Chi vince e chi perde con tassi Bce al 3,75%

Violetta Silvestri

4 Maggio 2023 - 16:13

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La Bce ha alzato ancora il costo del denaro e ora i tassi sono al 3,75%: chi vince e chi perde con questo aumento? Chi ci guadagna di più e chi di meno con un ulteriore incremento dei tassi.

Chi vince e chi perde con tassi Bce al 3,75%

I tassi della Bce arrivano al 3,75% con la decisione del 4 maggio: cosa significa, chi perde e chi vince con un ulteriore aumento del costo del denaro?

La Banca centrale europea ha specificato che le pressioni sottostanti sui prezzi sono ancora elevate e l’inflazione rischia di restare alta a lungo: di conseguenza, l’aumento dei tassi è visto come necessario e probabilmente continuerà anche nelle prossime riunioni.

Quali conseguenze con un tasso di interesse Bce arrivato ora al 3,75%? Vediamo chi vince e chi perde con il rialzo del costo di finanziamento.

Chi vince con l’aumento dei tassi Bce

Quando si parla di tassi di interesse si indica, in sostanza, il costo da pagare per prendere il denaro in prestito. Questo vuol dire, per esempio, che se un consumatore o un’impresa desiderano chiedere un finanziamento in banca per avere liquidità disponibile attraverso un prestito, il tasso di interesse da pagare al prestatore (in tal caso l’istituto di credito) sale, rendendo meno conveniente chiedere soldi.

Questo è proprio lo scopo della Bce: raffreddare la domanda di liquidità, investimenti e consumi per poter freddare l’inflazione.

La premessa aiuta a capire perché, nel meccanismo dei rialzi dei tassi, si possono individuare vincitori e perdenti. Chi ci guadagna con un costo del denaro elevato?

Banche

Uno degli effetti di tassi di interesse più alti è che le banche, applicando un costo del denaro dato in prestito maggiore, guadagnano maggiormente.

In termini tecnici significa che il loro margine di interesse cresce, avvantaggiando i bilanci degli istituti di credito. Non a caso gli utili delle banche italiane nel primo trimestre 2023 stanno toccando nuovi record, aiutati anche dalla politica Bce di tassi più elevati che offre redditi da interesse in crescita.

Nello specifico, per le banche gli interessi attivi, quelli che incassa dai clienti e che sono influenzati dai tassi Bce sono maggiori dei interessi passivi, quelli che paga ai clienti.

Risparmiatori

Essendo più costoso chiedere prestiti per spendere denaro liquido, diventa maggiormente remunerativo risparmiare.

Con tassi di interesse più elevati, in sostanza, chi ha denaro su conti di deposito può aspettarsi un ritorno maggiore, poiché, come spiegato dalla stessa Bce: “l’interesse è l’ammontare che fruttano i tuoi risparmi, ossia il rendimento che ricevi quando è la banca a “prendere denaro in prestito” da te.”

Chi perde con tassi Bce al 3,75%

Con un costo del denaro maggiore, sono diversi i settori e le categorie finanziarie ed economiche che vanno incontro a svantaggi. Chi perde quando i tassi di interesse della Bce aumentano, come sta accadendo ora?

Privati con mutuo

La prima tegola che pesa sui cittadini privati con l’aumento del costo del denaro è l’aumento della rata del mutuo, specialmente a tasso variabile.

Questo accade perché l’Euribor, dal quale si calcola il tasso di interesse di un mutuo variabile, è collegato alla politica monetaria Bce, nel senso che aumenta con un rialzo dei tassi della banca centrale. La banca centrale interviene incrementando il suo tasso di riferimento e questo fa crescere anche il valore che le banche europee devono pagare quando prendono del denaro in prestito dalla Bce. Di conseguenza, le banche aumenteranno anche il costo per cittadini e imprese che chiedono prestiti e mutui.

Solo per citare un calcolo: Secondo le stime di Codacons, il rialzo dei tassi di interesse di 25 punti base comporterà un aumento medio di 20 euro a rata per le famiglie italiane che hanno un mutuo a tasso variabile. L’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, Euribor, ha raggiunto negli ultimi giorni il 3,088% per quello a 1 mese e il 3,27% per quello a 3 mesi.

Cittadini consumatori

Pur senza un mutuo, il normale cittadino consumatore è comunque colpito in negativo da tassi in aumento. Questo perché cresce il costo per avere soldi in prestito in banca, in un momento assai complicato per i budget familiari colpiti dall’inflazione elevata.

Prezzi ancora alti di generi di prima necessità erodono il potere di acquisto, mentre la Bce rende proprio più difficile chiedere in prestito liquidità che sarebbe necessaria per far fronte alle spese.

Stato

La politica monetaria dei tassi in rialzo si traduce di solito in un innalzamento dei rendimenti delle obbligazioni, con la conseguente caduta del suo prezzo. Ora, l’impennata del rendimento Btp significa che il debito dello Stato costa di più.

L’Osservatorio dei Conti pubblici ha fatto uno studio al riguardo: con un aumento di 1 punto percentuale dei tassi di interesse sui titoli di Stato, persistente e uniforme lungo la curva per scadenze, la spesa per interessi può crescere di 3 miliardi nei successivi 12 mesi (e di 39,4 miliardi nei successivi 5 anni).

Questo maggiore onere per le casse statali si aggiunge a un periodo non roseo, visto che la spesa pubblica è stata pressata dagli aiuti per aiutare famiglie e imprese con il caro bollette.

Imprese

Per le imprese ottenere prestiti sarà più difficile e proibitivo con tassi di interesse Bce che crescono a ogni riunione. Le aziende che desiderano investire chiedendo finanziamenti, si ritrovano a dover pagare oneri maggiori alle banche e quindi spesso sono spinte a frenare.

Inoltre, le imprese che hanno già un debito ora devono pagare rate maggiorate, con contraccolpi sui bilanci e rischi di insolvenze.

Attenzione, inoltre, ai movimenti dell’euro. Generalmente, una politica monetaria aggressiva spinge la moneta unica sul dollaro. Con l’apprezzamento dell’euro le esportazioni sono più vantaggiose, ma non l’import, che solitamente riguarda le materie prime (che rischiano di aumentare ancora di più di prezzo con un cambio sfavorevole).

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