Rapporto deficit/PIL: cos’è e perché è così importante

Redazione - Claudia Cervi

15 Agosto 2022 - 16:39

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Cos’è il rapporto deficit/PIL? Perché è così importante per la Legge di Bilancio e qual è la differenza con il rapporto debito/PIL. Tutte le informazioni utili in vista delle prossime elezioni.

Rapporto deficit/PIL: cos’è e perché è così importante

Cosa si intende per rapporto deficit/PIL? Sapere cos’è questa formula economica è essenziale per capire le decisioni e i numeri della Legge di Bilancio, la più importante per uno Stato.

Le due misure messe in relazione nella dicitura sono spesso temute in Italia. Stando a quanto sancito dal Patto di Stabilità e di Crescita del 1997, infatti, ciascuno Stato dell’Unione monetaria è tenuto ad avere un rapporto deficit/PIL non superiore al 3%.

Lo sforamento della suddetta soglia imporrebbe al Consiglio UE di avviare una procedura di infrazione per deficit eccessivo, mentre lo Stato inadempiente sarebbe costretto ad adottare delle misure correttive per riportare il rapporto sotto il tetto limite. Nonostante quanto appena detto, per capire che cos’è il rapporto deficit/PIL e qual è la sua importanza occorre prima effettuare delle precisazioni aggiuntive.

Cos’è il rapporto deficit/PIL: la differenza con il debito

In modo sintetico, deficit pubblico significa la differenza negativa tra le entrate e le uscite di uno Stato. Si tratta di un disavanzo primario, misurato al netto degli interessi che quello stesso Paese sostiene per finanziare il proprio debito pubblico.

Questo deficit è calcolato in rapporto al PIL in modo da definire la possibilità di ripagare il debito accumulato. Così facendo la misura è in grado di ignorare il processo inflativo.

Appare evidente che, nonostante siano spesso (erroneamente) utilizzati come due sinonimi, i termini deficit e debito pubblico siano due concetti distinti.

Il primo, come già detto, è la differenza negativa tra entrate e uscite di uno Stato e non deve superare il 3%, mentre il secondo indica il debito dello stesso Stato nei confronti di un soggetto economico creditore e non deve superare il limite del 60%.

La differenza è fondamentale per comprendere al meglio cos’è il deficit/PIL e qual è la sua importanza, sia per il governo che per l’Italia.

L’importanza di rispettare il tetto del 3%

Come accennato in precedenza, il Patto di Stabilità firmato nel 1997 ha introdotto un limite massimo del 3% al rapporto deficit/PIL, il tutto con l’obiettivo di armonizzare le diverse politiche di bilancio pubbliche e fissare i requisiti di adesione all’Unione economica e monetaria europea.

Ecco perché, una volta compreso cos’è, bisogna capire come cresce il rapporto deficit/PIL. Quando un governo sceglie di attuare riforme e politiche più espansive sta implicitamente parlando di aumentare la spesa.

Nel momento in cui a un incremento delle uscite non corrisponde un adeguato e conseguente aumento delle entrate ecco che il deficit aumenta e di conseguenza il rapporto sale. Negli ultimi anni, tuttavia, i provvedimenti di emergenza attuati per contrastare la pandemia da Covid sono stati approvati in deroga al Patto di Stabilità, che resta sospeso fino al 2023, anche a causa dell’impatto economico della guerra in Ucraina.

Deficit/Pil e Legge di Bilancio 2023 a rischio a causa delle elezioni

La sospensione temporanea del Patto di Stabilità elimina un problema ma non i rischi legati al deficit specie alla luce della recente crisi di governo.

Il timore è che la prossima legge di Bilancio 2023 giunga mesi dopo il termine di scadenza. Sebbene il perimetro della prossima manovra sia già stato tracciato dal DEF pubblicato in aprile e verrà aggiornato con il NaDEF entro il 27 settembre, il progetto di bilancio 2023 dovrà essere inviato alla Commissione Europea entro il 15 ottobre, una scadenza impossibile da rispettare dal prossimo Esecutivo che verrà eletto il 25 settembre.

Senza l’approvazione della Legge di Bilancio entro il 31 dicembre 2022, i margini di azione delle politiche economiche sarebbero molto ridotti e il Parlamento potrebbe essere costretto ad approvare una legge che consenta l’esercizio provvisorio.

L’esercizio provvisorio è meccanismo previsto dall’art. 81 della Costituzione che permette di gestire l’ordinaria amministrazione di governo con regole specifiche ed entro il limite di spesa pari a un dodicesimo delle entrate effettive mensili ma con conseguenze finanziarie di forte peso.

Secondo il Fondo monetario internazionale, il rapporto tra deficit e Pil in Italia si attesterà al 5,6% nel 2022 per ridursi al 3,9% nel 2023. La previsione non considera però un eventuale quadro di seria recessione europea o un esito incerto delle prossime elezioni con una conseguenze variazione delle politiche fiscali.

Proprio per questo motivo capire cos’è il rapporto deficit/PIL è oggi fondamentale, non solo per comprendere le conseguenze delle tante iniziative e misure di emergenza adottate per la pandemia e per il caro energia, ma anche in vista delle prossime elezioni del 25 settembre.

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