Cartelle, come cambia la riscossione e il pagamento a rate

Rosaria Imparato

15/10/2021

Tante le novità in arrivo col decreto Fiscale e la riforma della Riscossione. Vediamo come cambia il pagamento a rate delle cartelle: fino a 18 mesi non si decadrà dai piani di dilazione.

Cartelle, come cambia la riscossione e il pagamento a rate

Novità importanti in arrivo che cambieranno il modo di pagare a rate le cartelle: non più dieci rate, ma diciotto, prima di decadere dai piani di dilazione.

Nuovi termini anche per chi è decaduto dalla rottamazione ter o dal saldo e stralcio perché non è riuscito a rispettare le scadenze degli ultimi due mesi, quindi di fine settembre e fine ottobre.

Ci saranno inoltre altri 150 giorni in più per pagare le cartelle notificate a partire dal 1° settembre: facciamo il punto delle novità in arrivo col decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022.

Cartelle, come cambia la riscossione e il pagamento a rate

Per le novità definitive aspettiamo la pubblicazione del testo definitivo e ufficiale del decreto Fiscale, ma i parametri della nuova modalità di rateizzazione sembrano chiari.

La prima novità è che il margine di tolleranza per evitare la decadenza dai piani di rateizzazione dovrebbe essere aumentato da 10 a 18 mesi. I protagonisti sono i piani di dilazione dopo lo stop alla Riscossione iniziato l’8 marzo 2020 e terminato il 31 agosto 2021.

I contribuenti decaduti dalla pace fiscale perché non hanno pagato le rate in scadenza negli scorsi mesi (a fine agosto e fine settembre) potranno rimediare e rientrare nella rottamazione ter e nel saldo e stralcio delle cartelle saldando senza maggiorazioni gli arretrati entro il 30 novembre.

In questo caso va segnalato il rischio di una maxi-scadenza il 30 novembre, perché entro la stessa data vanno versate anche le rate in scadenza nel 2021.

Prevista, inoltre, una proroga di 150 giorni per pagare le cartelle notificate a partire dal 1° settembre 2021.

Come cambia la Riscossione con la riforma

Tutte queste novità vanno riportate nel quadro più ampio di riforma della Riscossione, che seppur gradualmente, alla fine sarà protagonista della fusione con l’Agenzia delle Entrate.

Altro problema da affrontare è quello del magazzino della Riscossione, attualmente ingolfato da cartelle inesigibile per in ammontare di mille miliardi. L’ipotesi è quindi quella di introdurre un meccanismo automatico di cancellazione.

In questo modo, passato un certo numero di anni, i crediti non recuperati si cancellano automaticamente, liberando il magazzino.

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