Cartelle non pagate, cosa succede a chi ha saltato la scadenza del 2 novembre 2021

Anna Maria D’Andrea

3 Novembre 2021 - 15:54

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Cartelle non pagate, quali conseguenze per chi ha saltato la scadenza del 2 novembre 2021?. La decadenza si determina in caso di mancato pagamento di 10 o 18 rate.

Cartelle non pagate, cosa succede a chi ha saltato la scadenza del 2 novembre 2021

Cartelle non pagate, è tempo di fare i conti con le conseguenze in caso di mancato versamento delle rate entro la scadenza del 2 novembre 2021.

L’appuntamento relativo alla ripresa dei versamenti relativi alle cartelle esattoriali e alle rateizzazioni “congelate” dall’8 marzo 2020 si incrocia con le novità introdotte in materia di decadenza e, ad ultimo, con le modifiche introdotte dal Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022.

Fare il punto delle novità è il primo passo necessario per capire cosa succede a chi non ha pagato le rate delle cartelle esattoriali. La decadenza interviene in caso di mancato versamento di 10 o 18 rate, in base alla data di presentazione della domanda di rateizzazione. Si tornerà al limite di 5 rate dal 1° gennaio 2022.

Cartelle non pagate, cosa succede a chi ha saltato la scadenza del 2 novembre 2021

Il mancato pagamento delle rate è una delle cause di decadenza dal piano agevolato di rientro.

L’omesso o insufficiente versamento delle rate delle cartelle esattoriali porta quindi alla revoca dei benefici accordati dall’AdER e, in parallelo, all’avvio delle procedure ordinarie per il recupero del debito, tra cui pignoramenti e fermi amministrativi.

Una volta saliti sul treno della rateizzazione è quindi fondamentale rispettare tutte le scadenze previste, avendo però presente che anche l’Agente della riscossione ha una certa tolleranza.

La regola generale stabilita dall’articolo 19 del DPR n. 602/73 prevede infatti che non si decade dal piano di dilazione delle cartelle esattoriali se non si paga un numero non superiore a 5 rate, anche se non consecutive, un limite rivisto fino al 31 dicembre 2021 alla luce dell’emergenza sociale ed economica causata dalla pandemia.

Le ultime novità sono state introdotte dal Decreto Legge in materia fiscale n. 146/2021 e per le rateizzazioni già concesse prima della sospensione delle attività della riscossione, ossia l’8 marzo 2020 (21 febbraio per i residenti nell’ex zona rossa) sale a 18 il numero di rate non pagate che porta alla decadenza dal piano concesso.

Per quelle concesse successivamente e fino al 31 dicembre 2021, è invece pari a 10 il numero di rate non pagate che porta alla decadenza.

Si tornerà al limite massimo delle 5 rate dal 1° gennaio 2022.

Si crea quindi uno spartiacque, ed è la data di presentazione dell’istanza di rateizzazione a determinare il numero di scadenze che è possibile saltare senza perdere i vantaggi del piano di dilazione delle cartelle esattoriali concesso dall’AdER.

Cartelle a rate, 18 o 10 scadenze saltate: le conseguenze per i decaduti

Solo chi ha raggiunto il numero di 10 o 18 rate non pagate, anche non consecutive, decade dalla rateizzazione concessa.

In caso di decadenza, l’importo delle cartelle esattoriali diventa quindi immediatamente dovuto e automaticamente riscuotibile in un’unica soluzione e, in caso di mancato pagamento delle somme iscritte a ruolo, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può far partire le procedure per pignoramenti, ipoteche e fermi amministrativi.

C’è solo una via per accedere ad un nuovo piano di rateizzazione, ossia versare preventivamente le rate scadute e che hanno portato alla decadenza. Oggetto di dilazione sarà soltanto l’importo relativo alle rate future e per le quali non è ancora trascorso il termine di scadenza.

È un sentiero stretto quello previsto per chi ha saltato l’appuntamento del 2 novembre 2021 ed è decaduto per mancato pagamento di 10 ovvero 18 rate, anche se non consecutive.

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