Milan e Inter cercano un maxi-prestito da 1,2 miliardi. In corsa Goldman Sachs, JP Morgan e le big della finanza.
San Siro sta per vivere l’ennesima trasformazione della sua storia. Lo stadio di Milano che ha visto passare campioni come Rivera, Zanetti e Ibrahimović è pronto a lasciare spazio a un progetto che cambierà il volto del calcio in città: un nuovo impianto da 1,5 miliardi di euro. Dopo anni di rinvii, vincoli e discussioni infinite, il Comune ha dato il via libera alla vendita del “Meazza” e delle aree intorno. Per i due club, significa affrontare l’investimento più grande di sempre.
Ma chi metterà sul piatto una cifra così enorme? Milan e Inter non possono sostenere la spesa senza compromettere i bilanci. Per questo la partita si sposta dal campo alla finanza internazionale. Banche e investitori globali sono pronti a mettere le mani su un affare che promette ritorni milionari, grazie ai ricavi che il nuovo stadio potrà generare. Skybox di lusso, sponsorizzazioni, naming rights e biglietti premium sono i tasselli che dovranno rendere sostenibile un’operazione mastodontica.
Vediamo tutti i numeri dell’operazione.
Chi metterà i soldi per il nuovo San Siro
Entro il 10 novembre Milan e Inter dovranno firmare il rogito. Se la data salta, la Soprintendenza potrebbe imporre un vincolo sul secondo anello del Meazza, bloccando di fatto l’abbattimento e quindi l’intero progetto. I club puntano a chiudere già entro ottobre per non correre rischi.
Il nuovo stadio sorgerà nell’area dei parcheggi accanto al Meazza e costerà circa 1,5 miliardi. Una cifra che equivale a una volta e mezzo il fatturato complessivo delle due squadre. Troppo per essere sostenuta senza aiuti esterni. Ecco perché si parla di un maxi-prestito da 1,2 miliardi a carico delle banche, con il resto coperto da capitali propri e da altri investitori. Lo schema ricalca quello usato in altre grandi opere sportive: i club creeranno una società ad hoc, controllata al 50% da ciascuno, che si occuperà di gestire i soldi, i lavori e, in futuro, i ricavi dello stadio.
Tutti i numeri del finanziamento
Secondo Il Sole 24 Ore, in prima fila ci sono Goldman Sachs, JP Morgan e Bank of America. In corsa anche Mitsubishi Ufj Financial Group dal Giappone e l’italiana Banco BPM. Restano invece defilate Intesa Sanpaolo e UniCredit. Non si esclude che, prima del prestito principale da 1,2 miliardi, possa essere concesso un “finanziamento ponte” più contenuto per avviare i lavori.
Queste le cifre nel dettaglio:
- 811 milioni solo per la costruzione dello stadio e delle infrastrutture,
- 204 milioni per l’acquisto delle aree,
- 75 milioni per l’allestimento,
- 60 milioni di spese tecniche e amministrative.
Il totale sfiora 1,3 miliardi. A questi si aggiungono i costi di demolizione del vecchio impianto, la bonifica del terreno e gli imprevisti, che spingono il conto finale verso 1,5 miliardi.
Il nodo è la sostenibilità. Da un lato, le società non possono caricarsi di un debito ingestibile. Dall’altro, l’investimento deve garantire ritorni concreti. La scommessa è che il nuovo stadio, con 70mila posti, servizi moderni e un’offerta commerciale innovativa, generi ricavi sufficienti a ripagare il maxi-prestito e a dare ossigeno ai bilanci.
In gioco non c’è solo un nuovo stadio, ma la possibilità di rafforzare due società che vogliono restare competitive ai massimi livelli europei. Se l’operazione funzionerà, Milano potrà vantare uno degli stadi più moderni al mondo. Se invece i conti non torneranno, il rischio è di trasformare un sogno in un peso difficile da sostenere.
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