Come funzionano i controlli sui conti correnti con Cerebro, che incrocia i dati fiscali con il tenore di vita

Patrizia Del Pidio

11 Settembre 2025 - 14:16

Arriva Cerebro, il nuovo redditometro che aiuterà nelle indagini per la ricerca di somme illecite. Ecco come funziona e cosa prevede il provvedimento del Garante della Privacy.

Come funzionano i controlli sui conti correnti con Cerebro, che incrocia i dati fiscali con il tenore di vita

Arriva un nuovo strumento per migliorare e perfezionare i controlli sui conti correnti degli italiani, si chiama Cerebro e ha ottenuto il via libera all’utilizzo dal Garante della Privacy.

Con il provvedimento del 4 agosto 2025, il Garante della Privacy ha dato parere favorevole al Ministero dell’Interno per l’utilizzo del nuovo sistema di analisi ed elaborazione dei dati. Cerebro sarà un supporto nelle indagini patrimoniali e al contempo si è dimostrato conforme anche alla normativa per la protezione dei dati personali.

Cos’è Cerebro e come controlla i conti correnti?

Cerebro è una piattaforma software che funziona proprio come uno strumento investigativo. Il suo scopo è quello di individuare le risorse ottenute illecitamente dalla criminalità. Come opera il sistema? Cerebro acquisisce i dati da fonti istituzionali esterne e dal personale addetto al controllo per fare in modo di far emergere disponibilità patrimoniali considerate sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati e riconducibili, pertanto, ad attività illecite.

La raccolta dei dati da parte del sistema è stata definita come «web scraping», ma non si tratta di una raccolta che avviene indiscriminatamente in rete. I dati sono raccolti, infatti, con l’estrapolazione mirata delle informazioni dalle banche dati esistenti.

Cerebro accede alle banche dati dei pubblici registri ai quali il Fisco già è legittimato ad accedere. Nel sistema si dovranno immettere, poi, altri dati strutturati come quelli anagrafici, giudiziari e fiscali, che hanno interesse nell’indagine da parte degli operatori abilitati all’investigazione.

Una volta acquisiti i dati di interesse Cerebro, che si comporterà un po’ come un redditometro (visto che andrà a confrontare redditi e spese del soggetto), li elabora alla ricerca di sproporzioni applicando modelli di calcolo sperequativo, facendo riferimento ai beni posseduti e ai movimenti finanziari sui conti correnti.

Gli interessati, in ogni caso, potranno esercitare i propri diritti tramite misure idonee già identificate. A breve sarà pubblicata sul sito della Polizia di Stato l’informativa e i diritti di accesso, rettifica e cancellazione.

Indagini patrimoniali necessarie

Nel provvedimento del Garante della Privacy si legge che ormai le indagini patrimoniali sono da ritenere imprescindibili per individuare le risorse della criminalità In quest’ottica la raccolta dei dati automatizzata, con relativa analisi dei dati acquisiti da fonti istituzionali che contengono informazioni della situazione patrimoniale e finanziaria, le attività economiche e i redditi dichiarati, sono da considerarsi uno strumento prezioso per velocizzare e rendere più accurata l’indagine della situazione finanziaria. In questo modo risulta anche più facile rilevare la sproporzione tra reddito dichiarato e disponibilità economiche rilevate.

Nel documento si legge, inoltre, che

«i trattamenti di dati personali dei soggetti coinvolti nelle indagini patrimoniali attraverso il sistema Cerebro è effettuato dal Ministero dell’Interno-Dipartimento della pubblica sicurezza a fini di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati, o esecuzione di sanzioni penali, incluse la salvaguardia contro e la prevenzione di minacce alla sicurezza pubblica.»

In sostanza il sistema consente di incrociare moltissimi dati per individuare ed eventualmente confiscare i beni ottenuti illegalmente. Sotto controllo saranno le banche dati fiscali, catastali e i movimenti finanziari del soggetto per valutare il tenore di vita che conduce.

Il web scraping condotto da Cerebro, quindi, non sarà in rete, ma mirato e condotto sul codice fiscale del contribuente interessato dall’indagine: dichiarazioni dei redditi, dati fiscali, dati catastali e movimento del conto corrente finiranno nell’applicativo che elaborerà le informazioni in cerca delle sproporzioni.

Il provvedimento, in ogni caso, sottolinea che le eventuali azioni sul patrimonio dovranno essere sempre adottate dall’Autorità giudiziaria con procedimento successivo che permette all’interessato anche di difendersi dalle accuse.

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