Torna in discussione l’ipotesi di pieno accesso ai conti correnti da parte del Fisco per recuperare i crediti giacenti nel magazzino della Riscossione. Vediamo le nuove proposte.
Per le cartelle esattoriali non pagate torna l’ipotesi di pieno accesso ai dati dei conti correnti e delle fatture elettroniche emesse per il recupero dei crediti. Una proposta simile era stata già avanzata a settembre, ma aveva trovato il dissenso del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Ora avanza la Commissione tecnica che si sta occupando dell’analisi del magazzino dei crediti dell’Agenzia delle Entrate Riscossione avanza di nuovo la proposta.
Anche se per quel che riguarda le cartelle esattoriali in questo momento si parla soltanto di pace fiscale, la necessità di migliorare la riscossione e liberare il magazzino dell’Ader dai 1.300 miliardi di debiti fa spuntare nuove ipotesi di azione.
L’accesso ai conti correnti, come?
La proposta viene dalla Commissione tecnica che si sta occupando di analizzare il magazzino dei crediti con l’obiettivo di recuperare tutti i debiti che si sono stratificati nel corso degli ultimi 25 anni. Essendo in parte debiti che risalgono anche agli anni Duemila, non tutti saranno effettivamente recuperabili (e in questo caso dovrebbe intervenire il discarico automatico).
Le somme non riscuotibili, a oggi, ammontano a 537,75 miliardi di euro. La Commissione vuol puntare sulla parte restante, che ammonta a 734,16 miliardi di euro. I carichi presenti nel magazzino, quindi, devono essere suddivisi in quelli stralciabili e in quelli recuperabili
Proprio per recuperare le somme che ancora possono essere recuperate è stata chiesta una maggiore condivisione dei dati fiscali. La Commissione sottolinea la necessità di dover accedere a tutti i dati utili che aiutino a favorire una riscossione forzata delle somme, puntando all’archivio dei conti correnti. Oggi l’Ader può accedere ai conti correnti degli italiani, ma con ricerca generale. Quello che si chiede, invece, è poter consultare i conti inserendo criteri specifici e precisi.
Quello che si vuole, quindi, è non sapere soltanto che il contribuente Tizio ha un conto corrente in una determinata banca, ma anche la consistenza dei depositi per poter intervenire in maniera mirata all’eventuale pignoramento del conto corrente dei debitori.
Non solo conti correnti
Lo stesso meccanismo che si richiede per i conti correnti, secondo la Commissione, è necessario applicarlo anche ai dati delle fatture elettroniche. In questo modo l’Agenzia delle Entrate Riscossione potrà procedere al pignoramento puntuale dei crediti spettanti da rapporti economici che il debitore intrattiene con altri soggetti.
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