonus, i piani pensionistici integrativi e, nei contesti internazionali, anche stock option e piani di incentivazione legati al valore delle azioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA