Coronavirus USA: cosa si nasconde dietro le proteste anti-lockdown?

Violetta Silvestri

22 Aprile 2020 - 09:37

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Il coronavirus negli USA ha registrato oltre 45.000 morti. Ma nel Paese si moltiplicano le manifestazioni dei cittadini: la richiesta è riaprire tutto e subito. Le proteste anti-lockdown, però, potrebbe nascondere altri obiettivi. Quali?

Coronavirus USA: cosa si nasconde dietro le proteste anti-lockdown?

Il coronavirus negli USA viaggia ancora su numeri allarmanti: più di 825.000 contagiati e oltre 45.000 morti nell’intera nazione.

La sfida politica è tutta concentrata su due concetti chiave, in netto contrasto: mantenere prudenza da una parte - soprattutto per la precarietà sanitaria - e accelerare la ripresa delle attività e delle libertà dall’altra.

Una vera battaglia si sta scatenando all’interno della grande potenza economica, ben rappresentata dalle proteste anti-lockdown iniziate - e ancora attive - in alcuni Stati USA.

Cosa vogliono i cittadini scesi in strada? Tornare a lavorare, uscire di casa, aprire aziende e negozi. Proprio come desidera Donald Trump. Non a caso, le manifestazioni contro il blocco stanno sempre più diventando un sostegno alla campagna per la rielezione del presidente repubblicano. Cosa nascondono realmente?

Proteste anti-lockdown negli USA: campagna elettorale pro-Trump?

Non è proprio un caso che le proteste anti-lockdown che si stanno diffondendo negli USA stiano avvenendo in tutti gli Stati chiave per le elezioni presidenziali di novembre.

Secondo Reuters, in Michigan, gli organizzatori della manifestazione della scorsa settimana contro l’ordine di restare a casa del governatore democratico Gretchen Whitmer sono tutti coinvolti nella campagna a sostegno di Trump.

In altri Stati incerti sull’esito del voto, come Pennsylvania, Wisconsin e Carolina del Nord, i legislatori repubblicani, i leader di partito e gli alleati del presidente in carica hanno incoraggiato i loro seguaci sui social media a unirsi alle proteste, spesso organizzate da attivisti conservatori - come il Tea Party - e gruppi a favore dei diritti alle armi.

Nel Wisconsin, dove Trump vinto con meno di un punto percentuale nel 2016, Stephen Moore, membro del consiglio del presidente per riaprire l’economia e consigliere economico esterno della Casa Bianca, ha esortato le persone a partecipare a una manifestazione anti-lockdown.

Alla protesta di lunedì a Harrisburg, la capitale dello Stato della Pennsylvania, diversi parlamentari repubblicani si sono rivolti alla folla, prendendo in prestito gli slogan preferiti di Trump.

Riapriamo l’economia. Facciamo di nuovo grande la Pennsylvania”, ha dichiarato il senatore repubblicano Doug Mastriano.

E ancora, nel Wisconsin, i repubblicani hanno fatto causa per bloccare l’ordine del governatore democratico che estende l’obbligo di restare a casa fino al 26 maggio.

In questo scenario, occorre ribadire che Donald Trump non ha mai nascosto la sua simpatia - e il suo appoggio - al movimento anti-lockdown che si sta creando.

Persone responsabili, che vogliono tornare a lavorare: così le ha etichettate il presidente, incitandole attraverso discutibili slogan su twitter. E non sono mancate critiche contro l’eccessivo rigore imposto dai governatori democratici.

Nonostante il piano di riapertura proposto con le linee guida dalla Casa Bianca cerchino di mantenere la prudenza, è evidente che Trump scalpita per ritornare alla normalità. E i cittadini in piazza lo stanno galvanizzando, preparando la sua campagna elettorale.

Trump favorito nelle elezioni presidenziali dalla pandemia?

Coronavirus, proteste anti-lockdown e presidenziali: tutto si incrocia negli USA in questo delicato momento.

Non si può negare, infatti, che la pandemia e la risposta politica all’emergenza da essa creata saranno significative per le elezioni di novembre. Come ne uscirà Trump?

I sondaggi sono altalenanti, mostrando a volte una flessione a vantaggio di Joe Biden e altre un recupero per Trump. Fare pressione sulle proteste anti-lockdown, dove si rispecchia l’America più conservatrice, potrebbe essere una mossa di vantaggio per il presidente in carica.

La frustrazione di alcune frange della popolazione potrebbe, infatti, tradursi in un rinnovato consenso nei confronti dell’inquilino della Casa Bianca: anche lui vuole il bene degli statunitensi, spingendo per il riavvio economico affinché non si impoveriscano.

Ma c’è sempre il rischio che, invece, il caos statunitense nella gestione dell’emergenza si traduca in una visione negativa sull’operato di Trump. Tutto è ancora incerto.

L’unico punto fermo, al momento, sembra essere il legame tra proteste anti-lockdown negli USA e sostenitori della rielezione di Trump.

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