Bonus 100 euro, che fine ha fatto? Cosa è cambiato in busta paga e per chi

Rosaria Imparato

18/02/2022

18/02/2022 - 11:57

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Bonus 100 euro sparito dalla busta paga con la legge di Bilancio 2022, ma non per tutti: ecco cosa è cambiato e per chi.

Bonus 100 euro, che fine ha fatto? Cosa è cambiato in busta paga e per chi

Bonus 100 euro, perché è sparito dalla busta paga? Sono molti i lavoratori dipendenti che, nella busta paga di gennaio, hanno visto una voce in meno: quella relativa al “trattamento integrativo”, ovvero il bonus Renzi. Che fine ha fatto?

La risposta su cosa è cambiato si trova nelle novità entrate in vigore con la legge di Bilancio 2022. La manovra è intervenuta sull’Irpef, con il passaggio da 5 a 4 aliquote e scaglioni, ed è stato necessario ridisegnare anche la curva delle detrazioni e dei bonus. Non ha fatto eccezione il bonus Renzi, che ora viene percepito in forma piena solo da chi ha redditi fino a 15.000 euro.

Cosa succede invece per chi ha redditi da 15.000 a 28.000 euro? Facciamo il punto della situazione.

Bonus 100 euro, perché è sparito dalla busta paga?

Il passaggio da 5 a 4 aliquote e scaglioni Irpef ha avuto un effetto domino sulle buste paga dei lavoratori dipendenti, perché il perimetro di applicazione del bonus Renzi si è molto ristretto.

Prima il bonus Renzi veniva percepito dai dipendenti che si trovavano nella fascia di reddito tra gli 8.174 e i 40.000 euro, ma veniva erogato in due modi:

  • come bonus in busta paga fino a 28.000 euro;
  • come detrazione fiscale decrescente in base all’aumentare del reddito fino a 40.000 euro.

La legge di Bilancio 2022 ha abolito la detrazione, e ha cambiato anche i parametri del bonus erogato come credito Irpef. Il bonus infatti rimane intero in busta paga solo per i redditi fino a 15.000 euro.

Significa, in pratica, che solo chi ha redditi da lavoro dipendente fino a 15.000 euro continua a vedere in busta paga la voce “trattamento integrativo” e il bonus di 100 euro.

Cosa succede a chi ha redditi da 15.000 a 28.000 euro? È proprio per questa porzione di persone che la questione diventa un po’ più complicata. Questa fascia di contribuenti, infatti, non ha trovato i 100 euro nella busta paga di gennaio.

Bonus 100 euro in busta paga, che fine ha fatto per i redditi da 15 a 28.000 euro?

Per i lavoratori dipendenti con redditi da 15.000 a 28.000 euro il bonus non esiste più in busta paga, ma viene compensato dall’incremento della detrazione. Per questa fascia di reddito, la detrazione massima (quindi i risparmi sulle imposte dovute) arriva fino a 945 euro all’anno.

Il problema è che questo meccanismo potrebbe penalizzare i soggetti che usufruiscono di detrazioni maggiori dell’imposta lorda: in questo caso il passaggio dal bonus in busta paga alla detrazione, utilizzabile fino a capienza dell’imposta lorda, non ha un risultato neutrale.

Quali detrazioni? Quelle degli articoli 12 e 13 TUIR:

  • familiari a carico;
  • mutui agrari;
  • mutui immobiliari per acquisto della prima casa fino al 31 dicembre 2021;
  • redditi da lavoro dipendente e assimilati;
  • spese sanitarie;
  • spese per i lavori in casa (dalle ristrutturazioni alla riqualificazione energetica);
  • erogazioni liberali.

Per evitare che il nuovo meccanismo sia troppo penalizzante, è stata introdotta una clausola di salvaguardia con cui il dipendente incapiente delle detrazioni non godute: per queste categorie viene riconosciuto un bonus sulla retribuzione pari alla differenza tra l’ammontare delle predette detrazioni e l’imposta lorda, sempre rimanendo nel limite di 1.200 euro all’anno.

Il fatto però è che in questi casi l’erogazione in busta paga diventa impossibile, perché il calcolo delle detrazioni avviene in fase di redazione della dichiarazione dei redditi.

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