Concorso scuola, anche il Consiglio di Stato dà ragione ai precari: sì alle prove suppletive

Teresa Maddonni

15 Dicembre 2020 - 12:47

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Per il concorso scuola straordinario possono essere previste delle prove suppletive per chi è in quarantena o malattia Covid. Il Consiglio di Stato respinge il ricorso del Miur e conferma la sentenza del Tar del Lazio a favore dei precari.

Concorso scuola, anche il Consiglio di Stato dà ragione ai precari: sì alle prove suppletive

Per il concorso scuola straordinario anche il Consiglio di Stato dà ragione ai precari respingendo il ricorso presentato dal ministero dell’Istruzione dopo il parere favorevole alle prove suppletive da parte del Tar del Lazio.

Già perché il concorso scuola straordinario, sebbene sia stato al momento sospeso, non prevede prove suppletive nel caso di quarantena o malattia Covid per gli insegnanti che devono partecipare alle selezioni.

Nell’emergenza straordinaria e unica, i precari della scuola con almeno tre anni di servizio che partecipano al concorso straordinario per il ruolo nella secondaria di primo e secondo grado, hanno diritto secondo il Consiglio di Stato alla prova suppletiva che il Miur avrebbe voluto loro negare.

Concorso scuola: sì alle prove suppletive per malati Covid dal Consiglio di Stato

Per il concorso scuola il Consiglio di Stato conferma la decisione del Tar del Lazio di qualche settimana fa e riconosce le prove suppletive per i malati Covid o comunque per le persone che in quarantena non possono partecipare alle prove al momento sospese.

Ad annunciarlo la Uil Scuola tramite le parole del suo segretario Pino Turi, dal momento che il sindacato ha seguito il ricorso di un’insegnante che per colpa del Covid non ha potuto partecipare al concorso scuola straordinario prima che venisse sospeso.

Il Miur ha impugnato la sentenza del Tar facendo ricorso al Consiglio di Stato che però dà ragione ai precari riconoscendo il sacrosanto diritto, dopo tanta attesa, di partecipare al concorso scuola straordinario.

Il Consiglio di Stato conferma che tutti devono avere libero accesso a un concorso pubblico. Da ciò se ne deduce che la quarantena o la malattia Covid non possono essere equiparate a una causa di forza maggiore che esclude dalla possibilità di accedere al concorso scuola.

Il Miur ha perso il ricorso e per quando riprenderà il concorso scuola straordinario, a oggi dopo il 15 gennaio 2021, dovrà prevedere anche delle prove suppletive per chi è impossibilitato a parteciparvi a causa dell’emergenza sanitaria.

Specifica il Consiglio di Stato nella sentenza:

“La fissazione di una sessione aggiuntiva, peraltro, non pare possa ingenerare disagi organizzativi al Ministero resistente, soprattutto tenuto conto che l’art. 1, comma 10, lettera z), del DPCM 3 dicembre 2020, ha comunque disposto la proroga della sospensione delle procedure concorsuali fino al 15 gennaio 2020.”

Prove suppletive concorso scuola: il sindacato

Alla decisione del Consiglio subito è arrivato il comunicato della Uil Scuola che ha sostenuto il ricorso dell’insegnante al Tar.

“Oggi il Giudice amministrativo condanna il ministero e riconosce fondate la sentenza del Tar. Una politica attenta ai diritti dei cittadini, già in prima istanza, avrebbe provveduto a sanare una lesione dei diritti e delle aspettative di docenti che da anni lavorano per tenere aperte le scuole e garantire la continuità educativa.”

È questo il commento del segretario della Uil Scuola Pino Turi che ha aggiunto:

“Gli insegnanti sono dipendenti del ministero invece il MI agisce come si trattasse di intrusi, venendo meno allo spirito di servizio che una pubblica amministrazione dovrebbe avere nei confronti dei cittadini e ancor più dei suoi dipendenti.”

E ha concluso:

“Queste vicende di natura giurisdizionale fanno male all’intero sistema scolastico che dovrebbe guardare al merito delle questioni invece di perseguire risultati burocratico- ammnistrativi che non hanno a cuore né le persone, che stanno lavorando in un contesto difficilissimo né gli alunni che dovrebbero avere continuità, risposte concrete e non atti e contenziosi. La politica deve essere al servizio dei cittadini, non esserne controparte come questo governo sta facendo.”

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