Coronavirus: quali attività potrebbero restare chiuse nella seconda fase

Antonio Cosenza

03/04/2020

03/04/2020 - 18:22

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Coronavirus, alcune attività potrebbero essere sospese anche nella seconda fase: vale per tutti coloro che non potranno garantire il mantenimento delle distanze.

Coronavirus: quali attività potrebbero restare chiuse nella seconda fase

A causa Coronavirus molte attività potrebbero restare chiuse per molto tempo, almeno fino a quando non terminerà la fase due.

Nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato che al termine del lockdown, durante il quale solo le attività che svolgono un servizio indispensabile sono rimaste regolarmente aperte, ci sarà una seconda fase in cui alcune misure verranno allentate, ma molte altre resteranno in vigore visto che dovremo imparare a convivere con il rischio dettato dalla diffusione del Coronavirus.

Parole che ci danno una conferma: almeno per i primi mesi niente tornerà ad essere come prima dello scoppio dell’emergenza, ed è per questo che per alcune attività la serrata potrebbe andare avanti ancora a lungo.

A tal proposito, il Governo sta pensando ad un calendario da adottare - si spera - già dopo Pasqua, quando verrà data l’autorizzazione ad alcune attività di riaprire.

Un secondo step ci potrebbe essere poi i primi di maggio e progressivamente tutte (o quasi) le attività potranno riaprire nel rispetto però di tutte le norme che il Governo manterrà anche nella fase due, come ad esempio il rispetto della distanza o l’utilizzo della mascherina.

Tuttavia, per alcune attività la serrata potrebbe durare più tempo, con possibilità concrete che non si riprenderà regolarmente fino a quando i rischi contagio saranno pari a zero.

Coronavirus: quali regole dovranno rispettare le attività

C’è una regola fondamentale con la quale dovremo imparare a convivere una volta che si potrà regolarmente uscire da casa: obbligo di mantenere un metro di distanza tra le persone. Una regola che dovranno rispettare aziende, bar, ristoranti e negozi.

Se per le attività commerciali questo problema è di più semplice risoluzione (anche se bisognerà pensare ad una soluzione per evitare gli assembramenti nei centri commerciali), il discorso è diverso per bar e ristoranti. Questi, infatti, dovranno mantenere la distanza tra i tavoli (che potrebbe essere persino di due metri visto che bisogna considerare anche il passaggio dei camerieri), ma anche tra le persone sedute (e ciò inevitabilmente comporterà una riduzione dei coperti).

Ma d’altronde per i luoghi di ritrovo la riapertura non sembra essere così imminente, visto che bar e ristoranti sembrano essere in fondo alla lista delle attività che potranno riprendere regolarmente una volta terminata la prima fase di emergenza.

Coronavirus: quali attività potrebbero non riprendere nella fase due

Ma per alcune attività questa regola potrebbe comportare una vera e propria chiusura per un tempo indefinito. Ci riferiamo a tutti quei luoghi dove maggiormente si teme possa esserci il rischio contagio, sia per la vicinanza delle persone all’interno del locale che per la fila che si viene inevitabilmente a creare all’esterno.

Pensiamo ai cinema, ai teatri, o anche agli stadi, alle sale da ballo e alle discoteche. Se non sarà chiusura totale poco ci manca, visto che per gli eventi che prevedono un grande afflusso di persone ci dovrà essere un importante ridimensionamento.

Cinema, teatri, ma anche gli stadi durante concerti o partite di calcio, dovranno prevedere necessariamente una distanza tra chi siede in platea superiore ad un metro. Questo potrebbe comportare il rinvio a tempo indeterminato dei concerti, visto che ci sarebbe uno scarso ritorno economico a causa dei pochi biglietti venduti. E per le partite di calcio si va - qualora si decidesse di tornare a giocare per finire il campionato - verso le porte chiuse per molto tempo ancora.

E sarà molto difficile che invece si conceda l’autorizzazione alle discoteche di riaprire, così come per qualsiasi altro evento pubblico che preveda la presenza di un pubblico. Manifestazioni in piazza, feste di Paese; ogni attività che prevede assembramento non potrà riprendere regolarmente fino a quando non arriveremo alla fase tre, ovvero al termine dell’emergenza.

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