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Closing Milan: altra caparra e rinvio. Come può SES guidare i rossoneri?
mercoledì 1 marzo 2017, di
Closing Milan ormai sempre più come una farsa. A pochi giorni dallo scoccare dell’ora X del definitivo passaggio di consegne, tutto ora sembrerebbe essere tornato in altro mare con i soldi necessari per completare l’operazione che non ci sarebbero più.
Venerdì 3 marzo era stato indicato come il giorno del definitivo closing dopo ben due rinvii. Mentre si stavano preparando i dettagli dello sbarco a Milano della delegazione cinese, ecco invece che iniziano ad arrivare le prime voci non rassicuranti sul buon esito della lunga compravendita.
Due importanti soci della cordata messa in piedi da Yonghong Li e dalla sua SES si sarebbero tirati indietro. Ai cinesi quindi al momento mancherebbero circa 100 milioni sui 320 in totale da dover sborsare entro venerdì.
Probabile quindi una nuova caparra da 100 milioni e altro rinvio al 31 marzo. I dubbi però sono tutti legati alla serietà e alla forza economica di questo gruppo che ambisce a guidare una società gloriosa come il Milan.
Closing Milan: probabile nuovo rinvio
La vicenda del closing del Milan ormai sta assumendo sempre più contorni grotteschi. Un affare in totale da 720 milioni, di cui 520 da versare nelle casse Fininvest e i restanti 200 invece sono i debiti pregressi che SES si dovrebbe accollare.
In più alla famiglia Berlusconi la cordata deve anche restituire i circa 70 milioni spesi finora per le spese sostenute durante questa stagione. Un affare importante, annunciato in estate con tanto di foto e promesse di un diavolo che sarebbe presto tornato ad essere competitivo.
I due rinvii finora avvenuti, che sono costati alla SES due caparre da 100 milioni ciascuna, sono stati finora giustificati dalla difficoltà della cordata a fare uscire capitali dalla Cina visto la contrarietà all’operazione del governo di Pechino.
Venerdì 3 marzo quindi viene indicata come la data del definitivo closing, dove SES avrebbe dovuto versare i rimanenti 320 milioni. Dei soldi però al momento non ci sono traccia, così come dei nomi dei reali investitori facenti parte della cordata.
L’ipotesi più probabile quindi è che la SES paghi una nuova caparra da 100 milioni, per poi versare i restanti 220 milioni il 31 marzo, che diventerebbe così la nuova data per finalizzare il passaggio societario del Milan.
Molto più difficile che i cinesi rinuncino a completare l’acquisto, perdendo così i 200 milioni già versati, oppure che Silvio Berlusconi decida di rompere l’accordo pagando così una cospicua penale.
Le notizie delle ultime ore a riguardo sono state le più disparate. Prima ci sono state le smentite da parte di Huarong e della China Merchant Bank riguardo ad un loro coinvolgimento nella cordata, poi iniziata a circolare la voce che altri due soci della SES si siano tirati indietro all’ultimo.
Si era arrivati addirittura a dichiarare che Marco Fassone, il designato nuovo Galliani del Milan, non riuscisse più a mettersi in contatto con i compratori cinesi. Una ridda di voci che hanno gettato sempre più nello sconforto i tifosi rossoneri.
Che futuro per il Milan con SES?
Se davvero dovesse andare in porto l’acquisto del Milan da parte di SES, rimarrebbero tanti dubbi però ai tifosi del diavolo. Se il closing dovesse arrivare il 31 marzo dopo il pagamento di una nuova caparra, i cinesi in pratica avrebbero acquistato il club rossonero pagandolo a rate.
Un fatto questo che pone seri dubbi sulla reale forza economica di SES, oltre che sulla serietà di Yonghong Li e gli altri facenti parte della cordata. Se lo scopo della cessione era quella di ridare lustro al Milan, questi non sembrerebbero essere i migliori presupposti iniziali.
Le domande che sorgono spontanee sono diverse. Se ci sono ogni volta problemi per il trasferimento del denaro, tanto che i soldi per la caparra di dicembre sono arrivati dalle Isole Vergini, che garanzie ci saranno per i futuri pagamenti degli stipendi o degli acquisti del calciomercato?
Inoltre, perché il governo cinese si è così messo di traverso per far si che l’operazione vada in porto mentre a Suning è stato consentito tranquillamente l’acquisto dell’Inter? Il parallelo poi con il cambio societario dei cugini nerazzurri è impietoso.
Suning è un colosso dell’industria cinese, che ci ha messo faccia e soldi con lo scopo di esportare il proprio brand anche in Europa attraverso l’acquisto dell’Inter. Anche se i primi risultati sportivi non sono esaltanti, il futuro dei nerazzurri può sicuramente considerarsi solido.
Dietro l’acquisto del Milan invece ci sarebbe meramente un’operazione di scopo speculativo, motivo probabile per cui Pechino non abbia dato il via libera all’operazione. Acquistare il club rossonero, rivalutarlo per poi rivenderlo, questo è l’obiettivo di SES.
Aspettando quindi di vedere come si concluderà la vicenda del closing, rimangono solo i tanti dubbi e le perplessità dei tifosi del Milan che stanno rivivendo una nuova farsa dopo quella avvenuta mesi fa con il fantomatico Mr. Bee.