BCE, Lagarde sforna ricetta anti shock per l’UE, mentre il suo collega suona un allarme

Laura Naka Antonelli

19 Giugno 2025 - 14:16

La presidente della BCE Christine Lagarde parla da Kiev, in Ucraina, sponsorizzando l’idea di una maggiore integrazione in Europa. Dal canto suo, il collega Rehn...

BCE, Lagarde sforna ricetta anti shock per l’UE, mentre il suo collega suona un allarme

Parlando da Kiev, per la precisione dalla sede della Banca centrale dell’Ucraina, la presidente della BCE Christine Lagarde è tornata oggi a ricordare la necessità di una integrazione più profonda all’interno dell’Europa, in un mondo destinato a farsi sempre più frammentato.

La numero uno della Banca centrale europea ha lanciato un messaggio di speranza all’Unione europea, che si prepara a ricevere lo schiaffo dei dazi reciproci imposti dal presidente americano Donald Trump il prossimo 9 luglio, quando scadrà la pausa decisa dall’amministrazione USA.

Fermo restando che le trattative tra Bruxelles e Washington potrebbero rendere meno dolorose le tariffe, i dazi USA avranno un impatto sul commercio dell’Europa. D’altronde, ha fatto notare Lagarde, “ le economie europee sono altamente aperte, il che significa che un mondo che si frantuma in blocchi commerciali rivali pone chiari rischi alla prosperità ”.

Commercio, Lagarde (BCE): Il partner più importante dell’Europa è l’Europa

La notizia confortante che Lagarde ha messo in evidenza, è che “l’Europa è il partner commerciale più importante di se stessa”, come dimostrano i numeri: “ il 65% circa delle esportazioni dell’area euro è diretto ad altri Paesi europei, inclusi il Regno Unito, la Svizzera e la Norvegia. Anche per l’Ucraina, l’Europa rappresenta il principale partner commerciale, avendo inciso sul commercio dei suoi beni, nel 2024, per più del 50%”.

La ricetta anti shock di Lagarde è dunque la seguente: “Nel rendere più profondi i legami economici - legando in modo più stretto le economie vicine - possiamo ridurre la nostra esposizione agli shock esterni”.

Praticamente, “far crescere il commercio all’interno della nostra regione può aiutare a compensare le perdite dei mercati globali ”.

Benefici globalizzazione replicabili su scala regionale? Il consiglio di Lagarde

Altro punto che Lagarde ha sottolineato con il suo discorso pronunciato a Kiev è che “l’integrazione regionale rafforza la resilienza”, il che significa che “grandi aree integrate possono mitigare i costi (della frammentazione) replicando molti dei benefici della globalizzazione a livello regionale ”.

Come? “Le catene di approviggionamento”, spiega la presidente della BCE, “ possono essere riorganizzate a livello regionale , consentendo a ciascun Paese di specializzarsi sulla base del vantaggio relativo che presenta all’interno delle catene di valore regionali”.

Nella giornata di oggi, mentre Lagarde ha sponsorizzato i vantaggi di una integrazione più profonda in Europa, hanno parlato di questioni simili e diverse altri esponenti della BCE.

Allarme stagflazione con escalation tensioni geopolitiche, l’attenti di Rehn (BCE)

Tra questi, Olli Rehn, esponente del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, che ha affrontato stavolta, più che la questione dell’effetto dei dazi di Trump, le conseguenze della guerra tra Israele e l’Iran e dell’escalation delle tensioni geopolitiche.

Rehn ha ammesso che “l’Eurozona rischierebbe uno shock di stagflazione, nel caso in cui la crisi del Medio Oriente si intensificasse ”.

Di fatto, si chiama proprio stagflazione la nuova (in realtà anche vecchia) ossessione che tallona molto probabilmente alcune delle principali banche centrali del mondo (non la Banca centrale svizzera, come è emerso nella giornata di oggi, attanagliata piuttosto dal timore di una deflazione).

D’altronde, subito dopo l’attacco di Israele all’Iran della scorsa settimana, i prezzi del petrolio sono schizzati fino a +13%, portando alcuni esperti a paventare il riaccendersi dell’inflazione nell’area euro e nelle principali economie avanzate.

Tra gli altri Carsten Brzeski, responsabile della divisione macro di ING research, ha avvertito che una escalation “significativa” del conflitto indebolirebbe ulteriormente la fiducia dei consumatori e delle aziende in Eurozona, deprimendo i livelli già anemici della domanda e degli investimenti. E l’impatto combinato degli elevati prezzi energetici e dell’incertezza potrebbe, “nell’arco di un periodo di più lungo termine” aggiungere “ un elemento di stagflazione all’outlook per l’Eurozona ”.

Inevitabilmente, se diventasse realtà, la stagflazione si confermerebbe un fattore che andrebbe a ripercuotersi inevitabilmente sulle decisioni di politica monetaria della BCE di Lagarde, avviata già a una pausa nel ciclo dei tagli dei tassi, dopo ben 8 tagli dei tassi varati in meno di un anno.

Se poi l’inflazione - finora depressa in gran parte per il calo dei prezzi energetici - dovesse tornare a rappresentare un problema, l’alt ai tagli dei tassi da parte di Lagarde potrebbe continuare a durare, più delle attese.

E la stagflazione è una minaccia anche per gli Stati Uniti, come è emerso ieri dalla riunione con cui la Fed ha deciso, per l’ennesima volta, di lasciare i tassi fermi.

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