Con queste malattie croniche si può andare in pensione 11 anni prima

Simone Micocci

27 Febbraio 2024 - 09:42

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Chi ha una malattia cronica può anticipare l’accesso alla pensione fino a 11 anni (se donne, mentre per gli uomini il requisito anagrafico si riduce di 6 anni).

Con queste malattie croniche si può andare in pensione 11 anni prima

Oggi per l’accesso alla pensione di vecchiaia servono generalmente 67 anni di età e 20 anni di contributi, ma in alcune circostanze questi requisiti possono essere più favorevoli.

È il caso ad esempio di chi a causa di una malattia cronica subisce una riduzione considerevole della capacità lavorativa. Per gli invalidi che soddisfano determinati requisiti, infatti, il diritto alla pensione si acquisisce con 6 anni di anticipo, persino 11 anni nel caso delle donne.

A tal proposito, è lecito chiedersi quali sono le malattie croniche, e quanto devono essere gravi, che permettono di anticipare notevolmente l’accesso alla pensione.

Quali sono le malattie croniche invalidanti

È l’Inps a indicare nel dettaglio quali sono le malattie cosiddette invalidanti, specificando inoltre qual è la percentuale di invalidità che a seconda della gravità dei casi deve essere assegnato alla persona.

Lo fa nel documento (che trovate di seguito in allegato) contenente le linee guida per l’accertamento degli stati invalidanti che viene messo a disposizione delle apposite commissioni incaricate di accertare se una malattia (o comunque una menomazione psico-fisica) è talmente grave da comportare una riduzione della capacità lavorativa.

Linee guida Inps per accertamenti invalidanti
Clicca qui per scaricare l’elenco delle malattie invalidanti come riconosciute dall’Inps.

Si tratta di un documento molto complesso e articolato che quindi potrebbe essere difficile da approfondire per chi non ha particolare dimestichezza in tale ambito. Per facilitarvi, nella seguente tabella abbiamo riassunto le principali malattie croniche invalidanti che, come vedremo nel paragrafo successivo, possono anticipare il pensionamento.

Apparato Patologia
Cardiocircolatorio aritmie, coronopatie, disfunzioni cardiache
Respiratorio broncopneumopatie, interstiziopatie, trapianti di polmoni
Digerente stenosi, cirrosi, trapianti, infiammazioni intestinali croniche
Urinario insufficienza renale cronica, trapianti di reni
Endocrino diabete mellito, insufficienza corticosurrenale, acromegalie, sindrome di Cushing
Osteoarticolare amputazioni complete o parziali, perdita delle mani
Neurologico sclerosi multipla, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, epilessia, emiplegia, o comunque malattie psichiche come disturbo amnesico, schizofrenia, depressione, ritardi mentali, disturbi del comportamento
Uditivo completa o parziale sordità
Visivo ipovisione, cecità parziale o completa

Oltre a queste, ci sono a sindrome di Down, come pure quella di Patau, o anche le patologie congenite, ematologiche, neoplastiche e reumatiche rare come la sindrome di Edwards, la fibrosi cistica, l’Aids, la talassemia, l’artrite reumatoide.

Anche il cancro è invalidante: a seconda della gravità della malattia e della compromissione che ne deriva, si può arrivare a un’invalidità fino al 100%.

Con queste malattie si va in pensione 11 anni prima se…

Come anticipato, quando una malattia cronica è invalidante è possibile anticipare l’accesso alla pensione di vecchiaia.

Nel dettaglio, ai sensi di quanto stabilito dal D.lgs n. 503 del 1992, con istruzioni contenute nella circolare Inps n. 35 del 2012, chi ha un’invalidità non inferiore all’80% può accedere alla pensione di vecchiaia:

  • a 61 anni di età se uomini (inizialmente era sufficiente un’età di 60 anni, ma il limite di età è stato aumentato per effetto degli adeguamenti con le speranze di vita intercorsi in questi anni);
  • a 56 anni di età se donne (rispetto ai 55 anni iniziali).

Ovviamente, sono comunque necessari almeno 20 anni di contributi, al pari di quanto previsto per la generalità dei lavoratori.

In determinate circostanze, quindi, il diritto alla pensione si raggiunge con 6 anni di anticipo se uomini, persino 11 anni se donne. Tuttavia, per la decorrenza dell’assegno bisognerà attendere altri 12 mesi (finestra mobile).

Ma è bene sottolineare che non basta il riconoscimento della malattia cronica come invalidante all’80% per poter beneficiare di una tale agevolazione. Come spiegato dall’Inps, infatti, per poter andare in pensione in anticipo serve un ulteriore riconoscimento: bisogna tener conto dell’invalidità specifica (legge n. 222 del 1984) e non di quella generica (legge n. 118 del 1971). In poche parole, un’apposita commissione dovrà accertare qual è la percentuale di invalidità rispetto alla professione svolta, ossia se effettivamente la malattia cronica impedisce lo svolgimento della maggior parte delle mansioni previste dal proprio impiego.

Se la malattia è meno grave ci sono comunque altre possibilità di anticipare la pensione

Potrebbe succedere che la malattia cronica non comporti una riduzione della capacità lavorativa - per quella specifica professione - pari o superiore all’80%, ma comunque di almeno il 74%.

In tal caso non si potrà anticipare la pensione nei suddetti termini, ma comunque ci sono delle agevolazioni a cui si può accedere.

Ad esempio, chi è invalido almeno al 74% e ha maturato almeno 30 anni di contributi, può ricorrere all’Ape Sociale smettendo di lavorare all’età di 63 anni e 5 mesi e percependo nel periodo che manca al raggiungimento dell’età pensionabile un’indennità sostitutiva (per 12 mensilità) erogata dallo Stato.

E ancora, con un’invalidità almeno al 74% e 41 anni di contributi si può smettere di lavorare a qualsiasi età (Quota 41). Tuttavia, almeno 12 mesi di contributi devono essere versati entro il compimento dei 19 anni di età. Inoltre, almeno un contributo settimanale deve far riferimento a un periodo antecedente all’1 gennaio 1996.

Inoltre, con una capacità lavorativa ridotta di un terzo (invalidità del 67%) spetta l’Assegno ordinario di invalidità (Aoi) a chi ha una contribuzione non inferiore a 5 anni, di cui almeno 3 anni devono essere accreditati nell’ultimo quinquennio. Spetta invece la pensione di inabilità a chi ha un’invalidità al 100% e soddisfa il suddetto requisito contributivo.

Infine, con un’invalidità di almeno il 74% e uno stato di bisogno economico (5.725,46 euro quest’anno), spetta una misura assistenziale con assegno di 333,33 euro mensili. Per chi ha un’invalidità al 100% la cosiddetta pensione di invalidità civile spetta nella stessa misura, ma il limite di reddito si alza a 19.461,12 euro.

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