La Bce ha tagliato i tassi sui depositi al 3,50%, con tassi di interesse ora al 3,65%: cosa cambia, chi vince e chi perde con la diminuzione del costo del denaro di 25 punti base?
Tassi Bce di nuovo in calo a settembre: chi perde e chi vince con un costo del denaro diminuito di altri 25 punti base?
Con un tasso sul deposito ora al 3,50% e il tasso di interesse (indicato dalla banca come il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento, quello che pagano le banche per prendere in prestito denaro dalla Bce) al 3,65% le prospettive per investitori, risparmiatori, imprese, cittadini con mutuo e per lo stesso Stato che paga gli interessi sul debito cambiano.
In generale, dalle azioni alle obbligazioni, fino alla valuta, alle rate dei mutui, al mercato immobiliare, alla convenienza di finanziamenti e agli oneri che spettano allo Stato sul debito emesso, tutto è influenzato dalla politica dei tassi della Bce. Ecco perché, con un taglio di 25 punti base vincitori e perdenti cambiano. Chi ci guadagna di più con un tasso di interesse più basso, al 3,65%*.
* Con la decisione del 12 settembre, la Bce ha cambiato il quadro operativo della sua politica monetaria. Il taglio di 25 punti base del tasso sui depositi, al 3,50%, corrisponde a una diminuzione di 60 punti base del tasso di interesse - al 3,65% - poiché è stato deciso che il differenziale tra i due tassi sarà di 15 punti base.
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Chi vince con il taglio dei tassi Bce
Quando si parla di tassi di interesse si indica, in sostanza, il costo da pagare per prendere il denaro in prestito. Questo vuol dire, per esempio, che se un consumatore o un’impresa desiderano chiedere un finanziamento in banca per avere liquidità disponibile attraverso un prestito, sono chiamati a sborsare il tasso di interesse al prestatore (in tal caso l’istituto di credito). In base alla percentuale fissata, chiedere soldi può quindi risultare più o meno conveniente.
Lo scopo della Bce con la politica dei tassi è proprio questo: raffreddare o incentivare la domanda di liquidità, investimenti e consumi per poter controllare i prezzi. Se finora si è optato per tassi alti volti a scoraggiare la domanda, adesso con l’abbassamento chi ci guadagna, in generale, è chi intende chiedere un mutuo o un finanziamento, perché i tassi sono scesi.
Privati con mutuo
Il taglio dei tassi è una buona notizia innanzitutto per i cittadini privati che hanno un mutuo a tasso variabile.
Questo perché l’Euribor, dal quale si calcola il tasso di interesse di un mutuo variabile, è collegato alla politica monetaria Bce, nel senso che aumenta con un rialzo dei tassi della banca centrale e diminuisce viceversa con un abbassamento del costo del denaro.
La banca centrale interviene facendo calare il suo tasso di riferimento e questo fa scendere anche il valore che le banche europee devono pagare quando prendono del denaro in prestito dalla Bce. Di conseguenza, le banche possono diminuire anche il costo per cittadini e imprese che chiedono prestiti e mutui.
Come spiegato in un nostro articolo, “Per comprendere meglio l’impatto del taglio dei tassi BCE, consideriamo un mutuo medio compreso tra i 100 e 200mila euro e con durata di 20 anni e un Loan to Value (LTV) del 70%. La riduzione dei tassi Bce di 25 punti base ha un effetto diretto sulla rata mensile del mutuo che scende mediamente di 13,50-27 euro”.
Le simulazioni aggiornate alla decisione di settembre sono spiegate in un nostro articolo dedicato ai mutui.
Cittadini consumatori
Pur senza un mutuo, il normale cittadino consumatore è comunque sollevato da tassi in calo. Questo perché scende il costo per avere soldi in prestito in banca, in un momento assai complicato per i budget familiari colpiti finora dall’inflazione elevata.
Stato
La politica monetaria dei tassi in calo si traduce di solito in un abbassamento dei rendimenti delle obbligazioni, con la conseguente caduta del suo prezzo. Ora, se si concretizza un calo del rendimento Btp significa che il debito dello Stato costa meno.
Come spiegato in un precedente articolo, da mesi il Tesoro aspetta un allentamento monetario per alleggerire il pagamento degli oneri. Per fare un esempio, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha stabilito che si possono risparmiare anche 3 miliardi di euro quest’anno a fronte di una diminuzione totale dei tassi della Bce di 100 punti base nel corso del 2024. L’anno prossimo il risparmio potrebbe raggiungere i 7 miliardi, per poi salire a circa 10 miliardi nel successivo.
Tuttavia, subito dopo la decisione Bce di tagliare i tassi al 4,25%, il rendimento del Btp decennale risulta in rialzo al 3,5%. Questo perché c’è ancora molta incertezza sulle mosse future e il costo del denaro potrebbe restare fermo a questo livello, senza scendere di più, nei prossimi mesi.
Imprese
Per le imprese ottenere prestiti sarà più facile con tassi di interesse Bce che scendono. Le aziende che desiderano investire chiedendo finanziamenti, si ritrovano a dover pagare oneri minori alle banche e quindi possono ripartire con gli investimenti.
Attenzione, però, ai movimenti dell’euro. Generalmente, una politica monetaria allentata spinge la moneta unica in basso sul dollaro. Con il deprezzamento dell’euro le esportazioni sono meno vantaggiose poiché pagate in valuta straniera, ma non l’import, che solitamente riguarda le materie prime (che possono quindi costare meno).
Chi perde con tassi Bce al 3,65%
Con un costo del denaro in calo, ci sono diversi settori e categorie finanziarie ed economiche che vanno incontro a svantaggi. Chi perde quando i tassi di interesse della Bce scendono, come sta accadendo ora?
Banche
Il taglio dei tassi d’interesse solitamente riduce il margine di interesse netto delle banche e questo può essere uno svantaggio nel breve termine. In sostanza, la differenza tra gli interessi che incassano sui prestiti e quelli che pagano sui depositi è negativa. Questo può avere un impatto sui profitti bancari e, di conseguenza, sui loro titoli azionari.
Nel lungo termine, però, tassi d’interesse più bassi sono uno stimolo alla domanda di prestiti. Questo può aumentare i volumi di prestito e coprire, almeno in parte, la riduzione del margine di interesse netto.
Risparmiatori
Essendo meno costoso chiedere prestiti per spendere denaro liquido, diventa meno remunerativo risparmiare.
Con tassi di interesse più bassi, in sostanza, chi ha denaro su conti di deposito può aspettarsi un ritorno minore, poiché, come spiegato dalla stessa Bce: “l’interesse è l’ammontare che fruttano i tuoi risparmi, ossia il rendimento che ricevi quando è la banca a “prendere denaro in prestito” da te.”
Anche il tasso sui depositi è sceso.
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