Autonomia differenziata scuola, dal contratto ai programmi: cosa ha detto Valditara

Teresa Maddonni

22 Marzo 2023 - 20:54

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Autonomia differenziata anche per la scuola: il ministro Valditara ha risposto al Question time alla Camera e in particolare su Ccnl e programmi scolastici. E lo stipendio? Cosa ha detto.

Autonomia differenziata scuola, dal contratto ai programmi: cosa ha detto Valditara

Si torna a parlare di autonomia differenziata anche a scuola. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è intervenuto in merito oggi durante il Question time alla Camera in risposta all’interrogazione della deputata Anna Laura Orrico, capogruppo del movimento 5 Stelle in commissione Istruzione.

Ma cosa ha detto Valditara in merito della regionalizzazione della scuola? Per il titolare di viale Trastevere non si andranno a toccare il contratto collettivo nazionale del lavoro del comparto “Istruzione e ricerca” - ricordiamo che è ancora in atto il processo di rinnovo - e i programmi scolastici.

Orrico riporta anche la preoccupazione dei sindacati e chiede al ministro, e quindi al governo, di escludere la scuola dal progetto di autonomia differenziata. Vediamo allora cosa ha detto Valditara sulla regionalizzazione della scuola legata anche allo stipendio dei docenti.

Autonomia differenziata scuola: cosa ha detto Valditara su contratto e programmi

Il ministro Valditara parlando dell’autonomia differenziata che riguarderebbe, nei progetti del governo, anche la scuola ha chiarito alcuni punti critici anche se non è chiaro se verranno toccati anche gli stipendi.

Lo scorso gennaio le parole del ministro sullo stipendio differenziato su base regionale aveva creato indignazione specie nel settore scuola. Il titolare di Viale Trastevere aveva infatti parlato degli stipendi differenziati per gli insegnanti, anche in un’ottica di differente costo della vita nelle varie città italiane che tendenzialmente risulta essere più alto al Nord.

Oggi durante il Question Time alla Camera il ministro ha chiarito, come fatto già due mesi fa, che il contratto collettivo non verrà toccato e quindi, si presume a questo punto, neanche gli stipendi cosa non esclusa tuttavia qualche mese fa.

“Va precisato che la materia istruzione rientra a pieno titolo tra quelle per le quali la nostra Costituzione prevede ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia e ancora una volta si rimanda all’articolo 116 terzo comma che venne approvato nel 2001 da una maggioranza di centrosinistra” - ha detto il ministro Valditara. "Voglio peraltro subito sottolineare come io abbia più volte escluso che possa essere intaccato il contratto nazionale, che non verrà certamente messo in discussione. Quanto alla polemica sui programmi scolastici, a parte l’autonomia delle scuole, voglio ricordare che c’è una giurisprudenza costituzionale, che vi inviterei a conoscere, che stabilisce essere i programmi materia di competenza dello Stato. In tale quadro, il governo ha ritenuto necessario assicurare un percorso di ampia partecipazione istituzionale e, a tal fine, ha istituito una cabina di regia, in cui sono coinvolte le Autorità statali e territoriali, e tra queste anche il Ministero dell’istruzione e del Merito.”

Il ministro, e questo va precisato, aveva garantito che non avrebbe toccato il Ccnl della scuola con l’autonomia differenziata già due mesi fa, ma ciò non gli aveva impedito di parlare di una differenziazione dello stipendio degli insegnanti. Due mesi fa aveva detto:

“La scuola pubblica ha bisogno di nuove forme di finanziamento, anche per coprire gli stipendi dei professori che potrebbero subire una differenziazione regionale. E per trovarle, si potrebbe aprire ai finanziamenti privati.”

E poi aveva aggiunto:

“Io credo che il contratto nazionale non verrà toccato, non ritengo nemmeno che sia una richiesta delle Regioni, semmai la richiesta delle Regioni è consentire maggiore equità laddove il costo della vita sia molto più alto.”

Il Ccnl non verrà toccato con la regionalizzazione e neanche i programmi scolastici, ma per quanto riguarda il piano sugli stipendi ancora non è chiaro se la posizione del ministero sia mutata.

Autonomia differenziata scuola: i punti critici

Nel Question time le opposizioni hanno messo in evidenza, con le parole della deputata Cinque stelle Orrico, quelli che potrebbero essere i punti critici dell’autonomia differenziata che coinvolgerebbe anche la scuola.

La capogruppo in commissione Istruzione alla Camera ha riportato la preoccupazione dei sindacati in merito all’autonomia differenziata a scuola perché ritengono che “finirebbe per aumentare le diseguaglianze, limitare la libertà di insegnamento e non garantire il diritto allo studio.”

E poi ha aggiunto:

“Lo scenario che si presenta è: un organico regionale del personale scolastico, bandi di concorsi regionali, regionalizzazione della dirigenza scolastica, contratti regionali, differenziazione degli stipendi su base territoriale, conseguenze sulla mobilità. Sarebbe, inoltre, negato l’esercizio del diritto allo studio in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale e si realizzerebbe un doppio regime, nazionale e regionale.”

E ancora:

“Le scuole si differenzierebbero più radicalmente, il divario Sud-Nord non potrebbe che aumentare. La diffusione uniforme di scuole dell’infanzia e tempo pieno sarebbe definitivamente negata. Il valore legale del titolo di studio sarebbe compromesso e le regioni potrebbero decidere autonomamente su programmi, strumenti e risorse.”

Si chiede quindi di escludere la scuola dal processo di regionalizzazione che finirebbe, secondo le opposizioni, per incrementare le diseguaglianze e ad avere conseguenze negative in contesti già di per sé difficili,

A rispondere, oltre a Valditara, anche Sasso della Lega:

“Noi usiamo i soldi per valorizzare il personale scolastico. L’opposizione ha speso più soldi in banchi a rotelle e mascherine che puzzavano, questo grazie al famigerato trio Azzolina, Speranza, Conte. Qualcuno dovrebbe scusarsi. Vada avanti ministro, siamo nella direzione giusta. Non si lasci intimidire da chi va in piazza perfino con gli anarchici e che usa qualche docente e qualche dirigente per gridare al presunto ritorno del fascismo.”

Sasso ha fatto riferimento anche al recente rinnovo del Ccnl “Istruzione e ricerca” che ha determinato un aumento dello stipendio del personale scolastico.

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