Calcio: ecco quanto pesano gli stipendi dei calciatori sul fatturato delle società

Massimiliano Carrà

01/08/2019

01/08/2019 - 12:42

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Gli stipendi dei calciatori che militano nei cinque principali campionati europei di calcio pesano sul 60% del fatturato delle società. In sintesi ogni 100 euro guadagnati, 60 sono utilizzati per pagare i giocatori. In Italia, e quindi in Serie A, la percentuale aumenta

Calcio: ecco quanto pesano gli stipendi dei calciatori sul fatturato delle società

Gli stipendi dei calciatori pesano sul 60% del fatturato delle società che militano nei principali cinque campionati europei di calcio, quindi Inghilterra, Italia, Spagna, Germania e Francia. Ma non è tutto, la somma totale degli stipendi ha superato la quota di 9 miliardi di euro.

Come riporta il Corriere della Sera, ciò significa che ogni 100 euro guadagnati dalle società, 60 vengono immediatamente reinvestiti per pagare gli stipendi dei calciatori presenti nelle proprie rose.

L’allarme era stato già lanciato nei giorni scorsi dall’Amministratore Delegato del club tedesco del Bayern Monaco Karl-Heinz Rummenigge che aveva definito “folli le cifre degli stipendi pagati in Spagna, Inghilterra e Germania". Tant’è che ha annunciato che il Bayern cercherà di tenere dei giovani in prima squadra.

Stipendi calciatori: in Italia decisivo il decreto crescita

E se in media in Europa gli stipendi pesano sul 60% del fatturato delle società, in Italia, precisamente in Serie A, la percentuale aumenta ancora. Tant’è che gli stipendi dei calciatori pesano sul 67% del fatturato delle società del massimo campionato italiano. Quindi ogni 100 euro guadagnati, 67 vengono utilizzati per pagare i calciatori.

Ne sono un esempio gli stipendi più alti della Serie A che sono di due calciatori della Juventus: Cristiano Ronaldo, per il cui è arrivo è stato aperto un bond, e il neo acquisto olandese Matthjis De Ligt. Il primo guadagna 31 milioni di euro netti, il secondo 7,5 ma grazie alla parte variabile potrebbe arrivare a intascare 12 milioni di euro l’anno.

Cifre che sono state oggetto di critiche anche da parte del Presidente della Liga Javier Tebas che ha dichiarato che “in Italia in Italia i giocatori pagano dieci volte meno di tasse rispetto alla Spagna”.

Qui entra in gioco il Decreto Crescita approvato quest’anno. Infatti grazie agli incentivi fiscali previsti, uno stipendio come quello di De Ligt prima alla Juventus sarebbe costato oltre 13 milioni di euro lordi, adesso poco meno di 10, quindi circa 3,5 milioni di euro in meno.

Non bisogna dimenticare che anche la Spagna ha adottato un provvedimento simile anni fa con la cosiddetta “legge Beckham” che gli ha permesso di poter garantire stipendi faraonici alle stelle del calcio, Ronaldo e Messi su tutti.

Inoltre, la Spagna per il secondo anno consecutivo è stata la lega con la crescita maggiore degli stipendi, addirittura il 14% in più. Anche se bisogna sottolineare che grazie alla crescita dei ricavi, il rapporto con il costo degli ingaggi è sceso dal 61% al 59%.

In Inghilterra lo stipendio medio più alto

Anche se in Italia, gli stipendi dei calciatori pesano sul 67% del fatturato delle società, lo stipendio medio più alto è più basso rispetto a quello della Premiere League inglese e della Liga spagnola.

In Serie A infatti si attesta a 1,7 milioni di euro, in Spagna 2,4 e in Inghilterra quasi il doppio rispetto a quello del massimo campionato italiano, ossia 3,2 milioni di euro.

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