La Cina costruisce rapidamente grazie a un modello centralizzato guidato da ingegneri, mentre l’Occidente resta frenato da burocrazia e politica.
Insieme ai tanti utenti sui social network, increduli di fronte a tabelle e grafici che raccontano l’evoluzione infrastrutturale e immobiliare della Cina – un’evoluzione per lo più avvenuta negli ultimi due decenni - anche Bloomberg ha iniziato a chiedersi perché Stati Uniti e Regno Unito, ma più in generale l’intero Occidente, non riescano a fare come Pechino.
Parlando di Londra, la prestigiosa testata statunitense ha citato due esempi: la documentazione urbanistica per costruire un condominio di modeste dimensioni nel cuore pulsante dell’Uk che può superare le 1.000 pagine - mentre qualche decennio fa poteva essere solo una manciata – e il caso della (prevista) linea ferroviaria ad alta velocità HS2 diventata sempre più piccola, con il suo costo che però continua a salire vertiginosamente e che ha raggiunto multipli del prezzo originale.
“È ormai evidente da tempo che qualcosa non va nella capacità edilizia della Gran Bretagna”, ha scritto Bloomberg. Ecco in Cina tutto questo sarebbe impensabile. La conoscenza e l’esperienza accumulate da Pechino durante il più grande boom edilizio della storia hanno portato la nazione asiatica a imprese ingegneristiche ineguagliate altrove. Non solo nella qualità e nella quantità, ma anche e soprattutto nella loro rapidità di costruzione. Il motivo? Il diverso modello di governance politica che differenzia Cina e Occidente, ma non solo. [...]
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