Busta paga, dal taglio del cuneo al bonus per i dipendenti pubblici: quando arrivano davvero gli aumenti?

Stefano Rizzuti

21 Gennaio 2023 - 10:11

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Nel 2023 arrivano il taglio del cuneo fiscale e il bonus dell’1,5% in busta paga. Ma gli aumenti non scatteranno, quasi certamente, già da gennaio: quando arriveranno gli arretrati?

Busta paga, dal taglio del cuneo al bonus per i dipendenti pubblici: quando arrivano davvero gli aumenti?

Busta paga più ricca nel 2023, con gli aumenti previsti dal taglio del cuneo fiscale e, per i dipendenti pubblici, anche dal bonus dell’1,5% per compensare i mancati rinnovi contrattuali. Gli stipendi, quindi, saliranno per milioni di italiani già da gennaio. In realtà, però, gli scatti salariali non arriveranno, in molti casi, nel primo mese dell’anno ma solo successivamente.

Questo non vuol dire che si perderanno gli aumenti previsti per il mese di gennaio, ma semplicemente che verranno corrisposti in un secondo momento sotto forma di arretrati. Ma andiamo con ordine. Da una parte c’è il taglio del cuneo fiscale: nel 2023 viene confermato al 2% per i redditi fino a 35mila euro ed esteso al 3% per i redditi inferiori ai 25mila euro.

Dall’altra c’è il bonus dell’1,5% per i dipendenti pubblici, un piccolo aumento per compensare il mancato rinnovo dei contratti. Ma in entrambi i casi la busta paga potrà essere più pesante solamente dopo l’arrivo di una circolare Inps che fornisca ai datori di lavoro le istruzioni per erogare gli aumenti. E questi provvedimenti sembrano non poter arrivare in tempo per la prima busta paga dell’anno: quando arriveranno, quindi, i nuovi sgravi nelle tasche dei lavoratori dipendenti?

Stipendi, aumenti con il taglio del cuneo fiscale

Partiamo dal taglio del cuneo fiscale, che riguarda tutti i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) con redditi inferiori ai 35mila euro annui. Per il 2023 è stato confermato lo sgravio contributivo del 2% per i redditi fino a 2.692 euro al mese e, inoltre, la legge di Bilancio ha esteso questa percentuale raggiungendo il 3% per chi guadagna fino a 1.923 euro mensili.

L’aumento di stipendio conseguente vale per tutto il 2023. Quindi dovrebbe essere applicato già dal mese di gennaio. Eppure probabilmente non sarà così perché si attendono prima le istruzioni dell’Inps, dopo le quali aziende e amministrazioni pubbliche potranno erogare i nuovi stipendi con il taglio del cuneo. Per i dipendenti pubblici sembra praticamente certo che l’aumento di gennaio non venga erogato immediatamente, mentre i privati potrebbero anche decidere di applicare sin da subito lo sgravio, ancor prima che arrivi la circolare dell’Inps. Sembra comunque più probabile che, come già avvenuto nel 2022, anche i datori di lavoro privati preferiscano attendere.

Busta paga, il bonus dell’1,5% per i dipendenti pubblici

Per i dipendenti pubblici non c’è solo il taglio del cuneo fiscale, ma anche il bonus dell’1,5% previsto per compensare i mancati aumenti causati dallo slittamento del rinnovo dei contratti per il triennio 2022-2024. In questo caso sembra praticamente certo che l’aumento non scatti già da gennaio, perché fonti di Noipa confermano che non si procederà senza le istruzioni dell’Inps.

In questo caso, quindi, non ci si può affidare alla discrezionalità dell’azienda: per le amministrazioni pubbliche non vale lo stesso principio. Questo vuol dire che il bonus dell’1,5% non verrà erogato già nella busta paga di gennaio, ma verrà poi conguagliato nei mesi successivi.

A gennaio busta paga più bassa?

Per il bonus dell’1,5%, anche se ci sarà da attendere, non si andrà incontro a una riduzione della busta paga a gennaio perché si tratta di un elemento nuovo, non previsto finora. Diverso il discorso per il taglio del cuneo fiscale. Nel 2022, infatti, per i redditi inferiori ai 35mila euro veniva già applicato lo sgravio contributivo del 2%.

Per il 2023 c’è sì la conferma del taglio (con l’estensione al 3% sotto i 25mila), ma in attesa di nuove istruzioni si torna - quasi sempre - all’aliquota ordinaria. Quindi i contributi a gennaio dovrebbero essere del 9,19% per i lavoratori dipendenti privati e dell’8,80% per quelli pubblici. Senza riduzione di 2 punti come avvenuto a dicembre. Di fatto vuol dire che lo stipendio a gennaio rischia di scendere di qualche decina di euro, sempre che non arrivi nei prossimi giorni la nuova circolare.

Quando arriveranno gli arretrati in busta paga

Questo non vuol dire che quei soldi in più, attesi da milioni di lavoratori, non vengano recuperati. Semplicemente arriveranno più avanti nel corso dell’anno sotto forma di arretrati. Verranno erogati conguagli - sia per il cuneo fiscale che per il bonus dell’1,5% - nelle buste paga dei mesi successivi. Ma quando?

Difficile rispondere con certezza a questa domanda, ma si può prendere a riferimento quanto successo lo scorso anno con il taglio del cuneo fiscale. In quel caso gli arretrati arrivarono dopo qualche mese: gli aumenti (con lo sgravio del 2%) dovevano scattare a luglio, ma sono stati erogati solamente in un secondo momento: gli arretrati, dopo le relative istruzioni dell’Inps, sono arrivati con la busta paga di ottobre. La speranza è che questa volta i tempi possano essere leggermente più stretti, ma è possibile dover aspettare almeno uno o due mesi per i conguagli.

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