Rinnovo del contratto nel pubblico impiego, di quanto aumenta lo stipendio? Ecco la misura degli importi previsti nel comparto Centrale come indicati dall’Aran.
Entrano nel vivo le trattative per il rinnovo di contratto (triennio 2022-2024) dei dipendenti pubblici che come da ultima tabella presentata ai vari comparti della Pubblica Amministrazione garantirà un incremento annuo lordo dipendente nella misura del 5,89%.
Come questa percentuale si trasformerà in aumento dipenderà dall’importo di ogni busta paga ovviamente, ma in media per tutto il pubblico impiego stiamo intorno ai 160 euro medi e lordi mensili.
A tal proposito, l’Aran - l’Agenzia che nelle trattative per il rinnovo di contratto rappresenta la Pubblica amministrazione - ha pronte le tabelle con gli importi previsti per i dipendenti del comparto Centrale, di cui fa parte chi lavora nei ministeri, nelle agenzie fiscali e negli enti pubblici non economici (come ad esempio Inail e Inps).
L’obiettivo, come annunciato di recente dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è di arrivare il prima possibile all’accordo per il rinnovo di contratto perlomeno nel comparto Centrale (che è il più avanti nelle trattative insieme a quello Difesa e Sicurezza dove tuttavia c’è un impasse provocata dalla richiesta di alcuni sindacati delle Forze Armate di incontrare la premier). Ecco perché nelle prossime ore si cercherà un’accelerata, con tanto di promessa che con la prossima legge di Bilancio 2025 verranno stanziate ulteriori risorse per garantire un nuovo aumento di circa lo 0,22%, ma solo per la parte accessoria.
Di quanto aumenta lo stipendio dei dipendenti pubblici (nel comparto Centrale della Pa)
Oggi le aree contrattuali nel comparto centrale della Pubblica amministrazione sono quattro:
- ci sono gli operatori, ossia coloro che hanno un diploma e svolgono funzioni che non richiedono un’elevata specializzazione;
- dopodiché c’è l’area degli assistenti, con funzioni che richiedono una maggiore preparazione tanto che il reclutamento è riservato a coloro che hanno una laurea (l’ambito dipende dal profilo ricercato);
- ci sono poi i funzionari, che per definizione sono coloro che ricoprono un pubblico ufficio esercitando un’attività di tipo pubblicistica a essi riferibile, con immediata rilevanza giuridica nei rapporti. Un ruolo quindi per il quale ci sono anche molte responsabilità, in quanto in caso di errori commessi possono rispondere di eventuali danni cagionati a terzi (che solitamente sono i cittadini o le imprese che necessitano delle prestazioni della Pubblica amministrazione);
- infine c’è la nuova area per le elevate professionalità, con cui come si può immaginare dal nome verranno inquadrati quei profili che presentano quelle competenze altamente specialistiche da necessitare di un trattamento economico maggiorato. Un’area nata proprio per risolvere il problema della Pubblica amministrazione nel reclutare figure con competenze particolarmente ricercate, i quali solitamente sono maggiormente attratti da un lavoro nel privato viste le retribuzioni solitamente più alte.
Il suddetto ordine, quindi, si ripercuote anche sulla misura degli stipendi: più bassi per gli operatori, ben più sostanziosi per chi è inquadrato come funzionario o nell’area delle elevate specialità.
A tal proposito, dal momento che con il rinnovo di contratto viene determinata una percentuale - uguale per tutti i comparti - per l’incremento annuo lordo dipendente che si applica direttamente sul tabellare, a ricevere più soldi sono anche quelli che guadagnano di più.
Nel dettaglio, le ultime tabelle dell’Aran ci dicono che solo per la parte fissa sono previsti i seguenti aumenti:
- 110 euro* per gli operatori;
- 116 euro* per gli assistenti;
- 141 euro* per i funzionari;
- 194 euro* per le elevate specialità.
* Sempre da considerare al lordo di imposte e contributi
Questi aumenti dovrebbero essere riconosciuti a partire dal gennaio del 2025 (sempre che per quella data si arrivi a un accordo ovviamente), mentre per gli anni 2022-2024 saranno riconosciuti gli arretrati dai quali però bisognerà sottrarre quanto già corrisposto con l’aumento straordinario pagato lo scorso anno (che secondo i calcoli della Ragioneria generale equivalgono al 40% dell’aumento di quest’anno).
L’aumento degli straordinari
Questo per il momento è cosa si può fare con le risorse a disposizione, ma il governo conta di accelerare le trattative dietro la promessa di un ulteriore stanziamento di risorse da destinare all’incremento della parte accessoria.
Uno stanziamento aggiuntivo di 250 milioni di euro che se confermato potrebbe portare a un aumento ulteriore dello 0,22%, per quanto comunque questa percentuale sia piuttosto variabile.
Applicandosi sui compensi accessori, infatti, tutto dipende da quanti straordinari effettivamente vengono svolti dal lavoratore. La misura ovviamente non è uguale per tutti, quindi non è detto che due colleghi impiegati nella stessa area ne guadagnino allo stesso modo.
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