Come stanno davvero le banche italiane

Laura Naka Antonelli

30/05/2025

Davvero a prova di shock? Cosa è emerso dalle parole di Fabio Panetta, governatore di Bankitalia.

Come stanno davvero le banche italiane

Come stanno davvero le banche italiane, alle prese con la minaccia dei dazi di Trump che, nello zavorrare i fondamentali dell’economia rischiano di far salire gli NPL e a fronte, anche, dei tagli dei tassi avviati dalla BCE, che hanno privato i loro rispettivi margini netti di interesse di un importante sostegno?

A rispondere è stato lo stesso governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, con le Considerazioni finali alla Relazione annuale dell’anno 2024, nel discorso che ha proferito oggi, venerdì 30 maggio 2025.

Come stanno le banche italiane? Risponde Fabio Panetta, numero uno di Bankitalia

Fabio Panetta ha affrontato diverse questioni cruciali che interessano l’economia italiana e del mondo, in balìa degli annunci sui dazi reciproci lanciati dal presidente americano Donald Trump.

Riuscire a calcolare i danni e gli effetti che quelle tariffe avranno sui fondamentali economici di tutto il mondo è impresa per ora impossibile per gli stessi banchieri centrali, che hanno fatto da un po’ del navigare a vista la loro strategia principale di politica monetaria, anche prima dell’annuncio dei dazi di Trump.

In un contesto in cui il senso di incertezza avvolge l’economia e i mercati mondiali, il sistema finanziario italiano, è questa la buona notizia, si mantiene solido.

Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta ha sottolineato infatti che “i dati di bilancio e le valutazioni di mercato confermano la forza del sistema bancario italiano ”.

In evidenza in particolare il rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione, che “continua
a migliorare
”.

Certo, in un contesto in cui la BCE continua a tagliare i tassi di interesse dell’area euro (ma potrebbe essere vicina alla fine, come ha avvertito lo stesso Panetta), il margine di interesse delle banche italiane “ inizia a risentire del calo dei tassi ”.

Detto questo, ” la redditività è sostenuta dal buon andamento delle commissioni, in particolare quelle sulla gestione del risparmio”. (fattore che, di per sé, spiega anche la ratio delle tante partite di risiko che sono state aperte e annunciate a Piazza Affari, con la caccia, da parte delle banche, alle commissioni).

Banche italiane, “patrimonializzazione superiore alla media europea”

Non solo: “Il rendimento del capitale rimane elevato e le prospettive sono stabili”. E anche le banche italiane
di “minore dimensione”, istituti che sono “ più esposti alla compressione del margine di interesse , mostrano comunque un rendimento del capitale relativamente soddisfacente, intorno all’8 per cento ”, ha aggiunto Fabio Panetta.

Occhio inoltre alla patrimonializzazione, che è non solo “solida”, ma anche “ superiore alla media europea ”, se si considera il sistema bancario italiano nel suo complesso, con “ il rapporto tra il valore di borsa e il patrimonio contabile delle banche italiane quotate che si mantiene ben al di sopra dell’unità”.

Patrimonializzazione solida per le banche italiane Patrimonializzazione solida per le banche italiane Panetta, Bankitalia: «Per il sistema nel suo complesso, la patrimonializzazione è solida, superiore alla media europea. Il rapporto tra valore di borsa e patrimonio contabile delle banche quotate si mantiene ben al di sopra dell’unità». (Fonte: Bankitalia ed elaborazioni su dati LSEG)

Previsioni banche italiane alle prese con rebus NPL, cosa dice la Banca d’Italia

Ma cosa dicono le previsioni di Bankitalia? Le stime, fa notare Panetta, indicano che nei prossimi due anni il rialzo del “flusso di prestiti deteriorati alle imprese rimarrebbe contenuto”.

Il riferimento è al nodo degli NPL, crediti deteriorati o anche Non Performing Loans delle banche italiane che, in un contesto di rallentamento temuto dell’economia mondiale, si teme possa riproporsi alla stregua di spina nel fianco del settore.

D’altronde, il rallentamento del PIL comporta in generale un aumento del tasso di disoccupazione e un peggioramento conseguente dei bilanci di famiglie e imprese, che possono dunque trovarsi in una condizione di maggiore difficoltà a restituire i prestiti ricevuti dalle banche, a danno così dei bilanci degli istituti di credito.

Bankitalia non nega che ci possa essere un impatto, con il governatore che ammette che “le tensioni
commerciali potrebbero influire sulla qualità del credito
”.

Ma, e la notizia è ottima per le banche italiane, gli effetti sono previsti “nell’insieme limitati”. Merito di alcuni fattori che Panetta menziona: “L’alta redditività e le riserve patrimoniali accumulate mettono il sistema bancario italiano in condizione di assorbire eventuali shock”.

Certo, “la Vigilanza mantiene alta l’attenzione, attraverso un’azione costante” e a dimostrarlo è il fatto che Bankitalia, “ nei mesi scorsi, è intervenuta in più casi di difficoltà riguardanti piccoli intermediari, riconducibili in prevalenza a carenze nei meccanismi di governo societario e a debolezze nel sistema di controllo interno”.

Dinamica credito, il trend dei prestiti alle imprese italiane

I nodi per le banche italiane non mancano, anche se non sembrano alimentare preoccupazioni eccessive.

Sul fronte della dinamica del credito, per esempio, Panetta ha messo in evidenza che, nel corso dell’ultimo anno, la flessione dei prestiti alle imprese da parte degli istituti è andata avanti, anche se “con minore intensità”.

Si tratta in ogni caso di un trend, ha avvertito il numero uno di Palazzo Koch, “che merita attenzione”, visto che “ un’adeguata disponibilità di credito è essenziale per sostenere gli investimenti e favorire la ripresa produttiva – soprattutto per le aziende più piccole, che incontrano maggiori difficoltà di accesso a fonti alternative di finanziamento”.

L’aspetto positivo è rappresentato comunque dal fatto che i dati e i fatti suggeriscono che “la contrazione dei prestiti riflette principalmente la debolezza della domanda, più che un inasprimento delle condizioni di offerta da parte delle banche ”.

Dai sondaggi presso le imprese, è per esempio emerso che “ la quota di società che segnalano difficoltà di accesso al credito è in calo in tutti i settori e per tutte le classi dimensionali”. E questa indicazione trova conferma negli stessi “dati di bilancio delle imprese”.

A tal proposito Panetta ha sottolineato che, “negli ultimi anni, l’autofinanziamento è aumentato più degli investimenti anche per le aziende minori, riducendo progressivamente – fino ad annullarlo – il fabbisogno di risorse esterne”.

Di fatto, ha sottolineato il governatore, “ molte imprese hanno realizzato cospicui aumenti di capitale e incrementato le riserve di attività finanziarie ”.

Insomma, quanto emerge dal quadro delineato da Bankitalia è che, a fronte di banche italiane che vantano anticorpi decisamente più forti rispetto a quelli degli anni precedenti, anche le imprese mostrano fondamentali che supportano il clima di fiducia.

Una situazione che conferma, come ha messo in evidenza Panetta che, allo stato attuale delle cose, le banche italiane versano in condizioni di forza tali da poter assorbire eventuali shock. Anche quelli, evidentemente, che portano la firma di Donald Trump.

Non solo banche italiane, l’appello di Panetta per le banche dell’area euro

Le banche italiane rimangono osservate speciali a Piazza Affari, sulla scia di dichiarazioni, notizie e rumor che riguardano soprattutto i vari dossier di risiko bancario che vedono protagonisti alcuni grandi nomi.

Panetta oggi ha affrontato con il suo discorso anche la questione delle operazioni di M&A lanciate nel settore, nello stesso giorno in cui il MEF ha dato notizia della lettera che ha inviato a UniCredit, nell’ambito dell’esercizio dei poteri conferitigli dal golden power, che ha deciso di esercitare sull’OPS lanciata dalla banca su Banco BPM.

In un messaggio rivolto poi a tutta l’Europa, il governatore di Bankitalia ha invitato le autorità a non indebolire le norme che disciplinano attualmente il settore:

In un contesto segnato da rischi crescenti, sarebbe imprudente indebolire il quadro normativo. È essenziale mantenere un assetto regolamentare efficace, in grado di prevenire instabilità e preservare la solidità del sistema”, ha avvertito Panetta, ricordando che “le norme introdotte in risposta alla crisi finanziaria globale hanno dato prova della loro validità” e che, “anche grazie ad esse, le banche europee hanno superato shock di grande portata – dalla pandemia alla crisi energetica – mantenendo inalterata la propria forza”.

Diversamente, “ i dissesti di alcune banche regionali statunitensi registrati nella primavera del 2023 sono in parte attribuibili alla mancata applicazione di taluni standard prudenziali internazionali”.

Non buttare dunque all’aria i progressi compiuti dal settore bancario europeo in questi anni, è stato in sostanza l’appello di Panetta, che ha fatto notare che oggi “ le banche europee mostrano risultati patrimoniali e reddituali molto positivi ”.

Merito di “ norme ben disegnate possono salvaguardare la stabilità senza sacrificare competitività ed efficienza. L’obiettivo, quindi, non deve essere l’allentamento delle regole, ma il loro miglioramento ”.

Per la precisione, è questa la ricetta di Fabio Panetta, “ occorre puntare sulla semplificazione, eliminando sovrapposizioni e ambiguità normative e diminuendo gli oneri amministrativi”.

In sintesi, “ una regolamentazione più chiara e coerente ridurrebbe l’incertezza per gli operatori e renderebbe l’azione di supervisione più efficace e tempestiva”.

Il momento è delicato per l’intera economia globale, e Fabio Panetta su questo non ha indorato la pillola. L’Italia può contare comunque su banche solide. Attenzione però anche al recente rapporto, con alcuni attenti, che è stato stilato sul sistema finanziario dell’intera area euro dalla BCE, che ha fatto riferimento alla presenza di “preoccupazioni significative”.

Iscriviti a Money.it