Cos’è un esposto, come si fa e tutte le conseguenze

Giorgia Dumitrascu

22 Maggio 2025 - 15:13

Vuoi segnalare un comportamento scorretto alle autorità senza sporgere denuncia? L’esposto permette di farlo, senza avviare necessariamente un’azione penale.

Cos’è un esposto, come si fa e tutte le conseguenze

L’esposto non è una querela, né una denuncia: non prevede accuse, ma consente di segnalare fatti rilevanti alle autorità. Si tratta di uno strumento utile quando si è incerti sulla rilevanza penale di una condotta, ma si ritiene comunque necessario un intervento.

L’esposto può servire per segnalare situazioni sospette, conflitti tra privati, abusi edilizi o disagi sociali. Nella maggior parte dei casi, non dà avvio a un procedimento penale, ma può determinare accertamenti, ispezioni o mediazioni.

Cos’è un esposto? Significato e definizione

L’esposto è:

“uno strumento giuridico con cui un cittadino porta a conoscenza delle autorità un fatto o una situazione che ritiene meritevole di attenzione, anche quando non si configura chiaramente un reato.”

Si tratta di una comunicazione rivolta alla Polizia, Carabinieri, Procura, Polizia Locale per informarli di un evento che il cittadino ritiene anomalo, lesivo o pericoloso. L’esposto non è un’accusa; non richiede che sia stato commesso un reato e non obbliga le autorità all’avvio di un procedimento penale.
Spesso è usato per segnalare dissidi tra privati, disturbi della quiete, abusi edilizi, situazioni di degrado, comportamenti molesti o ambigui.

“È utile nei casi in cui il cittadino non ha certezza che il fatto costituisca un reato, ma vuole che le autorità lo verifichino.”

Cosa dice la legge

L’esposto non è regolato da una norma del Codice Penale o di Procedura Penale ma trova fondamento nella prassi. Infatti, pur non essendo tipizzato in norme codificate, l’esposto si inquadra nel più ampio contesto delle funzioni di prevenzione affidate all’autorità di pubblica sicurezza (ai sensi del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza – R.D. 773/1931) e del ruolo di vigilanza della Procura ex art. 330 c.p.p. (atti comunicati alla magistratura anche da fonti non ufficiali).

“L’esposto consente al cittadino di “accendere una luce” su un fatto che ritiene ingiusto o preoccupante, senza attribuire colpe, ma demandando all’autorità il compito di valutare se e come intervenire.”

Quando si fa un esposto e in quali casi è utile

L’esposto non è uno sfogo personale, né una lamentela generica. Serve nei casi in cui un fatto desta preoccupazione o interferisce con la convivenza civile. Proprio per questo viene spesso utilizzato per “mettere sull’avviso” l’autorità, spingendola a valutare la situazione e, se del caso, a intervenire.

Uno degli scenari in cui si ricorre all’esposto è quello dei conflitti tra vicini. Rumori molesti, comportamenti aggressivi, danneggiamenti o anche atti di prepotenza possono rendere difficile la quotidianità. In questi casi, l’esposto può essere il primo passo per ottenere un intervento delle autorità. Non è raro che l’autorità, una volta ricevuta la segnalazione, convochi le parti per una sorta di “conciliazione preventiva”.

Molti cittadini si avvalgono dell’esposto per segnalare presunti abusi edilizi, situazioni di pericolo nel quartiere, inquinamento ambientale, maltrattamenti di animali. In questi casi, l’esposto è un presidio civico: si punta a tutelare la collettività sollecitando un controllo da parte delle istituzioni.
Un altro campo in cui l’esposto viene usato in modo strategico è quello del lavoro e delle prestazioni sociali.

“Quando si sospetta, che un dipendente in malattia svolga attività incompatibili con lo stato di salute, o che un soggetto percepisca indebitamente benefici pubblici, l’esposto all’INPS o all’INAIL può far partire accertamenti ispettivi.”

In situazioni familiari difficili, in contesti di disagio sociale o nel sospetto che vi siano minori o soggetti fragili esposti a situazioni di pericolo, l’esposto può essere indirizzato anche a servizi sociali o autorità scolastiche.

“Un genitore può fare un esposto per segnalare atti di bullismo a scuola. In questi casi l’obiettivo non è avviare un procedimento penale, ma piuttosto attivare una rete di tutela per affrontare il problema con strumenti di tipo amministrativo, educativo o assistenziale.”

Esposto, denuncia e querela: le differenze

Molti cittadini utilizzano in modo indistinto i termini esposto, denuncia e querela, ma in realtà si tratta di strumenti giuridici diversi per funzione, forma e conseguenze.

Denuncia: obbligo o facoltà di riferire un reato

La denuncia è un atto formale con cui un cittadino (o un pubblico ufficiale) comunica all’autorità giudiziaria o di polizia la notizia di un reato perseguibile d’ufficio. La denuncia è sempre obbligatoria per i pubblici ufficiali (art. 331 c.p.p.) e, in certi casi, anche per i privati (es. reati contro la personalità dello Stato, art. 364 c.p.). Infatti, per i privati la denuncia è generalmente facoltativa per il cittadino che venga a conoscenza di un reato subito da terzi.

“Si assiste a un’aggressione per strada. Anche se non si è parte lesa, si può (e in certi casi si deve) fare denuncia per lesioni”

Querela: volontà della persona offesa di procedere

La querela è :

“l’atto formale con il quale la persona offesa chiede all’autorità giudiziaria di procedere penalmente nei confronti dell’autore di un reato per cui la legge richiede l’iniziativa della vittima (reati perseguibili a querela di parte).”

Rientrano nella categoria dei reati perseguibili a querela di parte quelli di ingiuria, diffamazione, percosse, minacce lievi, violazione di domicilio, ma anche molestie o violenza psicologica, se non gravi. La querela deve essere presentata entro tre mesi dal fatto (art. 124 c.p.).

“Ricevi insulti e minacce da un collega. Puoi presentare querela alla polizia per diffamazione o minaccia, entro 3 mesi.”

Come fare un esposto? Ecco la procedura completa

L’esposto può essere presentato presso qualsiasi autorità di pubblica sicurezza. Ci si può rivolgere alla Polizia di Stato, Carabinieri o in Procura, che lo riceveranno e lo protocolleranno. Nei casi in cui la questione abbia carattere amministrativo o civile, può essere indirizzato anche alla Polizia Locale, ai Servizi Sociali o ad altri enti pubblici.

Il contenuto dell’esposto è libero nella forma. Occorre indicare i dati identificativi di chi lo presenta: nome, cognome, residenza e recapiti. Poi occorre descrivere i fatti oggetto della segnalazione, specificando dove e quando si sono verificati, chi sono i soggetti coinvolti (se conosciuti) e quali conseguenze o pericoli ne sono derivati. Se si dispone di documenti, fotografie, registrazioni o altre prove a supporto, è opportuno indicarne la presenza e allegarle, perché possono rafforzare la credibilità dell’esposto e agevolare le verifiche dell’autorità.

Quanto alle modalità di presentazione, è possibile consegnare l’esposto di persona presso gli uffici delle forze dell’ordine o presso la cancelleria della Procura. In alternativa, può essere spedito con raccomandata A/R, oppure, tramite PEC.

Le conseguenze di un esposto: ecco cosa succede

“Cosa accade dopo che ho consegnato la mia segnalazione?” La risposta, come spesso accade in ambito giuridico, dipende dalla natura dei fatti segnalati, dalla fondatezza della segnalazione e dalla discrezionalità dell’autorità che riceve l’atto.

Esiti possibili

Dopo la ricezione dell’esposto, l’autorità competente effettua una valutazione preliminare del contenuto. Se l’esposto è ritenuto generico o infondato, può essere archiviato senza ulteriori sviluppi. In molti casi, l’archiviazione avviene senza comunicazione al cittadino, salvo che non sia stato chiesto espressamente un riscontro.

Invece, se l’esposto è ben costruito e descrive una situazione che appare degna di attenzione, può avviare una serie di azioni. Nei casi più semplici, si può trattare di un sopralluogo della polizia o di una convocazione delle parti per un chiarimento. Nei casi più articolati, invece, l’autorità può trasmettere l’atto alla Procura della Repubblica, che valuterà se vi siano estremi per l’apertura di un fascicolo penale, anche a carico di ignoti. In tale eventualità, la segnalazione si trasforma in un atto di impulso investigativo, e può portare a indagini, acquisizione di documenti, escussione di testimoni, e nei casi più gravi, a iscrizioni nel registro delle notizie di reato.

Effetti indiretti

Anche quando non si arriva all’avvio di un procedimento penale, l’esposto può avere ricadute pratiche. Può spingere un ente locale a intervenire in una situazione di degrado urbano o di pericolo per la sicurezza pubblica. Può indurre il destinatario del comportamento segnalato a correggere la propria condotta, proprio perché messo a conoscenza del fatto che la vicenda è stata portata all’attenzione delle autorità. Può costituire, in alcuni casi, un utile precedente documentale, se si dovrà successivamente procedere con una denuncia o con un’azione giudiziaria, anche in sede civile.

In ambito lavorativo o previdenziale, l’esposto indirizzato ad enti come INPS, Ispettorato del lavoro o ASL può portare ad accertamenti, ispezioni, sanzioni amministrative o revoche di benefici. In altri contesti, come nei rapporti di vicinato, l’autorità può decidere di inviare una pattuglia o un vigile per mediare, ascoltare le parti, o redigere un verbale che rimanga agli atti.

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