Closing Milan: i 5 motivi per cui l’affare salterà

Alessandro Cipolla

24/03/2017

Closing Milan: settimana decisiva per il futuro della società rossonera che sta aspettando la terza caparra della cinese Ses, ma ci sono almeno 5 buoni motivi per pensare che l’affare salterà.

Closing Milan: i 5 motivi per cui l’affare salterà

Closing Milan: i 5 motivi per cui l’affare può saltare.

Settimana decisiva per quanto riguarda il closing Milan, con Fininvest che aspetterà fino a venerdì l’arrivo della terza caparra da 100 milioni da parte della cinese Ses, mentre cresce lo scetticismo in casa rossonera per il buon esito della trattativa.

I contatti tra i due gruppi negli ultimi giorni sono stati costanti, ma sono ancora tanti gli scogli che devono essere superati. Voci e indiscrezioni girano incontrollate a riguardo, mentre dei soldi necessari per il closing ancora non si ha nessuna traccia.

Il 3 marzo doveva essere il grande giorno per il definitivo passaggio di consegne, tanto che era stata appositamente allestita una particolare cerimonia per accogliere al meglio la delegazione cinese in occasione della partita tra Milan e Chievo.

Invece, non sono arrivati né i rappresentanti della Ses né tantomeno i soldi necessari per portare a termine il closing, ma solo un ennesimo rinvio della cessione del Milan. Da quel momento ecco spuntare l’ipotesi di un nuovo accordo da concretizzare il prossimo 7 aprile, ma prima i cinesi dovranno versare una terza caparra da 100 milioni.

Aspettando quindi di vedere come la telenovela del closing del Milan andrà a finire, ecco 5 motivi che ci spingono ad essere molto scettici sul fatto che la trattativa possa andare a buon fine.

Closing Milan: 5 motivi per cui l’affare non si farà

Silvio Berlusconi ha dato tempo fino alla fine di questa settimana a Ses per versare altri 100 milioni di caparra, conditio sine qua non per poter rimodulare l’accordo. Pochi giorni ancora per capire le intenzioni dei cinesi, ma abbiamo già 5 validi motivi per pensare che il closing Milan alla fine salterà.

1) Difficoltà nel reperire i soldi
L’accordo per l’acquisto del Milan prevede che Ses versi a Fininvest 520 milioni di euro, più il farsi carico dei 200 milioni di debiti che gravano sul club. Al momento sono state versate due caparre da 100 milioni ciascuna. Se entro questa settimana dovesse arrivare anche la terza caparra, rimarrebbero 220 milioni di euro da pagare il 7 aprile per il passaggio finale. La cordata messa in piedi da Yonghong Li però continua a perdere pezzi, con il risultato che Ses al momento si troverebbe in forte crisi di liquidità.

2) No del governo cinese
Emblematiche a riguardo sono le parole del vice governatore della Banca Popolare Cinese Pan Gongsheng: “Sarebbe fantastico se l’acquisto di squadre di calcio all’estero aiutasse a migliorare il livello di questo sport in Cina. Ma non è così”.
La verità - continua Gongsheng - è che alcuni di questi investimenti mascherano una fuga di capitali e un trasferimento di attività all’estero”. Un giudizio questo che pesa come un macigno, con la Cina che nei primi mesi del 2017 ha diminuito gli investimenti esteri del 90%. I motivi sono sostanzialmente due: contrastare lo sperpero di capitali fuori dai confini nazionali in operazioni di dubbia efficacia e impedire anche una conseguente svalutazione dello Yuan.

3) Ostacoli all’ingresso nella Borsa di Hong Kong
Il grande obiettivo della Ses nell’acquisizione del Milan è quello di quotare il club alla Borsa di Hong Kong. Rilanciando l’immagine del Milan anche attraverso l’acquisto di top player, il gruppo così spera di poter aumentare il valore del club per poterlo poi rivendere tra qualche anno. Un’operazione meramente speculativa, ma per poter quotare in Borsa il Milan serve l’ok da parte del governo di Pechino che però al momento è fortemente contrario all’operazione.

4) Berlusconi contrariato
Tutta questa vicenda sta fortemente indispettendo Silvio Berlusconi. Quando quest’estate fu formulato l’accordo di cessione del Milan, il presidente era convinto di lasciare il suo amato club in buone mani. Tutte queste certezze ora stanno sparendo. Berlusconi però non può rompere il patto, ma se non dovessero arrivare ulteriori garanzie è pronto a chiudere definitivamente la trattativa, anche perché alla finestra ci sarebbero altri acquirenti interessati.

5) Figuraccia mondiale
Ses ha problemi sia con il governo cinese che nel trovare i soldi necessari per il closing. A scoraggiare ulteriormente Yonghong Li però potrebbe essere anche il clima di sostanziale scetticismo che si è creato intorno al suo gruppo. Ormai Ses è stata bollata come una cordata che offre poche garanzie, con le parole di Raiola nei giorni scorsi a riguardo che sono lampanti per capire cosa pensi il mondo del calcio riguardo questa operazione.

Questi 5 motivi sono altrettanti macigni che gravano sul buon esito del closing. Nonostante questo, ci sono anche alcuni segnali positivi - seppur molto flebili.

Closing Milan: i segnali positivi

Allo stato delle cose, sono pochi i tifosi milanisti che sperano nel buon esito della trattativa. In fin dei conti, che garanzie può dare un gruppo del genere che pretende di guidare uno dei maggiori club calcistici del mondo?

Anche Berlusconi vorrebbe chiudere il discorso e guardare altrove, ma c’è un contratto firmato e se Ses dovesse rispettarlo allora il Milan cambierebbe proprietà. Come detto, siamo molto scettici a riguardo ma alcuni segnali positivi ci sono.

Per prima cosa ci sono i 200 milioni già versati nelle due caparre dei mesi scorsi, che sono poco meno della metà del totale da dover sborsare per il closing. Sarebbe insensato lasciar perdere adesso e perdere una somma così considerevole.

Ci sono poi le figure di Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli che da tempo lavorano per conto di quella che dovrebbe essere la nuova proprietà. Difficile credere che due dirigenti di così primo piano abbiano compiuto questo salto nel buio senza aver prima toccato con mano la reale consistenza della cordata.

Se Ses dovesse rivelarsi un bluff, i due dirigenti sarebbero bruciati. Se pensiamo che Mirabelli ha lasciato l’incarico all’Inter per buttarsi in questa nuova avventura, la situazione sembrerebbe molto paradossale.

Qualche giorno di tempo e capiremo a che gioco Ses stia giocando, con l’umore dei tifosi rossoneri sempre più sotto le scarpe visto il passaggio societario sempre più complicato e una squadra che fatica a tornare ad essere di conseguenza protagonista.

Closing Milan: 14 nuova data

Nel frattempo, la società rossonera e Ses hanno concordato la nuova data per l’agognato closing: venerdì 14 aprile. Questo sarebbe il termine ultimo e perentorio per il definitivo passaggio di consegne.

La terza caparra intanto sta arrivando a rate. Dopo i primi 20 milioni pervenuti mercoledì, venerdì 25 marzo sono giunti sul conto Fininvest altri 30 milioni, più una garanzia per altri 50 milioni.

Ricapitolando, finora Berlusconi ha ricevuto in totale 250 milioni da Ses più una garanzia per altri 50 milioni. Per arrivare al closing di venerdì 14 aprile, dalla Cina dovranno arrivare altri 350 milioni sennò l’accordo salta.

La vicenda quindi sembrerebbe essersi sbloccata, anche se dal Milan pagato a caparre, ora siamo arrivati alle rate delle caparre. Come potrà essere gestita al meglio la società, nel caso di un passaggio definitivo, questo rimane tuttora un mistero.

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