Bonus busta paga, lo sgravio contributivo spetta con il doppio lavoro?

Simone Micocci

2 Agosto 2023 - 16:30

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Doppia busta paga, con il secondo lavoro spetta comunque il bonus riconosciuto con lo sgravio contributivo introdotto dal governo Meloni?

Bonus busta paga, lo sgravio contributivo spetta con il doppio lavoro?

Come noto, da gennaio 2023 (e fino a dicembre) sulle buste paga d’importo inferiore a 2.692 euro si applica uno sgravio contributivo dal quale ne risulta un bonus che si riversa sullo stipendio netto.

Da luglio 2023 questo sgravio è stato aumentato del 4%, quindi attualmente è pari al 7% per le retribuzioni fino a 1.923 euro e al 6% per chi sta sopra questa soglia ma non supera i 2.692 euro.

Comunemente si ritiene che questo bonus spetti rispettivamente sotto i 25 mila o i 35 mila euro di reddito, ma in realtà non è così visto che per valutare se lo sgravio spetta o meno viene effettuata una valutazione mensile, tenendo quindi conto delle soglie suddette.

E non solo: perché come spiegato dall’Inps nella circolare n. 7 del 24 gennaio 2023, la valutazione va effettuata sulla singola busta paga e non sul reddito complessivamente percepito. Ciò, di fatto, permette di usufruire del bonus anche su più rapporti di lavoro, persino nel caso in cui lo stipendio complessivamente percepito risulti superiore alla soglia prevista.

Lo sgravio in busta paga spetta a chi ha più lavori?

È importante non confondere lo sgravio contributivo con altre misure del passato, come ad esempio il bonus 200 euro riconosciuto dal governo Draghi come sostegno contro il caro energia. Mentre queste potevano essere corrisposte una sola volta, anche in presenza di più rapporti di lavoro, per lo sgravio contributivo non è così visto che il bonus può essere applicato anche su più di una busta paga percepita nello stesso mese.

Nella circolare n. 7 del 24 gennaio 2023 si legge infatti che:

Infine, nelle ipotesi in cui, nel medesimo mese, il lavoratore sia contemporaneamente titolare di rapporti di lavoro presso il medesimo datore di lavoro o distinti datori di lavoro (ad esempio, in forza di due rapporti di lavoro part-time) e per tali rapporti siano previste distinte e autonome denunce contributive, il massimale mensile della retribuzione deve essere valutato autonomamente per ogni singolo rapporto di lavoro.

Come detto sopra, quindi, il limite dei 1.923 o 2.692 euro va considerato su una singola busta paga e non sul reddito da lavoro percepito quel mese. Potrebbe succedere, quindi, che il bonus spetti su una busta paga e non sull’altra, o persino su entrambe.

Esempi

Prendiamo come esempio un lavoratore che ha un doppio lavoro: il primo con l’azienda Alpha che gli riconosce uno stipendio di 1.500 euro, il secondo con l’azienda Beta che invece lo paga 600 euro.

Questo avrà diritto allo sgravio del 7% sia sulla prima (per un risparmio quindi di 105 euro sui contributi) che sulla seconda (per un ulteriore risparmio di 42 euro), visto che in entrambi i casi l’importo è inferiore a 1.923 euro. Complessivamente, quindi, c’è un risparmio di 147 euro di contributi (sul quale va calcolata l’Irpef, il che ne riduce l’importo effettivamente spettante al lavoratore).

Pensiamo invece a Caio che ha un solo rapporto di lavoro con stipendio da 2.100 euro: in questo caso lo sgravio è pari al 6%, visto che viene superato il limite di 1.923 euro, con un risparmio - sempre lordo - di 126 euro, 21 euro in meno rispetto al lavoratore di cui sopra.

Ancora meglio andrebbe a un lavoratore che ha due rapporti di lavoro da 1.500 euro ciascuno, con uno sgravio del 7% su entrambe le buste paga e un risparmio mensile di 105 euro di contributi per ogni rapporto, 210 euro in totale. Ciò nonostante il reddito percepito mensilmente sia superiore al limite di 2.692 euro oltre al quale lo sgravio non spetta: tant’è che un dipendente con busta paga da 3.000 euro non ne avrebbe diritto.

In determinate condizioni, quindi, a parità di reddito chi ha più buste paga potrebbe essere favorito godendo di un risparmio maggiore.

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