Bonus bebè fondo pensione in Trentino Alto Adige. Importi e come funziona

Simone Micocci

15 Settembre 2025 - 17:40

È in arrivo un nuovo bonus bebè, soltanto per chi vive in Trentino Alto Adige. Niente asili, pannolini o latte: si pensa già alle future pensioni.

Bonus bebè fondo pensione in Trentino Alto Adige. Importi e come funziona

Sono in arrivo nuove misure per sostenere i neogenitori, anche se alcune di queste hanno poco a che fare con le politiche di natalità. Il bonus bebè da 1.100 euro del Trentino Alto Adige è infatti rivolto ai fondi di previdenza complementare, incoraggiando le famiglie a occuparsi di pensioni fin dai primi mesi di vita del nuovo nato.

Il provvedimento pensato dalla Giunta regionale, che dovrebbe dare l’approvazione definitiva mercoledì 17 settembre, fa inevitabilmente discutere ma non è una rarità.

Anche in Friuli Venezia Giulia esiste una misura simile, anticipando una soluzione ricercata anche fuori dai confini nazionali. La Germania, per esempio, sta valutando un contributo di 10 euro mensili a bambino per incoraggiare le famiglie a integrare le pensioni future e investire. Così, queste iniziative regionali potrebbero anticipare misure più ampie, viste le criticità del sistema previdenziale, e segnare l’avvio di un cambiamento culturale profondo.

Bonus bebè da 1.100 euro in Trentino Alto Adige

Come anticipato, il nuovo bonus bebè da 1.100 euro che sarà introdotto in Trentino Alto Adige è stato concepito per incentivare l’apertura di fondi di previdenza complementare intestati ai minori.

La misura riguarda tutti i nuovi nati in Trentino Alto Adige, come pure i bambini adottati e in affido (purché minori), a partire dal 1° gennaio 2025.

In via provvisoria il beneficio viene esteso anche ai bambini nati negli anni precedenti (inclusi adozioni e affidi) entro l’anno 2020, compreso. Dopo la nascita o l’ingresso in famiglia, saranno erogati dalla Regione 300 euro, versati direttamente nel fondo di previdenza complementare a cui risulta iscritto il minore. In seguito, verranno versati 200 euro l’anno per 4 anni, a condizione che la famiglia versi almeno 100 euro ogni anno. In totale, quindi, il Trentino Alto Adige verserà un contributo di 1.100 euro per ogni bambino, che si troverà intorno ai 5 anni di vita con un fondo di previdenza complementare su cui sono già stati versati 1.500 euro.

Non sono previsti criteri di reddito, si tratta di una misura aperta a tutte le famiglie, a condizione di essere residenti in Regione da almeno 3 anni. Ovviamente, anche i bambini dovranno essere residenti in Trentino Alto Adige alla nascita o acquisire la residenza in Regione per effetto dell’adozione o affidamento. Il criterio della residenza dovrà essere mantenuto per tutto il tempo di erogazione della misura.

Il Trentino Alto Adige intende così intervenire sulle criticità del sistema previdenziale anche incoraggiando i fondi complementari, insegnando alle famiglie a pensare alle pensioni e integrarle il prima possibile. La Regione è quindi disposta a stanziare 3,2 milioni di euro per il primo anno e 2 milioni di euro annui per i successivi, diffondendo un approccio del tutto nuovo alle pensioni. Una soluzione necessaria per assicurare ai cittadini un sostegno adeguato e dignitoso al termine dell’attività lavorativa, che oggi non sembra essere sostenibile soltanto attraverso la contribuzione obbligatoria.

Bonus previdenza complementare anche in Friuli Venezia Giulia

Il Trentino Alto Adige non è l’unica Regione italiana ad aver pensato alla previdenza complementare dei più piccoli, ma è stata anticipata dal Friuli Venezia Giulia. Qui è previsto un contributo da 200 euro per ogni minore iscritto a un fondo di previdenza complementare, a condizione che la famiglia abbia versato almeno 300 euro nell’anno precedente a quello della domanda.

La misura del Friuli Venezia Giulia è inoltre limitata alle famiglie con Isee entro 35.000 euro, fatta eccezione per le madri con minori a carico inserite in percorsi di uscita dalla violenza o per genitori vedovi, nei primi 3 anni di lutto.

Per quanto sia uno strumento molto più circoscritto rispetto a quello del Trentino Alto Adige, si evidenziano così anche alcune differenze tra le Regioni autonome e il resto d’Italia, con una minore reticenza (e maggiori mezzi) nell’affrontare temi come la previdenza complementare.

Ancora più importante, però, è una sempre più chiara necessità di affidarsi ai fondi integrativi per far fronte alle difficoltà del sistema pensionistico attuale, pensando alle pensioni con un largo anticipo. I dati per il futuro, infatti, non sembrano troppo incoraggianti tra aumento dei pensionati e tasso di occupati ancora inadeguato.

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO