Il governo Meloni aumenta lo stipendio di dicembre di queste lavoratrici. Anche quest’anno la tredicesima sarà più ricca.
La legge di Bilancio 2025 ha rinnovato il bonus mamme in busta paga anche per l’anno corrente ma nelle ultime ore è arrivato un cambiamento del governo che ha destinato le risorse stanziate a una misura leggermente differente rispetto a quella prevista per il 2024.
Facciamo un passo indietro per spiegare meglio come cambia la busta paga, in particolare per quanto riguarda il bonus mamme che fino allo scorso anno veniva riconosciuto come sgravio contributivo mentre nel 2025 diventa un contributo straordinario che si aggiungerà allo stipendio di dicembre, previa domanda all’Inps della diretta interessata.
Una sorta di nuovo bonus tredicesima quindi, ma solo per quelle lavoratrici che ne soddisfano i requisiti. Con la novità assoluta che rispetto al 2024 il nuovo bonus viene riconosciuto anche alle autonome, le quali ovviamente non lo riceveranno in busta paga ma con accredito diretto da parte dell’Inps.
A tal proposito, ecco spiegato come funziona il nuovo bonus in busta paga che aumenta la tredicesima fino a 480 euro netti, e quali sono le lavoratrici che ne hanno diritto.
Cos’è il nuovo bonus tredicesima in busta paga
Dicembre è il mese in cui arriva la tredicesima mensilità che quest’anno per le lavoratrici interessate sarà ben più ricca. Al solito compenso aggiuntivo, infatti, si aggiunge il bonus straordinario riconosciuto alle mamme con due figli, il quale viene erogato in busta paga direttamente dall’Inps.
Come anticipato, si tratta di una versione rinnovata dello sgravio contributivo che per tutto il 2024 è stato riconosciuto alle lavoratrici dipendenti con almeno due figli fino a un massimo di 3.000 euro l’anno. Fermo restando che le dipendenti con almeno tre figli (di cui almeno uno maggiorenne) continuano a beneficiare dello sgravio fino al 2026, per chi ha solo due figli le regole cambiano e l’importo si riduce visto che, come anticipato, l’importo massimo del bonus sarà pari a 480 euro l’anno.
Nel dettaglio, la misura è stata riformata dal decreto omnibus che ha modificato le regole previste dalla legge di Bilancio aumentando nel contempo le risorse a disposizione che salgono a 480 euro milioni di euro (con un incremento di 180 milioni). Non più uno sgravio contributivo, bensì un vero e proprio bonus non imponibile ai fini fiscali e contributivi. E non se ne terrà conto neppure nell’Isee, pagato in busta paga, o su conto corrente, a dicembre.
Chi ne ha diritto
Come visto sopra, le lavoratrici dipendenti che hanno almeno tre figli di cui almeno uno minorenne, continuano a beneficiare dello sgravio contributivo secondo le regole già previste nel 2024. Discorso differente per quelle lavoratrici a cui lo sgravio si è interrotto a gennaio 2025: ci riferiamo a quelle con due figli di cui almeno uno di età inferiore a 10 anni, le quali erano proprio in attesa delle nuove regole sul rinnovo previsto dalla manovra.
A loro spetta appunto questo nuovo bonus, a patto però che abbiano:
- un reddito da lavoro non superiore a 40.000 euro;
- due figli, di cui almeno uno di età inferiore a 10 anni.
Nel contempo, il bonus spetta anche alle lavoratrici autonome o libere professioniste.
Discorso differente poi per le lavoratrici con almeno 3 figli. Se assunte a tempo determinato queste possono fare domanda del bonus; in caso di contratto a tempo indeterminato, invece, il bonus continua a essere erogato secondo le precedenti regole, quindi sotto forma di sgravio contributivo.
L’importo
Il bonus è di 40 euro al mese. Se ne matura un rateo, quindi, per ogni mensilità lavorata nel corso del 2025. Alla fine dell’anno verrà effettuato un conteggio: nella migliore delle ipotesi spetterà un contributo di 480 euro (40 euro per 12 mensilità).
Come anticipato, l’importo è da considerare al netto delle imposte e la buona notizia è che non se ne tiene conto nell’Isee.
Quando arriva e come farne domanda
Del “quando arriva” il bonus da 480 euro in busta paga ne abbiamo già parlato: a dicembre. Sarà direttamente sullo stipendio laddove possibile, altrimenti l’Inps effettuerà il pagamento diretto su conto corrente.
La domanda andrà presentata direttamente all’Istituto - non più quindi al datore di lavoro - ma per il momento non è ancora possibile farlo. Manca, infatti, il decreto attuativo che darà ulteriori informazioni sulla misura.
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