Salario minimo sì o no? È arrivata la risposta definitiva del governo

Giorgia Bonamoneta

1 Luglio 2023 - 17:53

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Il salario minimo è a un punto di svolta dopo l’accordo dell’opposizione? Il governo Meloni la pensa diversamente. Ecco la risposta definitiva.

Salario minimo sì o no? È arrivata la risposta definitiva del governo

Il salario minimo continua essere quell’argomento discusso da tutti, ma approvato da pochi. L’immagine perfetta sul salario minimo vede da una parte le opposizioni unite -almeno in apparenza - e dall’altra il governo Meloni. La ministra del Lavoro Marina Calderone è intervenuta al Festival del lavoro a Bologna, organizzata dall’Ordine dei consulenti del lavoro, mostrandosi scettica sul salario minimo.

Secondo Calderone infatti il lavoro non si può fare per legge. “Sono consapevole che invece bisogna lavorare per sostenere la contrattazione di qualità”, ha detto la ministra. La linea è, senza sorprese, la stessa dei sindacati. Prima di salire sul palco la ministra del Lavoro ha spiegato ai microfoni di voler puntare sulla contrattazione nazionale e sulla contrattazione di secondo livello per cercare di dare un aiuto concreto al rinnovo dei contratti.

Tale posizione attiene l’approvazione di Luigi Sbarra, segretario della Cisl, che dallo stesso palco boccia il salario minimo di 9 euro all’ora, ripetendo come al salario minimo ci si può arrivare con la contrattazione. I sindacati si raccontano da sempre come i beneamini dei lavoratori e delle lavoratrici, ma le numerose contestazioni, il tenore di vita, il potere d’acquisto ai minimi storici e la lentissima fase di rinnovo dei contratti nazionali rendono il sistema del lavoro pubblico e privato dei punti di rottura. La mancanza di apertura verso il salario minimo è una frattura incurabile?

Salario minimo: un’altra risposta negativa di Calderone

Il tempo passa ma non cambia l’opinione sul salario minimo. Marina Calderone, ministra del Lavoro, al Festival del lavoro a Bologna (organizzato dai consulenti del lavoro di cui il marito Rosario De Luca è il presidente) si è espressa nuovamente contro il salario minimo. Secondo la ministra infatti è di vitale importanza lavorare per sostenere la contrattazione di qualità, piuttosto che interventi che fissino per legge una soglia minima per gli stipendi.

Noi siamo attenti a tutte le dinamiche del mondo del lavoro e siamo convinti che si debba investire sulla contrattazione collettiva di qualità”, dice. Una direzione appoggiata dal segretario della Cisl Luigi Sbarra. Secondo Sbarra si può arrivare al salario minimo attraverso la contrattazione ed evitare così di creare alibi e preteste alle imprese, che a quel punto possono decidere di uscire dall’applicazione dei contratti e determinare una spirale verso il basso della dinamica delle retribuzioni.

Salario minimo, punto di unione dell’opposizione o forse no?

Se il governo e i sindacati sono uniti nel dire “no” al salario minimo, un deciso “sì” sembra arrivare dalle opposizioni. È stato raggiunto un accordo sul salario minimo a 9 euro l’ora, sottoscritto dal Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Azione, +Europa, Verdi e Sinistra. Il campo largo però è ben lontano, tanto che Calenda e Conte si sono rifiutati di presentarsi nella conferenza stampa congiunta per non stare insieme in foto. Almeno questo è quello che Angelo Bonelli ha raccontato a Repubblica. Il motivo? Troppe differenze sul nucleare ed energia.

Accordo trovato certo, ma non senza manie di protagonismo tipiche della divisione dell’opposizione al governo. Da una parte Giuseppe Conte che vuole essere il primo firmatario, dall’altra Carlo Calenda che vanta come le loro proposte siano state quelle più accolte e infine Riccardo Magi che bacchetta il leader di Azione per aver anticipato l’accordo senza aspettare la nota congiunta. In questo caos sul salario minimo l’unico a non comparire è Matteo Renzi, che ha spiegato come essere all’opposizione non significa essere una coalizione alternativa. Su questo c’erano pochi dubbi.

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