Banche nel mirino della Bce nel 2023. UniCredit già avvisata

Violetta Silvestri

12/12/2022

12/12/2022 - 14:37

condividi

Il 2023 sarà cruciale per le banche e il controllo Bce diventerà più severo: questo è emerso da una nota. Preoccupano i rischi recessione e tassi alti sugli istituti. UniCredit ha già avuto un monito.

Banche nel mirino della Bce nel 2023. UniCredit già avvisata

Bce e banche: il 2023 sarà all’insegna di un controllo più serrato da parte dell’Eurotower sugli istituti di credito europei.

La Banca centrale europea aumenterà la vigilanza sul modo in cui le banche gestiscono il rischio di credito e diversificano i finanziamenti: questo ha annunciato delineando le sue priorità per il nuovo anno, mentre la zona euro si avvia verso una probabile recessione e deve far fronte all’aumento dei costi di indebitamento.

Il blocco valutario dei 19 Paesi sta affrontando il doppio colpo di un’inflazione alle stelle e di una brusca frenata economica, che ha costretto la Bce a inasprire le condizioni di finanziamento, anche se questo aggrava le prospettive di crescita.

In un contesto così avverso, anche le banche rischiano turbolenze nelle loro attività. Per questo, la Banca centrale europea ha messo in cima agli obiettivi del 2023 un più rigido controllo sulle mosse degli istituti. UniCredit, per esempio, ha già ricevuto un monito.

Bce più severa con le banche nel 2023: i motivi

La Bce, che supervisiona più di 100 grandi banche in Europa, ha affermato che ora esaminerà con maggiore attenzione gli istituti di credito esposti ai settori più vulnerabili, tra cui il trading di energia, oltre a tenere d’occhio anche tutte le attività inerenti i mutui residenziali e gli immobili.

Tassi di interesse più elevati e prospettive di crescita fiacca o forse recessiva potrebbero mettere in discussione la capacità di servizio del debito dei mutuatari in futuro”, ha affermato la Bce in una nota.

Una recente revisione di vigilanza ha inoltre confermato le carenze nei controlli del rischio delle banche, in particolare nel monitoraggio dei prestiti, nella classificazione dei mutuatari in difficoltà e negli accantonamenti. “Ciò rende le banche vulnerabili a una forte correzione in alcuni mercati immobiliari, in particolare nel segmento degli immobili residenziali, date le dinamiche dei prezzi osservate negli ultimi anni”, ha affermato la Bce.

Per questo, Francoforte condurrà revisioni più mirate presso i prestatori al fine di incoraggiare il riconoscimento “equo e tempestivo” delle perdite su crediti attese, attraverso accantonamenti più elevati.

Particolarmente preoccupanti sono, per la Bce, l’andamento del mercato immobiliare commerciale, pressato da aumenti dei tassi di interesse e dei costi di costruzione e i costi di indebitamento delle banche. Prendendo in prestito più di 2 trilioni di euro ($ 2,11 trilioni) di finanziamenti ultra economici e pluriennali dalla Bce, gli istituti finanziari europei - che hanno restituito 800 miliardi di euro di liquidità - dovranno completare la restituzione a costi ora più elevati.

UniCredit avvisata dalla Bce: per quale motivo?

La Banca centrale europea ha indicato a UniCredit che sta valutando la possibilità di aumentare il cosiddetto requisito del secondo pilastro dell’azienda, che attualmente è pari all’1,75%.

La misura viene solitamente aumentata o ridotta con incrementi dello 0,25%, il che significa che il passo successivo per il prestatore italiano potrebbe innalzare la soglia al 2% delle sue attività, ovvero aumentare la percentuale trattenuta per il rischio. Di cosa si tratta?

Attraverso il meccanismo del secondo pilastro, la Bce ha il potere di costringere le singole banche a conservare più capitale, quando lo ritiene necessario in vista di un aumento delle probabilità di perdite future prima non adeguatamente coperte.

Un aumento per UniCredit può anche servire da monito per gli altri, visto che l’amministratore delegato Andrea Orcel sta attualmente offrendo una delle politiche di dividendi e riacquisti più generose della regione.

Considerata la posizione patrimoniale totale di UniCredit, un aumento potrebbe intaccare solo leggermente la capacità di Orcel di restituire fondi agli investitori. La banca si è impegnata alla fine dello scorso anno a distribuire almeno 16 miliardi di euro tramite dividendi e riacquisti di azioni proprie tra il 2021 e il 2024.

UniCredit ha confermato in una dichiarazione che il suo requisito di Pillar 2 potrebbe aumentare minimamente, dopo aver avuto una comunicazione preliminare ella Bce. L’istituto di credito ha affermato che non ci sarà, però, alcun impatto sul 2022 “e future ambizioni di distribuzione, piano di finanziamento e obiettivi di capitale, che rimangono come da guida”.

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.