Aumento stipendi con il salario minimo, come cambia la busta paga?

Simone Micocci

3 Luglio 2023 - 09:53

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Salario minimo, proposta di legge per fissarlo a 9 euro lordi l’ora. Come cambierebbero le buste paga? Aumenti di stipendio variabili a seconda dell’attuale retribuzione percepita.

Aumento stipendi con il salario minimo, come cambia la busta paga?

Passi in avanti (ma non decisivi) per la proposta finalizzata all’istituzione di un salario minimo in Italia: con una nota congiunta l’opposizione si mostra compatta (con l’eccezione di Italia Viva visto che Renzi si è sfilato promettendo comunque che ne voterà il testo) nell’annunciare un disegno di legge che fissa la quota minima di salario a 9 euro l’ora (cifra lorda).

D’altronde, l’Italia è tra quei pochi Paesi - appena 6 su 27 - che ancora non adottano un salario minimo: il governo ritiene non ce ne sia bisogno visto che i contratti collettivi già prevedono una cifra superiore a tale soglia, ma il fatto che ancora oggi ci siano lavoratori che prendono meno di 9 euro l’ora - anche se si tratta di una minoranza - dimostra che non è proprio così.

Tuttavia, nonostante la pressione da parte dell’opposizione, dal centrodestra non arrivano aperture a riguardo con la ministra del Lavoro, Marina Calderone, che subito dopo la pubblicazione della nota ha ribadito che l’introduzione di un salario minimo per legge non è possibile e non è nei piani del governo.

Ma di quanto aumenterebbero gli stipendi grazie al salario minimo? La cifra ovviamente dipenderebbe da quanto percepito oggi dal lavoratore non sufficientemente tutelato dalla contrattazione, ad esempio perché nella sua azienda un contratto collettivo non viene proprio applicato, oppure perché se ne applica uno sottoscritto con una sigla sindacale minore con il quale vengono previste condizioni meno favorevoli rispetto a quelle fissate dai contratti firmati con i sindacati più rappresentativi di categoria.

Perché un salario minimo in Italia sarebbe necessario

Contratti collettivi e salario minimo possono convivere. Il fatto che in Italia si sia deciso di puntare forte sul primo strumento, infatti, non dovrebbe precludere anche la tutela di un salario minimo fissato dalla legge, così da salvaguardare tutti quei lavoratori che per un motivo o per un altro percepiscono uno stipendio molto basso.

Le ragioni possono essere diverse, come anticipate sopra. Intanto non è detto che il datore di lavoro faccia riferimento a un contratto collettivo, quindi nel contratto individuale è libero di fissare le cifre che preferisce, anche al di sotto dei 9 euro lordi l’ora che ricordiamo essere la soglia di salario minimo individuata dalle opposizioni.

La seconda ragione è da individuare nel fenomeno del dumping contrattuale, ossia quei contratti collettivi che vengono sottoscritti dalle associazioni datoriali e i sindacati minori. Solitamente si tratta di sindacati nati ad hoc, proprio per raggiungere un accordo che risulti maggiormente sostenibile per l’azienda rispetto alle condizioni previste dai contratti sottoscritti con i sindacati più rappresentativi di quel settore: ma a farne le spese, ovviamente, sono i dipendenti, per i quali ci sono molte meno tutele a partire dallo stipendio.

Ecco perché ancora oggi si leggono notizie di lavoratori sottopagati, con guadagni che vanno dai 5 agli 8 euro l’ora. Il problema è che è tutto lecito, proprio perché appunto manca una legge che fissa un salario al di sotto del quale non si può comunque andare.

Di quanto aumenterebbe lo stipendio con il salario minimo

Laddove dovesse esserci un accordo per un salario minimo - sul quale al momento riponiamo poche speranze visto che il governo non sembra disposto a tendere la mano alle opposizioni - gli stipendi di chi prende meno di 9 euro l’ora verrebbero immediatamente innalzati fino a raggiungere una tale soglia.

Ricordiamo che si tratta di una cifra lorda: chi quindi prende meno di 9 euro netti l’ora ma con imposte e contributi supera tale soglia non deve aspettarsi novità.

Un aumento a 9 euro l’ora sarebbe ovviamente tanto più tangibile quanto più è basso lo stipendio oggi percepito. Pensiamo ad esempio a chi lavora per 40 ore settimanali ad 8 euro l’ora: un innalzamento di appena 1 euro garantirebbe ben 40 euro in più a settimana, circa 160 euro (lordi) in più ogni mese.

E per chi è davvero sottopagato il vantaggio sarebbe notevole: lo stipendio, infatti, quasi raddoppia per chi ancora oggi guadagna appena 5 euro l’ora. Pochi lavoratori certo, ma questo non significa che non vadano tutelati. Per loro l’aumento - in caso d’impiego a 40 ore settimanali - sarebbe di 160 euro settimanali, ben 640 euro al mese.

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